37

1.4K 72 3
                                    

Ritornai a casa e mi cambiai, poi chiamai Hannah; -che hai ti sento strana?- chiese la ragazza dopo qualche minuto dall'inizio della telefonata -oggi mi ha portato in un posto e le ragazze presenti non la smettevano di guardarlo, una l'ho menata, le altre no- spiegai nervosa, -eh, mancava solo che ti mettevi a picchiarle tutte quante, comunque lo sai che è capitato anche a me? Un gruppetto l'altra sera lo fissava quasi da far vergogna, gesti, segni, e non voglio immaginare neanche cos'altro, lui non mi ha detto nulla ma appena le ho viste ho spaccato la faccia a tutte e quattro- raccontò facendomi scoppiare a ridere, -e sti uomini di merda quando sei gelosa tu non la prendono seriamente, la cosa che mi fa più incazzare è questa- aggiunsi sentendola darmi ragione, -la prossima volta, sperando non ci sarà, la testa la spacco a Stephen- aggiunsi facendola scoppiare a ridere, -sta sera ci vediamo? Un mojito e ci scateniamo in pista- propose, -tanti mojito, tanto da fumare e tanta musica- riformulai, -fumare?- chiese sconvolta, -si, è da un pó che ogni tanto ci fumiamo una canna- spiegai sentendola ridere, -quello stronzo, mi ha sempre rotto il cazzo a me sulle canne- disse facendomi sorridere, -l'ho convinto, ora me lo chiude lui- continuai, -allora gliela chedi tu, perfetto-, -col cazzo, già per venire ci discuterò ore ed ore, se gli chiedo questo..- dissi scoppiando poi a ridere, -..mi ammazza-, -non sai dove la mette?- domandò poi facendomi sorridere, -certo che lo so- ammisi, andando in palestra, -quanta ne prendo?- chiesi, -non tanta eh, l'ultima volta che ho fumato è stata un mese fa, più l'alcool collasso- puntualizzò facendomi sorridere, -mh, va bene, ci vediamo per le dieci emmezza?- continuai, -si, però non venire con le tue solite macchine sportive e colorate, l'altra volta Aleksandr mi ha rotto, "eh, vi guardano tutti, se poi vi riconoscono e vi rapiscono?"- lo imitò facendomi scoppiare a ridere, -dopo questa, vengo con una nera, e mi vesto di bianco- spiegai, -io penso qualcosa con le payette- disse lei, mentre io andai in cucina per mangiarmi qualcosa, -vabbè dai ci sentiamo dopo- finii io, aspettando una sua risposta e chiudendo poi la chiamata.

Mi preparai da mangiare e, nel momento in cui mi sedetti a tavola, con la televisione accesa, Stephen entrò dalla porta d'ingresso, venendo poi nella stanza in cui c'ero io, -pensavo di doverti recuperare da qualche parte- scherzò, -ridi ridi- sussurrai prima di continuare a parlare, -oggi esco con tua sorella, andiamo da qualche a bere- lo avvertii, -in un mio locale si- ribatté guardandomi, -così mi controlli- continuai, -controllo gli altri, non te- mi corresse facendomi scuotere la testa, -tu invece fai quel cazzo che ti pare- gli rinfacciai dopo, continuando a mangiare, -anche tu fai quello che vuoi- ribatté, -io? Ma se appena non ti va bene qualcosa rompi le palle- risposi incredula, -l'altra volta cazzo mi hai fatto prendere un altro vestito perché non ti piaceva, appena ti dico che esco con le altre fai una faccia che mi fa passare la voglia di fare qualsiasi cosa- iniziai ma mi interruppe subito, avvicinandosi e mettendosi a pochissimi centimetri di distanza dal mio viso, -quel vestito faceva schifo, e tu sei pericolosa quando esci, fai troppe cazzate, magari c'è qualcuno che ti segue e ti ammazza, dopo faccio bruciare vivi tutti ma tu sei morta uguale, ti sto addosso per questo, e lo sai, hai già rischiato- disse facendomi incazzare di più, -mh, tu però sei rientrato in quel posto di merda nonostante ti avessi avvisato, ora stai zitto e non dici nulla- spiegai vedendolo sorridere, -solo perché sono rientrato?- chiese facendomi alzare dalla sedia, -cazzo mi viene voglia di piacchiarti, l'avessi fatto io?- urlai uscendo da lì.

Mi chiusi in bagno per fare una mega doccia rilassante ma appena uscii lo trovai che si stava facendo la barba, -alle tre devo fare una cosa, torno per le sei- iniziò, -io prendo i bambini poi ti aspetto, del resto non me ne frega niente- lo avvisai vedendolo sorridere, -così non mi fai incazzare- mi avvertì, -giochi troppo con il fuoco tu- lo avvisai asciugandomi con l'accappatoio, -mh- mugugnò e appena alzai lo sgaurdo lo trovai vicino a me che mi guardava, -no- parlai subito, sapendo dove voleva arrivare, -no cosa?- domandò, -non facciamo nulla, finché io non lo decido- spiegai meglio provocandogli un sorriso, -ma vorresti- continuò, -si che vuoi, hai chiuso leggermente le gambe e ti tremano le mani- sussurrò vicino al mio orecchio, provocandomi brividi lungo la schiena, -anche se sei incazzata con me, è più bello quando litighiamo- riprovò, e alla fine aveva ragione, era molto più soddisfacente.

Lo guardai per qualche secondo,  pensando velocemente a cosa fare, anche se ad ogni istante aumentava la mia voglia.
Lo baciai attirandolo a me, che mi prese subito in braccio appoggiandomi al muro; mi baciò il collo più lentamente rispetto alle ultime volte, sembrava non volesse farmi male, -così vengo senza fare nulla- ansimai gemendo leggermente appena sentii la sua erezione pulsare vicino la mia intimità, ma nonostante tutto continuò con la stessa meravigliosa velocità.
Presa male per l'aborto non avevo mai pensato a come sarebbe stato farlo dopo aver sofferto così tanto, sia fisicamente che emotivamente, ma lì per lì non sentivo niente se non un miscuglio di desiderio e amore che provavo verso di lui, e data la situazione c'era anche un pó di rabbia, quasi scomparsa data la sua incredibile dolcezza.

Because I don't let you go 3 || Where stories live. Discover now