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Qualche mese dopo.

Mi stavo preparando per la visita dalla ginecologa che avrei avuto questo pomeriggio alle tre.
Era la trentaquattresima settimana ma la pancia non era chissà quanto grossa, per la dottoressa meno del normale ma dopo vari controlli e test è risultato che avevo la possibilità di partorire prima. Poteva essere grave ma anche no, dipenderà dalle condizioni del bambino, ma il sesso questa volta sarà una sorpresa.

-Mamma- urlò Karine facendomi alzare gli occhi al cielo, -è la quarta volta che mi chiami e non mi rispondi, che cazzo vuoi?- domandai facendola sorridere, -questo vestito o quello- chiese indicandomi l'abito che indossava e l'altro che aveva in mano, -nessuno dei due, stai andando da una tua amica non in discoteca- gli rispose Stephen guardandola male, -diglielo tu- parlò velocemente correndo in camera; l'uomo si girò a guardarmi, -va in discoteca- lo avvisai, -no- disse sicuro guardandomi, -e come credi di evitarlo?- domandai, -tutte le discoteche della città sono mie- mi ricordò, -appunto- lo contraddì, -c'è David sotto, mamma tu muoviti che così andiamo- parlò Diego entrando in stanza, -tua sorella va in discoteca, lo sapevi?- gli domandò il padre, facendolo annuire, -perché io lo so adesso?- continuò nervoso ma scossi la testa divertita, -è fidanzata?- aggiunse sicuramente preoccupato, facendomi incuriosire, -no- scosse la testa Diego, -non mi devi mentire- lo avvertiiin risposa, -ma stai zitto, fa bene ad aiutarla, se fosse per te morirebbe in casa da sola, con ancora te che le dici cosa fare- risposi vedendolo incazzarsi, -è mia figlia e so come funziona il mondo- mi contraddì, -appunto che lo sai, e appunto che possiedi le discoteche- continuai, -vabbè io vado, mi raccomando, non romperle le palle- lo salutai lasciandogli un bacio sulle labbra prima di dirigermi con Diego verso il garage. -Sei carino ma potevi anche non accompagnarmi, riesco a guidare- ripetei ma si girò a guardarmi male: tale padre, tale figlio.

-Come stai?- chiese la ginecologa appena entrai in stanza, -mi ricordo ancora quando venivi a fare le visite che eri incinta di lui- continuò guardando il ragazzo che sorrise semplicemente, -allora tutto bene, niente di diverso?- chiese facendomi annuire, -tutto normale- risposi facendola annuire, -ok, allora, potresti partorire in qualsiasi momento, tieniti preparata, e non sottovalutare mai perdite e dolori, sopprattutto visto che rischi di avere un parto prematuro- spiegò guardandomi seria, -se vuoi facciamo un'altra ecografia, sappi che non serve per controllare nulla, hai fatto anche le analisi ed è tutto nella norma- continuò ma decisi di non farla, -se è tutto a posto va bene così, ci vediamo presto- la salutai aprendo la porta al ragazzo aspettando che uscisse. -Potresti anche partorire oggi- disse spaventato facendomi annuire, -sei la seconda persona che lo dice oggi, se lo ripete qualcun altro io dormo in ospedale- lo avvisai spaventata, -quindi può nascere prematuro o sicuramente nascerà prematuro?- continuò, -sicuramente- sussurrai tristemente, sentendo la sua mano stringere la mia, -speriamo vada tutto bene- continuai appoggiando la testa sul finestrino.

Ritornammo a casa e appena arrivata mi sdraiai sulla poltrona, -tutto bene?- chiese Stephen facendomi aprire gli occhi, -vorrei solo che uscisse, pesa troppo, non riesco a fare niente- risposi guardandolo, -massaggio alla schiena?- domandò facendomi annuire subito.
-Cosa ti ha detto?- domandò appena ci sdraiammo sul divano, -la stessa cosa dell'altra volta- risposi sentendo dopo le sue mani a contatto con la parte bassa della schiena, -andrà tutto bene- mi tranquillizzò baciandomi il collo, -io ho paura- ammisi girandomi a guardarlo, -io anche- sussurrò accarezzandomi il ventre, -ma non possiamo fare nulla- aggiunse infastidito facendomi scuotere la testa divertita, -non puoi controllare tutto- dissi ovvia, -questo lo so, ma è frustrante sapere che non hai nessun controllo sulla vita di chi ami- disse giocando con i miei capelli, -va così- risposi sdraiandomi sulle sue gambe, -Karine è in casa?- domandai, -si, è da un'ora che non esce dal bagno- disse infastidito, -fra qualche mese compie diciotto anni, se non lo fa ora lo fa dopo, e non cambia niente, te la metti solo contro- lo avvisai, -chi dice che quando avrà diciotto anni farà quello che le pare?- chiese ma ricevette uno schiaffo, -se continui così poi sono cazzi tuoi- lo avvisai sentendolo ridere, -è piccola- sussurrò vicino al mio orecchio, -Stephen- mi girai minacciosa sorridendo appena vidi la sua faccia, -dai fai il serio- insistetti alzandomi e appoggiandomi al suo petto, -hai freddo?- chiese stringendomi di più a se, -promettimi che non le impedirai di fare quello che vuole- parlai facendolo sbuffare, -promettimelo- insistetti guardandolo, -va bene- accettò ricevendo poi un bacio, -vai a dirle che deve tornare a casa per le quattro, se no chiama lei e avvisa che rimane fuori- decisi, -quattro?- urlò facendomi annuire, -se esce di casa alle undici, quando vuoi che torni?- continuai ovvia non ricevendo nessuna risposta, -non alle quattro- disse innervosito, facendomi sbuffare, -lei ti ha sempre dato corda, e molte volte hai esagerato, per cose normalissime trovavi scuse per situazioni che non si vedono neanche nei film- iniziai ma mi interruppe, -non invento le cose, ho visto le peggior persone del mondo, e non sai di cos'è capace la gente- mi ripeté, -ei, lo so, qualcosa mi racconti anche, ma andrà in quel posto vicino alla piazza, figurati se le può accadere qualcosa senza che qualcuno che conosci si intrometta- gli ricordai accarezzandogli una guancia, -anche perché è mio- aggiunse fiero facendomi annuire divertita, -allora perché rompi?- domandai alzando lo sgaurdo appena, davanti alla porta, arrivò Diego, -esco, torno domattina- disse guardandoci, -dove vai?- domandai facendolo sbuffare, -da Tiana- rispose facendomi sorridere, -non vai a casa di Tiana- lo beccai sentendo Stephen ridacchiare, -mi vedo con lei però- rispose ovvio, -ma dove starete per tutta la notte?- insistetti, -andiamo alla baita- rispose imbarazzato, -ah, alla baita- lo presi in giro ricevendo uno sguardo omicida, -ora sono seria, non sei neanche maggiorenne, presentati qui che lei è incinta e vedrai- lo minacciai facendolo annuire, -anche perché dopo te la sposi- lo avvertì il padre alzandosi dal divano, -dove vai?- domandai, -a parlare con Karine- rispose uscendo poi dalla stanza, -perché sei ancora qui?- domandai a Diego, facendogli fare una finta facci offesa, -abbracciami- parlai alzandomi e andandogli incontro, -mi raccomando- continuai sistemandogli i cappelli, -torno domani- mi ricordò, -lo so ma voglio abbracciarti- spiegai sorridendogli, -si te la presenterò- disse capendo dove volevo arrivare, -fallo però, lo dici da mesi- risposi seriamente facendolo sorridere, -ci vediamo domani- urlò per farsi sentire da tutti prima di uscire di casa.

Because I don't let you go 3 || Where stories live. Discover now