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Presi i bambini e, indecisa su dove portarli, vista la situazione di sta mattina, fui costretta a chiamarlo, -dimmi dove portarli- dissi subito, appena rispose, -da me al palazzo, faccio scegliere a loro la nuova casa- spiegò; mi diressi lì e appena arrivati entrammo.

-Chi sono quelle?- domandò Karine indicando due donne, -non lo so amore, perché ti interessa?- chiesi accarezzandole le guancie, -nulla- rispose facendo poi una strana faccia. Corrugai la fronte divertita ma quando mi girai verso di loro, vidi Stephen che aveva il braccio intorno alle spalle di una, -che figlio di puttana- commentai ad alta voce, facendomi sentire da chiunque fosse presente; vidi David terrorizzato guardarmi, mentre mi faceva no con la testa. -Non ho mai visto uomo più sfigato di te e sai perché?- urlai mentre una lacrima solcava la mia guancia, -perché la scema sono io- finii delusa girandomi a guardare i miei bambini, -la mamma torna fra qualche giorno, voi fate i bravi- li avvisai facendoli annuire tristemente, -Jasmin- urlò proprio lui ma nervosa presi la pistola che avevo nella borsa e gliela puntai, -io e te siamo estranei adesso, vai dalle puttane di cui non riesci a fare a meno, la gelosia ti ha rovinato il matrimonio- sputai lanciandogli l'anello che mi aveva dato.

Camminai velocemente verso l'auto, salendoci subito sopra.

Piansi come non avevo mai fatto in tutta la mia vita: mi mancava già e il fatto che continuava a chiamarmi mi faceva innervosire sempre di più.

In una decina di minuti riuscii ad organizzare il volo che mi avrebbe portato in Svezia lo stesso giorno, e, senza neanche preparare i bagagli, partii per l'Europa.

Passò qualche ora prima di atterrare, ma nel momento in cui arrivai nell'altro stato, riniziai a piangere.

-Vorrei una camera- ordinai appena arrivata nell'hotel, -matrimoniale o singola?- chiese facendomi sorridere infastidita, -matrimoniale grazie- risposi salendo subito dopo le scale.

Mi distesi stanca morta sul letto, e senza neanche riuscire a fare qualcosa mi addormentai.

-Pronto- risposi al cellulare mettendo il vivavoce, -dove sei?- domandò l'uomo facendomi spalancare gli occhi, -vaffanculo, che te ne frega- ribattei sedendomi sul letto, -stai facendo uscire il mostro che avevo nascosto- mi avvertì facendomi sorridere, -tu invece mi stai facendo morire, abbracciato ad una donna? Tu? Mi hai tradito senza un minimo di ritegno, e continui ancora a insistere e a chiamarmi, tu, che sembrava mi amassi più di qualsiasi cosa al mondo, invece sei come gli altri, quei figli di puttana con cui lavori, ed io invece che ero sincera- mi sfogai ancora con le lacrime agli occhi, -non ti ho tradito con nessuno, come avrei potuto farlo?- urlò facendo calare un silenzio imbarazzante, -io che me ne sono sempre fregato di tutto, ti prendo in giro così? Ti tratto da regina e poi ti tradisco? Se fosse stato vero, te lo avrei detto direttamente in faccia, fregandomene di come potevi starci- continuò facendomi piangere più forte, -io non sopporto l'idea di non averti accanto, sto male senza di te, quindi almeno dimmi dove sei, giuro che non vengo- insistette senza ricevere risposta, -sono in Svezia- sussurrai sentendolo ridacchiare, -hai scelto bene, ma stai attenta, li è pieno di gang- commentò, -ti amo da impazzire- sentii dire e quando mi girai me lo ritrovai davanti, -avevi giurato che non venivi- sussurrai asciugandomi le lacrime, -ero già qui- rispose sorridendomi dolcemente, -perché non la smetti di piangere che io non ho fatto nulla con nessuna- insistette sedendosi davanti a me, -chi era quella, giuro che vi ammazzo di botte entrambi- risposi nervosa tirandomi i capelli, -la nuova fidanzata di David, mia amica da tanti anni-, -io non lho mai vista, e anche noi ci conosciamo da anni- sbottai guardandolo male, -sei sicura di non averla mai vista?- chiese accarezzandomi la guancia, -fammi vedere una foto- ordinai, -non ho una foto sua, è la ragazza che dicevi sempre che ti guardava sorridente- spiegò facendomi ricordare, -ah è lei? Sorrideva sadica, vedi te, poi la vedevo sempre alle feste ubriaca, e comunque non me ne frega un cazzo, sarà pure tua amica da quando avete un anno, perché la abbracciavi? Anche Sophie la conosci ma mica la abbracci, poi così, che fastidio- urlai cercando di non spaccare nulla, -vedi che ti da fastidio quando tocco qualcuno?- mi rinfacciò, -mi viene voglia di picchiarmi, tu sei scemo vero? Secondo te è la stessa cosa? Quell'uomo aveva toccato me, non il contrario, poi cazzo, proprio quando sai che sto arrivando?- urlai di nuovo ma la voce si spezzò per colpa del pianto, -non c'ho pensato perché non ho nulla da nascondere- sussurrò avvicinandosi sempre di più a me, -smettila di piangere per favore- continuò prendendomi il viso e asciugandomi le lacrime, -sei sempre stata una parte di me, cosa sarebbe cambiato ora?- chiese facendomi alzare le spalle, -non mi posso stancare di te, quindi non dubitare più della mia fedeltà- finì arrabbiandosi leggermente, -calmati- sussurrò dopo, stringendomi a se, -mai potrei sostituirti-.

Because I don't let you go 3 || Where stories live. Discover now