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Entranti in Finlandia ci fermammo subito in un ristorante per mangiare.

Eravamo seduti uno davanti all'altro finché non notai una ragazza con i capelli rossi fissarlo. -Cosa c'è?- domandò seguendo il mio sguardo, -no niente, ha dei bei capelli- inventai, -non prendermi per il culo, sei gelosa esattamente come lo sono io- disse tranquillamente facendomi diventare rossa, -sei molto impulsivo- commentai facendolo ridacchiare, -lo so, una volta, in cui dovevo proprio stare zitto mi hanno sparato alla spalla- raccontò divertito, -non mi hanno mai sparato- notai mentre ci guardavamo negli occhi, -succederà prima o poi- mi avvertì facendomi annuire, -anche se in qualsiasi modo proverò a non farlo accadere- aggiunse; -perché sei così con me? Non ci siamo mai visti e ti sei messo davanti a me quando circa 5 persone ci stavano sparando- sbottai stranita. Mi guardò prima di annuire, -ho visto tanta gente, e di conseguenza tante donne, ma un mese fa, durante una cena, non ricordo quale, ti ho vista che piangevi, e mentre eri lì che cercavi di nasconderti, ti sei calmata, hai smesso di piangere e sei ritornata al tavolo con il sorriso- raccontò, -mi è venuta una cosa strana- aggiunse facendomi sorridere, -non pietà, mi sono incazzato perché stavi piangendo, stavo provando anche a capire perché, osservando come ti comportavi, ma poi sei andata via- concluse mentre ci stavamo alzando per pagare.

Prima che aprisse la portiera lo fermai e poi lo baciai subito. -Dormiamo in auto?- chiese accarezzandomi una guancia, -no fa troppo freddo- continuai subito e così salimmo in macchina, diretti all'hotel.

-Potevamo scegliere anche qualcosa di meno lussuoso- dissi ovvia visto che la camera era anche fin troppo moderna e bella, -non ti preoccupare, passami i soldi che ti ho messo nella borsa- ordinò dopo e così lo feci.
Mi cambiai e mi lavai la faccia prima di raggiungerlo nel salotto. -Che fai?- domandai curiosa, mettendomi dietro di lui e appoggiando la testa sopra la sua spalla mentre la gambe erano intorno ai suoi fianchi. -Devi sempre avere addoso questi soldi- mi avvertì accarezzandomi la gamba scoperta, -e anche questa- continuò passandomi una pistola, -è per qualsiasi emergenza- aggiunse girandosi verso di me, -guidi da tutto il giorno- lo interruppi cambiando discorso ma si appoggiò solo a me, facendomi quasi cadere dal divano.

Guardammo un film abbracciati finché non si alzò, -dove vai?- chiesi assonnata, -prendo da bere, vuoi la vodka?- domandò, -no- risposi continuando a guardare il film.
Quando ritornò era senza maglia con un bicchiere in mano; si sedette accanto a me ed io appoggiai la testa sulle sue gambe.
Iniziò ad accarezzarmi il collo e anche la parte sopra al seno, visto che aveva indosso una canotta che lasciava scoperte quelle parti; -sai sparare?- chiese facendomi annuire, -hai sonno o usciamo?- continuò facendomi sorridere, -usciamo- parlai alzandomi subito, -cosa facciamo?- domandò facendomi appoggiare al suo petto, con la mano sopra al mio ventre, -mangiamo- decisi ovvia, -la tipa dell'albergo ha detto che potrebbe vedersi l'aurora- ricordò mentre mi sistemai meglio appoggiando la testa sulla sua spalla.

Mi cambiai indossando leggins e maglia termica, che portavo sempre, un maglione con sopra un completo con giubbotto bianco e pantaloni neri. -Riesci a muoverti?- domandò divertito facendomi annuire, -vivi in Russia- mi ricordò ma lo guardai male prima che mi baciasse.
Arrivati nella hall dell'hotel, parlò con un tizio prima di uscire, -hai freddo?- chiesi facendogli scuotere la testa, -mi dai una sigaretta?- continuai prima che me la passasse. Arrivati al ristorante ci sedemmo e poi ordinammo quello che ci aveva consigliato il cameriere; -aspetta- parlai notando una persona nel ristorante che avevo già visto. Glielo dissi, facendolo girare verso l'uomo, che da lontano ricambiò lo sguardo. -Stai qui- ordinò guardandomi serio, -ok- accettai stranita mentre l'osservavo camminare verso la sua direzione: si sedette al tavolo e dopo avergli detto qualcosa per alcuni minuti si rialzò per ritornare da me. 
-Restiamo?- domandai facendolo annuire, -hai capito chi è?- continuai, -Karine non voglio dirti ste cose ma appena si alza lo ammazzo- disse sicuro mentre mi guardava, -è necessario?- domandai facendolo annuire, -ma chi è?- insistetti, -uno, non ti preoccupare chi- mi liquidò facendomi annuire.
Finita la cena senza spargimento di sangue, arrivò il momento che temevo dall'inizio. Il signore si alzò e subito Igor lo seguii; rimase fuori dal ristorante per dieci minuti, più o meno, finché non ritornò. -Vuoi qualcosa di dolce?- chiese guardandomi ma scossi la testa; ci alzammo e, prima di uscire, andò a pagare.
-Cosa c'è?- parlò tirandomi dal braccio, appoggiandomi poi alla macchina, -lo sai già- risposi sicura, -perché lho ammazzato? Tu lhai visto ma non sai che ha fatto, averlo trovato è stata una fortuna- spiegò spostandomi i capelli dietro l'orecchio, -che ha fatto?- domandai ma prima di rispondere mi guardò, -ha stuprato una bambina- sussurrò accarezzandomi la guancia, -una bambina?- domandai incredula, -sua figlia- aggiunse e non riuscii neanche a reggere il suo sguardo, che guardai dietro di lui. Mi accarezzò di nuovo la guancia prima di baciarmi teneramente, -sta faccina no però- mi ammonì facendomi scoppiare a ridere, -ridi ancora se no andiamo all'hotel- minacciò e senza fare niente scoppiai, di nuovo, in una risata, -e cosa dovevamo fare?- chiesi abbracciandolo, -l'aurora- rispose circondandomi il corpo con le braccia, costringendomi poi a guardarlo, -hai degli occhi stupendi- sussurrò baciandomi, ma nel mentre, notai un uomo che ci osservava, -uno ci fissa- lo avvertii e in meno di un secondo il suo sguardo si trasformò. Guardò dove fosse dal riflesso sulla macchina, prima di guardarmi di nuovo, -entra in auto- ordinò consegnandomi le chiavi. Entrai e mi sedetti nel posto del guidatore; lo guardai parlare con l'anziano finché non si strinsero la mano: salì in macchina ordinandomi di partire.
Arrivammo nel punto dove ci avevano consigliato di andare per vedere l'aurora e, dopo aver adattato la macchina, ci sdraiammo entrambi nek bagaglio, senza indossare il giubbotto. -Credi che le vederemo?- domandai mettendomi a pancia in giù con la testa appoggiata sulla sua spalla, -non vedremo niente- rispose sicuro girandosi a guardarmi. Lo baciai mentre infilava la mano sotto la maglia, finendo per toccarmi la schiena; mi riempii di brividi e lo notò anche lui visto che con la coda dell'occhio lo vidi sorridere. -Ho freddo- sussurrai e pochi secondi dopo chiuse il bagagliaio dell'auto. Ero agitata; lui mi piaceva da morire e il fatto che fossimo in questa situazione, sdraiati con la sua mano che vagava sulla mia schiena, sinceramente mi eccitava, e molto. Come si può aver notato, ho un padre che mi controlla, controllava per meglio dire, e, a meno che non ci fosse stato mio fratello, che almeno mi permetteva di scambiare quattro chiacchiere con i ragazzi, io non avrei mai neanche incrociato lo sguardo con il sesso maschile. Sta situazione è stata complicata; per come si comportava mio papà avevo iniziato a credere che tutti fossero esagerati e pesanti come lui, anche se con mia madre aveva un rapporto invidiabile. Rispondevo male a qualsiasi persona non fosse femmina, e per qualche mese ho trattato male pure la mia famiglia. Poi Diego, la mia persona preferita nel mondo, non so come, ma ha migliorato piano piano tutto: penso dopo aver parlato con mio padre.

Essere qui con Igor è la parte in assoluto migliore in tutto sto casino, anzi, direi negli ultimi 18 anni della mia vita, anche se ho sempre le farfalle nello stomaco, tranne ora, che ci sono elefanti e ippopotami mentre ballano.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora