36

1.4K 67 8
                                    

Appena usciti di casa lo guardai, notando che aveva qualcosa di diverso, -non hai tagliato i capelli- pensai ad alta voce facendolo girare verso di me, -che cosa hai fatto?- gli chiesi facendolo ridacchiare, -nulla- rispose, -no, ti vedo diverso- insistetti osservandolo ancora, -il tatuaggio- parlai sicura, -come hai fatto?- domandò stupito, -ti vedo tutti i giorni da quasi dieci anni e mi chiedi come ho fatto?- ribattei stranita, -lho allungato, di poco però- insistette, -si nota, o per lo meno, io l'ho notato- precisai, facendolo ridacchiare.

Arrivati nel luogo in cui si sarebbe svolto il pranzo, mi guardai intorno, cercando di riconoscere le persone presenti, -vedi lui- sussurrò Stephen al mio orecchio indicando un signore poco distante, -produce aerei- continuò, -non dirmi che ne vuoi un altro- parlai guardandolo sospetta, -me lo fa pagare poco- spiegò fumando una sigaretta, -lhai preso nuovo sei mesi fa- gli rinfacciai, -spendi non so quanti soldi e poi lo cambi poco dopo- continuai facendolo ridacchiare, -posso permettermelo- rispose facendomi scuotere la testa, -ti presento qualcuno o no?- chiese facendomi annuire.

In poco tempo mi presentò la metà delle persone presenti che sembravano essere molto simpatiche e gentili, ma mi ricredetti appena arrivammo davanti a questa coppia. -Piacere- salutai squadrando subito la ragazza che non aveva smesso di fissare Stephen da quando l'aveva visto, -ei- la richiamai nervosa, mettendo in imbarazzo l'uomo accanto a lei, -si?- rispose girandosi a guardarmi, -si?- risposi fissandola, -levati dal cazzo o ti mollo uno schiaffo- continuai facendole incrociare le braccia al petto; mi girai verso mio marito divertita, finché, incazzata nera, non mi avventai su di lei, mollandole un pugno.
-Lasciami- urlai a Stephen che ovviamente non mi ascoltò, portandomi fuori da quel giardino, -stai ferma- mi avvertii imprigionandomi tra lui ed un muro, -quello è il figlio dell'uomo che doveva vendermi l'aereo- parlò ad un tratto facendomi assottigliare gli occhi, -non me ne frega proprio un cazzo, lo sai?- ribattei facendolo ridacchiare, -sei troppo bella arrabbiata- ammise guardandomi negli occhi, -possiamo andarcene da qui?- domandai facendogli scuotere la testa, -devo ancora concludere l'affare, siamo qui dentro da soli venti minuti- rispose ridendo poco dopo, -se fai così mi incazzo di più, appena la vedo ancora la ammazzo, ti fissa e poi? Fa una faccia di merda da prendere a schiaffi, ti giuro che se ora mi passasse davanti la sbatterei al muro e le tirerei tanti di quei pugni da farla svenire- urlai notandola poco più distante, -puttana di merda- urlò lei facendo incazzare anche Stephen, che, troppo impegnato a discutere con il ragazzo della bionda, non si accorse di me che velocemente le saltai addosso, riempiendola di pugni e schiaffi, -ora si che siamo a posto- ammisi alzandomi da sopra il suo corpo col fiatone.
-Mi sono allontanato due secondi- iniziò Stephen, -io non lho insultata anche se lo meritava e sta rincoglionita insulta me- lo interruppi notando un sorriso sul suo viso, -hai fatto bene, ora andiamo a mangiare, prima però in bagno che hai le mani sporche- finii fissando queste ultime infastidito, -odio i segni- spiegò visto  che lo stavo guardando, -solo su di me però, tu tante volte hai le nocche spaccate- gli rinfacciai, -certo che mi danno fastidio su di te, te li devi procurare in qualche modo e questo vuol dire violenza- parlò facendomi scuotere la testa; entrai in bagno per sciacquarmi le mani e, appena finii, raggiunsi l'uomo al tavolo.
Salutai chiunque fosse seduto lì con noi e poi mi accomodai accanto a lui, -prendimi tu quello che vuoi- lo avvertii facendolo annuire, -perché qua dentro ti fissano tutte?- parlai scocciata notandolo, facendolo poi ridacchiare, -perché sono bello- rispose ricevendo un pugno sulla spalla, -stai zitto- continuai innervosita, -e ti lamentavi di me eh- aggiunse circondandomi le spalle con il suo braccio, -ti fissano, io non ce la faccio più a stare qui- ammisi stringendo i pugni, -tranquilla, adesso ci penso io che se lo fai tu è peggio- spiegò facendomi ridere, -e come pensi di fare? Passi davanti ad ognuna di loro?- chiesi retorica ma si era già alzato, dirigendosi verso un uomo. Guardai che cosa avesse intenzione di fare ma venne raggiunto da una rossa molto bella, sbuffai indecisa se lanciarle la sedia o direttamente il vaso in testa, ma appena Stephen le sorrise la gelosia mi divorò.
-Qui dentro sapete tutti che quello è mio marito e non la smettete di fissarlo come delle puttane in cerca di soldi- urlai alzandomi e sbattendo le mani sul tavolo, -o la smettete o vi spacco la faccia una ad una- finii fissando ogni singola ragazza lì presente. Ritornai all'entrata principale sedendomi poi sui gradini, -tu che cazzo le sorridi?- sbottai appena mi seguii Stephen, -mi ha fatto i complimenti per te- spiegò posizionandosi alla mia destra, -le altre no invece- ribattei più tranquilla, -hai un'espressione che non ti ho mai visto- ammise, -ho voglia di ammazzare qualcuno- sussurrai nervosa, -menomale che non hai la pistola- scherzò facendomi alzare subito il viso verso di lui, -ce l'ho invece- ammisi facendogli spalancare gli occhi, -dammela- ordinò facendomi sbuffare, -giuro non sparo, è solo per spaventarle così diventerai il loro incubo- spiegai facendogli scuotere la testa, -dammela- insistette, così gliela consegnai, -se fossi stato tu il geloso le avresti ammazzate, se non torturate- spiegai incazzata, -si è vero, perché è diverso, un uomo può farti del male giusto? Una donna a me no-, -se ti spara ti fa del male, poi mi da fastidio lo stesso- ripetei ovvia facendolo sorridere, -stavo concludendo l'affare e mi hai interrotto, entro, finisco e arrivo, ok?- domandò facendomi scuotere la testa, -se rientri mi incazzo nera- lo avvisai, -dai per favore sono 150 milioni- riprovò ma la risposta fu sempre la stessa, -se vuoi entrare vai, a tuo rischio e pericolo però- precisai allungando la mano verso di lui; tirò fuori le chiavi della macchina e me le consegnò, -vai a casa- ordinò, -mh, vediamo- risposi sapendo che gli avrebbe dato fastidio.

Because I don't let you go 3 || Where stories live. Discover now