45

1.4K 80 3
                                    

Finito di cenare, andammo a prendere un gelato ai bambini.

-Sono stanca morta- ammisi appoggiandomi al suo petto, -tra poco andiamo- rispose lasciandomi un bacio in fronte, -non ammazzare più qualcuno davanti a me- continuai facendolo ridacchiare, -è brutto guardarlo in faccia mentre muore- continuai sentendolo accrezzarmi i capelli, -va bene- accettò abbracciandomi.

Appena ritornati a casa mi buttai sul letto, togliendo i tacchi, i jeans e il top. -Dormi?- chiese Stephen facendomi rispondere con un semplice suono, -dove sono le supposte, le sto cercando da un'ora- sussurrò facendomi sorridere, -nel frigo- risposi io ovvia sentendolo poi alzarsi dal materasso.

-Mamma- parlarono facendomi aprire leggermente gli occhi, -amore mamma è stanca, chiedi a papà- parlai accarezzandogli i capelli, -papà si è addormentato nel letto con Karine- rispose mettendosi accanto a me, -allora dormiamo insieme anche noi- finii abbracciando poi mio figlio.

Appena mi svegliai trovai ancora Diego tra le mie braccia; mi alzai per far pipì visto che l'orologio segnava le sei e poi andai nella camera di Karine, trovandoli abbracciati che dormivano. Ancora mezza morta ritornai nel lettone, addormentandomi di nuovo.

-Amore- mi svegliarono scuotendomi leggermente, -che ore sono?- chiesi appena vidi Stephen, -le undici- rispose facendomi annuire, pensando che avesse già portato i bambini a scuola, ma quando mi girai trovai il bambino con ancora gli occhi chiusi, -siamo dei pessimi genitori- annunciai facendolo ridere, -è un giorno di scuola che sarà mai- parlò alzandosi ed entrando in bagno. Mi girai abbracciando Diego chiudendo ancora gli occhi, -non sto dormendo- avvisai il padre appena sentii una porta aprirsi, -sei vuoi ancora dormire fallo, io devo uscire- disse facendomi aprire gli occhi, -perché?- chiesi guardandolo, -i politici vanno zittiti con i fatti- spiegò facendomi sbuffare, -stai attento, e torna fra quattro ore massimo- parlai ricevendo un bacio sulla fronte.

Mi alzai dal materasso, scuotendo la testa divertita, quando notai mia figlia in piedi davanti alla porta, -non ci avete svegliato- parlò arrabbiata facendomi annuire, -lo so amore, eravamo stanchi- risposi, -tanto è solo una giornata di scuola- aggiunsi facendola annuire, anche se le dispiaceva comunque non esserci andata.

Mi lavai la faccia e poi scesi per mangiare qualcosa; -ei amore- parlai appena vidi Diego mezzo addormentato davanti alla porta, -non siamo a scuola- annunciò facendomi annuire, -che bello- aggiunse poi con un sorriso in volto, sedendosi sullo sgabello.
Preparai il pranzo direttamente e dopo essermi lavata e vestita proposi di andare al parco, ma nessuno aveva voglia di uscire.

Annoiata mi sdraiai sul divano per guardandare qualcosa finché un telefono non iniziò a squillare. Lo cercai finché non capii che era quello dell'ufficio di Stephen.

-Pronto- risposi sedendomi sulla poltrona, -dov'è Sokolov- rispose qualcuno facendomi corrugare la fronte, -ora glielo chiamo- mentii per evitare qualsiasi situazione pericolosa; -hanno chiamato a casa, un uomo che non so chi sia- spiegai appena Stephen mi rispose alla chiamata, -non devi rispondere se chiamano nell'ufficio- mi ammonì, senza poi parlare più. -Tutto bene?- domandai sentendolo strano, -si tranquilla, sempre le solite cose, comunque non rispondere più e riattacca, lo richiamo io ora- mi avvertii chiudendo poi la chiamata.

Verso le cinque emmezza di pomeriggio ritornò a casa mentre i due bambini erano in piscina ed io a leggere, mentre li temevo d'occhio.
-Sei uscito all'una- parlai appena mi tolse il libro dalle mani, sdraiandosi poi sul mio stesso sdraio, -non mi sono mai annoiato come oggi, di solito i politici sono divertenti, questo invece ha pianto e basta- spiegò appoggiando la testa sul mio petto, -sei incredibile- sussurrai intrecciando le mie gambe con le sue, finché Diego, bagnandoci, non ci interrupe.


Because I don't let you go 3 || Where stories live. Discover now