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-Che si fa oggi?- domandai girandomi a guardarlo, -devo fare una cosa- disse facendomi annuire ovvia, -ci metto pochissimo te lo giuro- continuò, -tranquillo vai, io sono in ottima compagnia- sorrisi indicando i due bambini fuori, -poi Karine che sta male- finii sorridendogli, -ti amo, neanche un'ora e sono a casa- mi baciò prima di uscire. Pensai a cosa fare così, data l'ora, uscii in giardino, -avete fame?- domandai ma risposero negativamente così, dopo avergli detto di stare attenti e di non correre se il pavimento era bagnato, tornai da Karine. -Ei, da quanto sei sveglia?- le chiesi sdraiandomi accanto a lei, -da poco, ho un pó fame- rispose, avvicinandosi a me, -facciamo un pó di riso? Poi se hai ancora fame mangiamo altro- spiegai così, dopo averle fatto fare un bagno, la portai in cucina.

-Papà dov'è?- chiese con la bocca piena, -dovrebbe arrivare tra poco- le risposi accarezzandole i capelli, -eccolo qui- l'avvisai vedendolo entrare nella stanza, -in compagnia di una persona che non conosco- continuai facendola ridere, -faccio un cosa e arrivo- spiegò salutando la bambina, -se fossi stata nuda?- inventai così da fargli capire che doveva avvisare se portava qualcuno, -era morto- sussurrò semplicemente facendomi scuotere la testa rassegnata.

Dopo che mia figlia finii di pranzare andò a guardarsi un film, mentre io preparai dei panini che poi portai ai due bambini fuori, -mangiate e poi se volete ancora entrare in acqua, andateci subito- li avvisai vedendoli correre contenti verso di me.
-Cosa?- chiesi appena vidi Stephen in cucina, -io ho fame- ammise, -l'altro uomo dov'è?- domandai, -è andato via- rispose avvicinandosi a me, -io ho fame- ripeté, -sembri tuo figlio- scherzai ridendo, -dai- si lamentò facendomi ridere, -che vuoi mangiare?- chiesi sedendomi sullo sgabello, -gnocchi- rispose abbracciandomi, -con?- continuai lasciandogli un bacio, -no no, niente gnocchi, pesce- cambiò idea facendomi sorridere, -non so se c'è- ammisi spostandolo per controllare, -si, salmone- risposi tirandonolo fuori, -al forno?- domandai girandomi a guardarlo, -no, in padella- rispose, -tu hai mangiato?- chiese guardandomi, -non ancora-, -e come mai?- continuò, -non lo so, non ho fame- ammisi stranita, -cucino io, tu siediti- ordinò dopo, -cosa vuoi fare?- chiesi curiosa, sapendo che quando cucinava lui venivano delle cose buonissime, -ora vedi- rispose facendomi annuire. -Mamma- urlò Diego facendomi spaventare, -cosa?- urlai uscendo in giardino, -sono caduto- disse avvicinandosi a me con un ginocchio sbucciato, -io cosa ti avevo detto?- dissi seria guardandolo negli occhi, -lo so, non corro più quando è bagnato- rispose avvicinandosi a me, -vieni- sussurrai prendendolo in braccio, -aspetta- mi interruppe Stephen rubandomi il figlio dalle braccia, -dopo ti spiego- sussurrò dirigendosi non so dove insieme al figlio.
-Come mai sei qui da solo?- domandai dirigendomi da Maicol, che era ancora fuori, ma notando che era strano, mi sedetti accanto a lui sull'erba; -mi mancherai- disse dopo minuti di silenzio, alzandosi e abbracciandomi. Una lacrima mi rigò la guancia ma la tolsi subito, stringendolo a me, -ti sei fatto male anche tu- notai vedendo che anche il suo gomito era sporco di sangue, -siamo caduti insieme- rispose facendomi annuire, -allora vieni che te lo sistemo- continuai dirigendomi verso l'ufficio di Stephen, -ecco l'altro- avvisai mio marito, facendolo sorridere.
Rimasi lì, appoggiata alla porta, ammirando come Stephen gestiva la situazione; cercava sempre di insegnare ai bambini qualcosa, anche da una piccola cosa come questa, riusciva a tirare fuori un discorso serio. Anche con Karine aveva fatto così, lui provava sempre a farle discorsi, ma finivano sempre per discutere; come situazione faceva ridere, una bambina di quasi sette anni che riusciva a tenere testa ad un uomo come lui, ma il vero problema era che erano troppo simili, e nemmeno se ne rendevano conto: con Diego ci provava ma secondo me anche lui era come Karine.

Dopo che finii i suoi discorsi, i bambini uscirono dalla stanza, uscendo ancora fuori a giocare, -tu ci provi, ma secondo me non serve, sono già uguali a te- scherzai sorridendo, -Karine non è uguale a me- ribatté, -è identica infatti- continuai sedendomi sopra la sua scrivania, -gli dovrò pure insegnare qualcosa, Karine non credo, ma te lo dico io che Diego sarà il nuovo me- ammise, -Karine secondo me farà il medico- lo interruppi, -studia che è una meraviglia- finii lui stupito, -ed io con Diego come faccio?- domandò preoccupato, -è ancora piccolo perché ti preoccupi ora?- gli chiesi tirandolo verso di me, -perché è un bambino dolcissimo ma anche una grande peste- rispose sedendosi accanto a me, -ricordati però che in casa lui si comporta bene, è una peste a scuola- precisai, -secondo me, senza nessuna preoccupazione, lui crescerà uguale a te- ripetei facendolo girare verso di me, -a scuola litiga sempre perché appena fanno qualcosa che gli dà fastidio si arrabbia, litiga anche con la maestra perché per lui lei ha preferenze, e poi a casa guarda come fa, lo lasciamo una mattina da solo e riesce a spaccare solo un piatto- aggiunsi facendolo sorridere, -ha quattro anni, e ti avviso, per me mai sarà pronto per fare quello che fai tu, se facesse come me sarebbe diverso, ma dubito che lo farà- continuai, infilandomi tra le sue gambe, -sai cos'è?- iniziò fermandosi, -mi preoccupa il fatto che se non gli insegno bene tutto né pagherà le conseguenze- continuò, guardandomi, -anche noi in questo momento potremmo star rischiando la vita, siamo una famiglia mafiosa è ovvio- parlai ma mi interruppe, -voi non rischiate mai la vita, io ogni tanto, ma voi mai-, -ecco, ti sei risposto da solo- iniziai, -l'unico che rischia forse sei tu, e prima o poi toccherà a Diego, ma non succederà neanche perché imparerà da te- continuai, -perché ora dubiti di te stesso? Non l'hai mai fatto, sei un padre meraviglioso- continuai accarezzandogli la guancia, -l'ho immaginato da grande- sussurrò frustrato, -anche io, ed era identico a te- risposi allacciando le braccia al suo collo, -menomale che ci sei tu- sussurrò stringendomi a se, appoggiando la testa sulla mia spalla.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora