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-Tutti sanno tutto ed io non so niente- parlai appena lo raggiunsi, -rilassati, tranquillizzati e poi parliamo, se no litighiamo e non mi va- rispose circondandomi la vita con le braccia accarezzandomi poi una guancia, -dimmi- ribattei facendogli scuotere la testa divertito, -andiamo lì, stiamo poco, solo che poi devo uccidere il proprietario della casa perché lui oggi avrebbe organizzato la mia morte-, -che meraviglia- commentai allontanandomi un pó ma mi riattirò subito a se, -fatti passare qualsiasi cosa hai, lo so che non è giornata, però provaci- disse facendomi annuire, -non vedo l'ora di andare a dormire- ammisi appoggiandomi al suo petto, -rimani a casa- propose facendomi scuotere la testa, -allora rilassati- sussurrò vicino al mio orecchio. Mi beai del suo profumo lasciandogli poi un bacio sulle labbra, -sta mattina non hai avuto paura vero?- domandò qualche secondo dopo, -non ho pensato alla paura, mi è venuto d'istinto- spiegai, -non farlo più per favore, appena ti ho visto...mi si è quasi fermato il cuore- disse sussurrando l'ultima parte, -non potevo guardare, sopprattutto perché David si è messo davanti a me e l'hanno ferito- ammisi sentendo la sua mano accarezzarmi una gamba, -non iniziare- sbuffai facendolo ridere, -puoi metterti quello che vuoi- annunciò, -fino ad un certo punto però- finì facendomi scuotere la testa rassegnata: non cambierà mai.

-Guido io- urlai visto che era lontano, insieme agli altri, -ti aspetto fuori- mi avvertì facendomi annuire.
Andai nel garage e dopo aver scelto un'auto la portai fuori, fermandomi davanti alla fontana davanti alla porta d'ingresso, -aspetta che segno l'indirizzo- disse appena salì in macchina, -due ore?- urlai incredula appena lessi la durata del viaggio, -tanto non rispettiamo i limiti, ci mettiamo di meno- spiegò, facendomi poi partire.

-Io vedo un bel fucile dietro- annunciai dopo una mezz'ora, appena notai l'arma, -ce n'è sono in ogni auto- rispose prendendolo e caricandolo, -cosa fai?- domandai non capendo, -vedi quella macchina bianca dietro?- chiese facendomi annuire, -sono due sicari americani- rispose, -rallenta- ordinò poi e, dopo averlo fatto, ci ritrovammo fianco a fianco con l'auto, -appena ammazzo quello a sinistra accelera- continuò abbassando di poco il finestrino. In pochissimi secondi mirò e sparò così da farmi accelerare, -cazzo- imprecai appena la macchina si capottò, -fermati- ordinò ancora facendomi frenare bruscamente; scese dall'auto, raggiungendo l'uomo che si stava trascinando fuori dalla vettura capottata.
Non guardai neanche e aspettai che ritornasse.

-I bambini dove sono?- domandai preoccupata appena vidi Adrian fermarsi davanti a me, -Stephen, dove cazzo sono i bambini?- urlai scendendo dall'auto,  -sono con David, ora entra- mi rispose prendendomi in braccio e chiudendomi in auto, -che stronzo di merda- urlai guardando la scena; mi levai i tacchi indossando gli anfibi, che mi portavo sempre dietro.
Mi legai i capelli e poi, in totale silenzio, guardai Adrian, Stephen e Yuri impegnati in una sparatoia.

In lontananza vidi arrivare un'altra auto che riconobbi essere quella di David. Ci sorpasso ad alta velocità facendomi tranquillizzare subito, almeno lì aveva portati via. Terrorizzata cercai nell'auto un'arma ma, quando la trovai, per scendere, davanti al finestrino vidi un uomo che mi stava fissando. Lo guardai bene e quando capii che aveva l'intenzione di ammazzarmi mi girai sparandogli in faccia.
Uscii velocemente dall'altra parte ritrovandomi Stephen davanti, -vedi lì?- domandò indicandomi un cartello poco più lontano, annuii, -vai lì ti vengo a chiamare io- mi ordinò, -no mai, tu sei qui a rischiare la vita mentre io guardo?- parlai fissandolo, -non riesco a fare nulla con te qui- ammise accarezzandomi una guancia, -fidati di me ti prego- sussurrai e dopo pochi secondi mi consegnò un fucile, -noi di qua, tu di là, ci hanno circondato- spiegò facendomi annuire.

Rientrai in macchina, aprendo il tettuccio e restando lì finché non vidi, sopra un lampione, accanto all'utostrada, un uomo. Sbucai da sopra mirando e sparandogli, ma appena lo feci, iniziarono a sparare tutti e con loro, pure io.
Sembrò un cazzo di incubo, vedevo sangue ovunque ma per fortuna tutto ha una fine, e dopo troppo tempo, nessuno sparò più, un silenzio tombale: -tutto bene?- domandò Stephen correndo verso di me, -un proiettile ma mi ha preso di striscio- spiegai indicandogli la spalla, -tu invece?- chiesi facendolo annuire, -dai sali- continuò facendomi annuire.

Guidò lui ritornando a casa, -i bambini dove sono andati?- domandai accendendo il riscaldamento, -li ha portati dai suoi- rispose, -dove?- chiesi girandomi a guardarlo, -in Ucraina-, -come?- ribattei confusa, -rimangono lì per qualche giorno- spiegò, -è diventato un babysitter- commentai dopo vedendolo sorridere, -è l'unico che sa proteggerli- continuò facendomi annuire, -dopo li chiamiamo- disse aprendo il cancello di casa con il telecomando.

Andai subito in camera spogliandomi dai vestiti sudati e sporchi di sangue, entrando subito in doccia.
Urlai dal dolore quando, sciacquando il bagnoschiuma, mi bruciò la ferita che avevo sul braccio; mi asciugai velocemente e mentre mi stavo disinfettando la spalla entrò Stephen, -è grossa però- commentò guardandola, -ti metto due o tre punti,  va bene?- chiese facendomi annuire.
Disinfettò di nuovo e dopo aver chiuso la ferita la fasciò, -sei molto delicato- commentai visto che non mi aveva fatto male, -ovviamente- rispose accarezzandomi una guancia, -preparo da mangiare- sussurrai dopo, lasciandogli un bacio, -mi mangerei tutta la cucina- ribatté facendomi ridacchiare.

Because I don't let you go 3 || Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt