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Pov's Stephen.

Era passato qualche giorno dal casino con il padre di Igor, Ivan, e lui doveva sistemare un pó di cose. Iniziò col comprare una casa per quella che era la sua matrigna, lontano di qui, poi il resto del tempo cercava di non mandare a puttane il progetto in America e i suoi affari illegali: gestiva bene i problemi ed era intelligente.

Appena mi svegliai mi girai verso Jasmine, guardandola dormire; ogni volta che facevo così si avvicinava sempre a me, appoggiandosi al mio petto. Le lasciai un bacio prima di alzarmi e prepararmi; il lavoro era diventato noioso, non trovavo più divertente minacciare e fare tutte le altre cose, infatti lasciavo il compito agli altri, e a Diego. O stavo invecchiando troppo facilmente o talmente tante volte ho torturato la gente che oramai non ho più fantasia.

Dopo essermi vestito, scesi in cucina per fare colazione, ma trovai mia figlia pronta per andare a scuola, anche se gli avevo detto che sarebbe stato meglio aspettare, anche solo pochi giorni. Appena si girò verso di me la vidi stanca e dopo aver compreso il motivo per il quale era incazzata sorrisi divertito: povero Igor.
Decisi di chiamarlo, così per avvertirlo; -come vanno le cose?- domandai appena rispose, -vanno, è successo qualcosa?- chiese, -mia figlia è arrabbiata con te, dice che se ti vede ti spacca il naso- lo avvisai sentendolo ridacchiare, -ha ragione, non le ho dato retta in questi giorni, rimane a casa oggi?- domandò e, dopo avergli spiegato la situazione mi disse che sarebbe andato a scuola a prenderla.

Passai l'intera giornata a parlare con persone noiose e cagasotto; non riuscivo a capire come fa la gente a tremare davanti ad una persona.
-Sei libero sta sera?- chiese David, spalancando la porta del mio ufficio, -non ti accompagno da nessuna parte a vedere nessuna macchina- lo avvertì subito, -era per fare una bella mangiata con Igor- spiegò facendomi sorridere, -se sopravvive a Karine glielo chiedo- lo avvertì prima di guardarlo, -devi dirmi qualcosa- parlai sicuro, -si dopo, sto andando da Boris- rispose velocemente, ma lo fermai prima che potesse andare, -fagli tanto male- urlai, -non ora, devono ancora arrivare i carichi- mi contraddì, -sono nostri, lo puoi pure ammazzare, ma deve smettere di fornire i giapponesi, se no può anche morire- gli ricordai prima che se ne andasse. Conclusi quello che dovevo fare e poi tornai a casa; era silenzioso ma appena entrai in salotto vidi Jasmine dormire, con in braccio il bambino, sveglio. Lo presi cercando di non svegliarla ma aprii gli occhi; mi sorrise prima di stiracchiarsi, per poi alzarsi e allacciare le braccia al mio collo. -Tutto bene?- domandai facendola annuire, -mi sono annoiata tutto il giorno- spiegò ma sorrisi prima di baciarla dolcemente. -Diego e Karine?- chiesi ma alzò le spalle, -Diego è uscito alle undici, Tiana alle due e Karine non lho proprio vista, ma sarà all'università- disse ma rimasi lì a guardarla, -cosa c'è?- domandò con il sorriso, -sei meravigliosa, come sempre- sussurrai baciandola di nuovo, -non ho fatto nulla- rispose confusa ma la baciai ancora. -Devi lavorare?- domandò appoggiandosi al mio petto, ma scossi la testa, passandole poi il bambino che avevo in braccio. Lo prese guardandolo e sistemandogli la magliettina che indossava, -sei stanca?- chiesi ma scosse la testa, -annoiata- ripeté guardandomi ovvia; è un problema che c'è sempre stato, si annoiava sempre e quando rimanevo a farle compagnia finiva sempre nello stesso modo.
-Vuoi andare a fare qualcosa?- domandai ma scosse la testa, -dovevo andare a prendere il vestito con Karine, ma comunque possiamo stare tranquilli, qui a casa, al caldo- rispose facendomi annuire.
Mi cambiai indossando qualcosa di più comodo prima di ritornare da lei che stava allattando Noah; stavamo guardando la televisione finché non mi fece una domanda strana. -Non so se hai già pensato a questo, ma Diego non riuscirà a gestire quello che avete organizzato in sei, vuoi inserire pure Igor?-, -ci stavo pensando- ammisi guardandola, -ma devo chiedere a Diego se va bene, devo dirlo a Igor, parlarne con Karine, e l'ultima non è facile- spiegai divertito, -non è facile perché lei vorrebbe che Igor uscisse da questo tipo di vita, e facendo una cosa del genere è andarle contro- spiegò, -lo so che lei lo vorrebbe ma non succederà, mi dispiace dirlo, lui può lavorare con le auto, con il pesce o con qualsiasi cosa voglia, ci sarà sempre qualcuno che gli impedisce di uscire, e già c'è suo padre, figurati la gente con cui ha già fatto affari, più sei bravo e più sei fottuto, perfino io, con tutto quello che posso fare, uscire da sta vita sarebbe difficile- pensai ad alta voce, mentre lei mi guardava con la schiena appoggiata al mio petto. -Io sapevo che lui aveva quest'intenzione, che pian piano sarebbe riuscito a farsi un'altra vita- mi informò ma sorrisi, -lo dicono tutti prima di capire che non si può fare niente, anche io per un periodo c'ho pensato, sia quando eri incinta di Karine che di Diego, ma dopo averci ragionato bene ho capito che sarebbe stato pericoloso per voi, qualsiasi persona mi odiasse me l'avrebbe fatta pagare cara, lui ci spera ma se è furbo proverà solo a fare soldi senza minaccie e torture- ragionai facendola annuire, mentre le accarezzavo il ventre, ancora gonfio per il parto. -Smetterai mai di lavorare?- chiese facendomi annuire subito, -appena Diego si sistema inizierò a lasciargli il posto, finché non lo vedrò pronto e li lo mollo, il problema, è chi lo aiuterà, solo il figlio di Hannah sarà in grado, gli altri non sono adatti- parlai ovvio facendola annuire; uno era musicista, l'altro viaggiava e basta, una faceva la ricca, due troppo piccoli, gli altri, i più grandi, non li vedevo da tanto, era Jasmine che li conosceva meglio.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora