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-Quindi?- domandò accarezzandomi i capelli, -sono ancora arrabbiata con te, ti sei comunque comportato male lo stesso- risposi, sorridendo poi alla sua reazione, -l'importante è che capisci che io non potrei mai tradirti, non ci riuscirei neanche se volessi- continuò, -tua figlia poi si è anche incazzata con me, non mi ha parlato finché non ha saputo che venivo da te- continuò facendomi scoppiare a ridere, -io la amo troppo- ammisi facendolo sorridere, -tra di noi è tutto a posto?- chiese tutto d'un colpo guardandomi, -si, giuro che prima di incazzarmi litigheremo- risposi facendolo ridere, -preferisco- accettò porgendomi l'anello, -scusa se te l'ho lanciata, non avrei dovuto- ammisi ricevendo un bacio da parte sua, -ora, posso almeno farti avere delle guardie?- chiese facendomi sorridere, -tu hai iniziato senza guardie- ribattei, -ma non ero sposato con un mafioso, tu non potrai mai essere come me, sei già stata segnata il giorno stesso in cui mi hai sposato, tutti ti conoscono- insistette facendomi sbuffare, -vada per le due guardie- accettai  vedendolo sorridere, -tu quando torni a casa?- domandò ancora, -già che sono qui, rimango per qualche giorno, ho già tantissime idee- continuai vedendolo poi rispondere ad una chiamata, -mi hai fottuto la droga- annunciò dopo qualche secondo girandosi verso di me, -eh già, un piccolo aiuto per partire- risposi divertita facendogli l'occhiolino, -potevi chiederlo- affermò continuando a parlare al telefono, -non sarebbe stata la stessa cosa- spiegai facendolo ridere, -io quando ho iniziato avevo qualcuno che mi aiutava- affermò seguendomi in bagno, -mh, non avevi sicuramente un marito che lo faceva- gli rinfacciai accendendo l'acqua della doccia, -che differenza fa? Ti aiuto normalmente, io faccio favori a te e tu ricambi, la mafia va così- insistette allacciando le braccia al petto, appoggiandosi poi alla porta, -facciamo così, se quello che voglio fare non riesce, tu mi aiuterai, se no ti toccherà essere mio nemico- spiegai spogliandomi, -non possiamo essere nemici se ora sono qui davanti a te, che sei nuda- ribatté facendomi ridacchiare, -saremo nemici nel lavoro- continuai facendolo ridere, -non riuscirò, se qualcuno ti fa qualcosa? Lo guardo?- chiese ironico, -no, saprò difendermi da sola ad un certo punto- risposi entrando in doccia, -che idea di merda- commentò, -è colpa tua, così la smetti di tirartela tanto- ribattei ancora aprendo il box per guardarlo; non mi rispose più.

-Hai finito?- domandò l'uomo spalancando la porta del bagno, -no, allaccia- ordinai girandomi verso di lui con le spalle, -mi vuoi morto- affermò provocandomi un sorriso, -sempre con queste battutine- commentai dopo girandomi e allacciando le braccia al suo collo, -io rimango qui con te finché non torni- annunciò facendomi fare una brutta faccia, -no- risposi ma mi guardò sapubito malissimo, -puoi contestarmi tutto, ma la tua sicurezza no, rimango con te- parlò deciso facendomi sbuffare, -fai come vuoi- accettai sapendo che non avrebbe cambiato idea.

Optai per dei jeans e un cardigan con scollo a V e dopo aver indossato i miei soliti anfibi andai da Stephen che stava fumando in balcone, -ho un pó fame- ammisi appoggiandomi alla sua spalla, -che profumo hai?- domandai ancora annusandolo, -ah non lo so- rispose circondandomi la vita con il braccio, -andiamo?- chiesi ancora facendolo sbuffare, -sai che noi per questo motivo litighereno tanto?- domandò guardandomi serio, -potevi pensarci prima lo sai?- ribattei allacciando le braccia al suo collo, -si, ma io sto lottando contro me stesso per non portarti via di qui a forza- ammise stringendomi a se, -ho il terrore che ti facciano male- sussurò dopo facendomi sorridere, -accetto la tua protezione, però rimango qui, così sarai sicuro che ho le tue stesse capacità- accettai facendolo annuire, -mi da fastidio non averti vicino- continuò a denti stretti schiacciandomi alla ringhiera con il suo corpo, -ci pensavi prima- ripetei stufa, -Jasmine, la mia pazienza ha un limite lo sai quasi meglio di me- continuò prendendomi per il collo, non stringendo tanto, -vieni via con me- sussurrò vicino al mio orecchio, sfiorando la pelle del mio collo con le sue labbra, -e non te lo sto chiedendo- continuò facendomi ridacchiare, -che stronzo che sei, vieni ti fai perdonare, e poi comandi- gli rinfacciai, -no, sono venuto perché pensavi ti avessi tradito e ho avuto paura di poterti perdere, ma sono sempre stato sicuro di non lasciarti qui, neanche una volta, ho fatto finta- spiegò sempre nella stessa posizione accarezzandomi una guancia, scendendo poi verso il collo, -tu sai che io proverò lo stesso a lavorare vero?- domandai allacciando la gamba al suo bacino e tirandolo verso di me, -questa mano sul collo non sai quanto mi eccita- continuai sfiorando le sue labbra, -spogliati- ordinò staccandosi da me e rientrando nella camera.
Lo seguii e appena entrai mi fiondai sulle sue labbra, ma dopo qualche secondo si staccò, -ti ricordi quando l'abbiamo fatto in piscina?- domandò facendomi subito eccitare, quella sera era stato dannatamente rude e aggressivo, tanto da farmi tremare le gambe da non poter camminare per minuti, -sarà peggio- finii iniziando a baciarmi il collo, mordendolo e succhiandolo, stringendo il seno e stuzzicandomi i capezzoli, -fai tutto quello che ti dico, senza rispondere- aggiunse tirandomi via i vestiti che avevo addosso, facendomi rimanere nuda davanti a lui; -si sedette davanti a me, osservando ogni parte del mio corpo, -lo conosci a memoria oramai- gli feci notare facendolo sorridere, -ma guardarlo è una meraviglia che non ti puoi immaginare- ribatté guardandomi negli occhi, -in ginocchio- ordinò dopo facendomi obbedire, -come mai oggi non controbatti e non provi a prendere il comando?- chiese slacciandosi i pantaloni, -perché scopi da dio, e quando sei arrabbiato è una goduria assoluta- spiegai velocemente, cominciando, senza il bisogno di farmelo dire, il mio lavoretto.

Because I don't let you go 3 || Where stories live. Discover now