Però poi se lei scoprisse l'inganno sarebbero guai. Grossi guai. Anche perché avevo giurato di non mentirle più.

-"Dove sono?"- una voce impastata dal sonno e ancora piuttosto stordita mi distrasse dalle mie riflessioni.

Emma si era svegliata.

-"Nei campi elisi"- le risposi io ironicamente, per poi avvicinarmi a lei per controllare le sue condizioni di salute e se fosse completamente sveglia.

-"Magari. Almeno lì non sarei costretta a vedere la tua brutta faccia"- ribattè facendomi la linguaccia.

Sì, era decisamente del tutto sveglia.

-"Ti sei riposata abbastanza? Devi essere in formissima per combattere contro mia madre."- mi informai sedendomi accanto alla ragazza.

-"Mh, bha...- iniziò stiracchiandosi braccia e gambe, guardandosi in seguito intorno.- Dov'è Laurence?"- chiese poi con un tono fra l'esasperato e il preoccupato.

Non riuscivo bene a capire in che rapporti fossero loro due, ma era piuttosto evidente che avessero legato molto in quel poco tempo passato insieme; anche perché lei si era subito accorta della sua assenza.

-"Umh..."- avrei dovuto mentirle subito e togliermi il peso, ma mi si erano bloccate le parole in gola.

-"Quindi?"- domandò per incitarmi a parlare.

-"..."- era come se mi si fosse attorcigliata la lingua,

-"Eris?"- mi fece scorrere la mano davanti agli occhi, come per risvegliarmi dallo stato di trance e silenzio in cui ero.

-"Laurence è..."- iniziai io, cercando di continuare a prendere tempo per pensare ad una scusa decente da propinarle.

-"Non l'hai ucciso, vero?"- mi chiese lei, con lo sguardo evidentemente esasperato.

-"..."- se avessi negato subito avrei avuto meno istanti per riflettere.

-"Eris!!- esclamò lei sbuffando e portandosi le mani sul volto.- E ora come lo spiego a papà Apollo? Mi aveva pure detto che quel suo figlio gli piaceva. Uff, almeno hai nascosto bene il corpo? Okay che è basso, ma ti sei accertata che non fosse visibile ad eventuali passanti?"-

-"Eh?"- le domandai io, senza sapere se essere più divertita dalle sue congetture o spaventata dalla sua pragmaticità.

-"Sto scherzando, idiòtes*! Lo so che non lo hai ucciso. Forse."- chiarificò lei, avendo probabilmente notato il mio volto corrucciato.

-"Si, non l'ho ucciso, ma..."- confermai io, spremendo ancora le meningi.
Non sarei riuscita a mentirle con tanta scioltezza.

-"Ma?"- mi incalzò lei.

-"Ma io non so..."- iniziai, ormai rassegnatami a dire la verità.

-"HEY! RAGAZZE! SONO QUI!"-

Sia lodato il cielo.

Proprio mentre stavo per spiegare ad Emma la mia realtà dei fatti, una fastidiosa, acuta, ben poco virile e altrettanto nota voce ruppe quel momento di tensione.

-"Ma io non so perché sia laggiù."- mi affrettai a concludere la mia precedente frase.

-"RAGAZZE! CIAO! SONO QUI!"- continuò ad urlare il semidio.

-"Umpf"- si lamentò la bionda a mezza voce, alzandosi dal proprio giaciglio. -"Puoi anche non urlare Sap, ti sentiamo benissimo lo stesso"-

-"E INVECE URLO ECCOME!- sbottò il ragazzo -POTRESTE VENIRE A GIU' A DARMI UNA MANO?"-

•Il dono degli Dei||storia di una ragazza molto particolare•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora