30

1.6K 67 5
                                    

Appena finii di mangiare, mi girai verso Stephen che stava parlando con il proprietario del ristorante praticamente da quando eravamo entrati; li vedevo andare d'accordo, scherzavano ed è difficile che si comporti così con qualcuno che non sia speciale per lui, quindi pensai subito che fosse un suo vecchio compagno di guerra.
-Scusa se ti ho lasciato sola, ora te lo presento- parlò proprio il protagonista dei miei pensieri, -chi è?- domandai bevendo un sorso di thè freddo, -un mio vecchio amico, siamo stati in guerra insieme- spiegò facendomi sorridere, -l'avevo immaginato- ribattei alzando lo sguardo appena l'uomo di prima di avvicinò al tavolo, -tu devi essere Jasmine- parlò porgendomi la mano, che strinsi con un sorriso sulle labbra, -io mi chiamo Sergei- si presentò poi sedendosi accanto all'altro uomo, -allora, com'è avere lui come marito?- domandò divertito, -che vuoi dire?- ribatté Stephen, -che già quando vivevo con voi altri cagavi il cazzo, povera donna- scherzò facendomi sorridere divertita, -poi con due figli- continuò quasi commosso, guardandolo, -li voglio vedere- annunciò poi, -puoi venire quando vuoi- parlai io, felice che fossero così amici.

Parlammo qualche altro minuto finché il lavoro non lo chiamò.

-Ho ancora un pó fame- ammisi a bassa voce, visto che mi ero mangiato un menù enorme, -ancora?- chiese Stephen stupito facendomi annuire, -cosa vuoi?- continuò facendomi scuoetere la testa, -un altro panino?- domandò, -non è troppo?- chiesi facendolo ridacchiare, -tu lo vuoi?- insistette facendomi annuire, -allora non è troppo- rispose chiamando il cameriere.

Appena mangiai chiacchierammo un altro pò con il suo amico e, arrivato il momento di andare, si misero a discutere; -lo so che puoi permetterti pure Marte ma ti sto dicendo che ti offro io- disse Sergei a mio marito, -ti ho detto che non voglio, prenditi sti cazzo di soldi- ribatté l'uomo sbattendoglieli sul tavolo, -fate sempre cosi?- domandai stupita non ricevendo però risposta, -io vado, quando finite raggiungiumi a casa- lo avvisai toccandogli la spalla prima di varcare la soglia ed uscire.

-Dove sei?- domandò il padre dei miei figli appena parcheggiai la maccchina nel garage della nuova casa, -sono appena arrivata, quanto ci avete messo voi a discutere?- chiesi divertita, -troppo, alla fine non li ha neanche presi, li ha regalati ad uno che lavorava li- rispose facendomi scoppiare a ridere, -tutta questa cosa per nulla, è troppo simpatico- commentai entrando in casa, -che cazzo è successo?- urlai vedendo Diego correre per casa sporco di merda, credo, o almeno, non spero, David che lo guardava divertito, e Karine che li riprendeva, -ma siete scemi?- continuai guardandoli, -cosa c'è?- chiese Stephen dall'altro lato del telefono, -che qui di bambini ce ne sono tre, non due- risposi buttando la borsa per terra, -appena arrivi capisci, fammi sistemare sta cosa intanto- lo avvisai prima di mettere giù.
-Allora?- domandai incitandoli a parlare, -è caduto nella pozzanghera e visto che era già sporco si è rituffato- spiegò l'uomo mentre lo guardavo incredula, -e già che ci siamo, visto che fino qui è tutto normale, facciamolo entrare in casa, tanto chissene frega- urlai, -oggi già è una giornata che fa schifo e voi l'avete peggiorata con sta cazzata, quindi sistemate, tutto, velocemente- ordinai salendo le scale.
Mi buttai sotto la doccia per rilassarmi il più possibile ma presa da un momento di rabbia tirai un pugno alle mattonelle del bagno, -cazzo- imprecai mettendo subito la mano sotto l'acqua, visto che iniziò in poco tempo a perdere sangue.

-David è uno scemo- ammise Stephen appena entrato in stanza, -non dirlo a me- ribattei girandomi a guardarlo, -adesso chiamo Rosa, almeno c'è lei- continuai riferendomi alla donna delle pulizie, -che cosa hai fatto?- parlò subito dopo prendendomi la mano, -ero incazzata- risposi cercando di nasconderla, -non me ne frega un cazzo, se ti permetti un altra volta te la spacco io la mano- mi avvertì guardandomi incazzato, -capito o no?- aggiunse facendomi annuire.
Andò in bagno a lavarsi e appena uscii io mi stavo provando l'abito per quella sera, -vieni che non smette di uscire sangue- parlò facendomi girare verso di lui; si avvicinò è posò sopra la mia mano un pezzo di carta imbevuto di disinfettante e dopo aver aspettato qualche minuto mi fasciò coprendo tutte le nocche, -questo no- disse riferendosi al vestito che stavo indossando, -non iniziare- sussurrai stufa, -non è bello- insistette, -è sempre così, un lamento ogni volta che mi preparo- sbottai strappandomi il vestito di dosso e uscendo in balcone a fumare. Mi sedetti sopra la sdraio e mi calmai, sorridendo appena vidi Karine davanti all'uscita, -che c'è amore?- le domandai facendola sorridere, -sei arrabbiata- disse sicura facendomi annuire, -se mi dai un abbraccio mi passa- la avvertì e subito si avvicinò a me, -papà ti fa arrabbiare?- chiese sedendosi a cavalcioni sopra il mio corpo, -un pochino, oggi però è un brutta giornata, sono un pó triste- parlai accarezzandole i capelli neri, -Jasmine- mi richiamarono così rientrai, sempre con in braccio la bambina, -sono le sei dobbiamo andare, ci mettiamo un'ora emmezza ad arrivare- spiegò facendomi annuire, -tienila- dissi passandogli la figlia, che subito lo abbracciò stretto, -e noi cosa facciamo?- la sentii chiedere, -è una sorpresa- rispose Stephen; indossai un altro abito e appena misi anche le scarpe uscii dalla cabina armadio.

 Mi sedetti sopra la sdraio e mi calmai, sorridendo appena vidi Karine davanti all'uscita, -che c'è amore?- le domandai facendola sorridere, -sei arrabbiata- disse sicura facendomi annuire, -se mi dai un abbraccio mi passa- la avvertì e subito si ...

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Stephen mi fissò ma venne subito richiamato dalla figlia, così uscii dalla stanza. Preparai la borsa con dentro le chiavi, il cellulare e delle cicche, poi, appena mi infilai la fede, che toglievo per lavarmi, raggiunsi gli altri. -Ah, venite anche voi?- domandai vedendo tutte le mie amiche con i rispettivi fidanzati o mariti, -sai che festa è?- domandò Sophie avvicinandosi a me, -no- scossi la testa girandomi verso Stephen, -glielo spiega lui- la interruppe Adrian indicandomi di raggiungere l'uomo.

Because I don't let you go 3 || Where stories live. Discover now