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Arrivati davanti all'edificio in cui si teneva l'evento a cui stavamo partecipando, notai mia madre che, mentre mi dirigevo verso di lei, mi guardava sia malissimo sia con l'espressione che diceva, voglio sapere tutto.

-State giù- urlarono e mentre vedi mio padre mettersi davanti a mia mamma, Igor si fermò davanti a me, a farmi da scudo.
Spari per pochi secondi finché non mi ritrovai in macchina, -portala via- sentii urlare mio padre e subito Igor ubbidì, -non posso, c'è tutta la mia famiglia li- ribattei, -facciamo un'altra cosa- parlò sgommando via, verso però chi ci stava sparando. Ne investì molti, e per fortuna l'auto era anti proiettile.
Stavamo andando a casa mia, per volere dei miei genitori, e appena entrammo in casa, vidi la fidanzata Diego, che aveva un pó di febbre, mentre teneva in braccio Noah. -Mi ha scritto- annunciò abbracciandomi, riferendosi a mio fratello, ma appena notò il ragazzo dietro si zittì; mi guardò velocemente prima di salire. -Lo tengo io- la fermai ma negò arrabbiata, -tranquilla- le risposi prendendoglielo dalle mani.
-Quando è nato?- chiese avvicinandomi a se, -quasi da due settimane, è piccolo piccolo- sussurrai lasciandogli un bacio sulla piccola testina, -tua madre è tanto giovane- continuò facendomi annuire, -mi ha avuto a 22 anni, spero di arrivare anche io alla sua età così- gli diedi ragione ma quando alzai lo sguardo verso di lui mi prese per la testa e mi baciò dolcemente. Appoggiai la testa sulla sua fronte prima di aprire gli occhi, -ci siamo conosciuti un'ora fa- sussurrai ma in risposta mi baciò di nuovo. Sorrisi e, quando sentii la porta principale aprirsi, andai subito a vedere chi fosse.
-Stai bene?- domandò mio papà lasciandomi un bacio in fronte, -la mamma?- chiesi ma in quel momento preciso entrò quest'ultima, insieme a Diego. Mi abbracciò, si lavò le mani, e poi prese Noah in braccio andando in cucina a sedersi: mi girai verso Igor prima di sorridergli: -parliamo un attimo- disse il ragazzo rivolgendosi a mio padre che annuì prima di uscire dalla stanza
-Tiana è su?- domandò Diego facendomi annuire, prima di sedermi accanto a mia mamma. -Si è messo davanti a te- ricordò, poco dopo aver iniziato ad allattare il bimbo, -già- ci ripensai totalmente in crisi; pochi minuti in cui ci siamo conosciuti un minimo e lui che mi protegge. -È strano- pensai facendola annuire, -ma bello- aggiunse sorridente, -ma cos'è successo sta sera?- chiesi facendole scuotere la testa, -tuo padre raramente mi racconta, e se lo fa è superficiale- spiegò prima di salire la scale.
Mi preparai un panino e neanche il tempo di mangiarlo che mi interruppero; -tua madre?- domandò l'uomo così indicano il piano superiore, -ti devo spiegare una cosa- mi avvertì prima di salire su.
-Qualcosa di grave?- chiesi a Igor, -un pó brutta- rispose sorridendomi, mentre ritornò mio padre; -per un pó tu e tuo fratello ve ne andrete- annunciò lasciandomi di stucco, -perché mai?- domandai, -mi ha detto che qualcuno vi ha seguiti, poi parliamo del perché eravate li- disse guardando il ragazzo, -anche tuo fratello ha incontrato uno che lo ha minacciato, ed è qualcuno di quelli che era alla festa che ha fatto l'infame- disse sicuro, -scommetto sul polacco- si intromise Igor, -perché?- chiese mio padre, -succede qualcosa e lui è sempre lì, quando hanno quasi ammazzato la moglie di Snimov, lui era lì, oggi uguale, ma quando Diego ha rischiato sai dov'era? Ungheria, ha paura della Solncevskaja- spiegò mentre l'uomo che mi assomigliava lo guardava senza emozioni, -tu vai con lei- disse sicuro stupendomi; ci pensai bene ed evitai di sorridere per non rovinare tutto. -Andrete domani mattina, niente jet, solo auto, le lascio i soldi che vi potrebbero servire, ma anche tu preparati, decidete voi dove andare, se neanche io lo so è più sicuro, niente Asia, in Europa- disse velocemente prima che, dietro di lui, vidi David, -sei cresciuto- commentò sorridendo al ragazzo più giovane, abbracciandolo, -come mai?- chiesi curiosa, ma mio zio mi guardò in modo strano, -suo padre è un nostro grande amico, è vecchio eh, ma sempre intelligente- spiegò prima che iniziassero a parlare.

Mio padre mi guardò prima di indicare la porta e quando uscii lo seguii su per le scale, fino in camera mia. -Lo so che ti piace- parlò sedendosi sul mio letto, -e lo devo ammettere ma sa il fatto suo, mi assomiglia, parecchio- continuò facendomi annuire, -poi oggi ha pensato subito a difenderti ed è questo quello che volevo, poi ha capito già da un pó che c'era un infame, io ne ho avuto la conferma solo oggi- aggiunse mentre mi sedetti accanto a lui, -credo sia la persona più adatta per proteggerti, nessuno ti ha mai vista con lui, solo sta sera con tutto sto casino, poi ci vai d'accordo e io di lui mi fido, suo padre lo conosco da trent'anni, lui da quando è nato, poi mi aveva già parlato di te- precisò facendomi sorridere alla fine, -te la senti di andare?- chiese abbracciandomi, -si- risposi, -non troppo tempo però, e ci sentiamo sempre- lo avvertii facendolo annuire, -dai ora dormi- sussurrò alzandosi ed uscendo.

Pov's Jasmine

Mi aveva parlato di quello che aveva intenzione di fare, e nonostante la paura, sarebbero stati più al sicuro lontani da tutto: controllati ma lontani.
-Tu devi ammazzare chiunque lo stia facendo- lo avvisai ma mi guardò ovvio, -dai tranquilla- disse appoggiando il telefono e avvicinandosi a me, che ero ancora vestita. -Faccio sparire le persone come niente, non li troveranno, e se dovesse succedere Diego e Igor sanno cavarsela molto bene- parlò accarezzandomi una guancia, -ti fidi molto di lui?- chiesi, -lo conosco da quando è nato, il padre era con me nell'esercito, poi è andato via e quando è ritornato eravamo ricchi entrambi- raccontò e annuì triste. -Noi andremo nelle Filippine?- chiese baciandomi il collo, -le ha fatto da scudo- ripensai incredula sentendolo ridacchiare, -lo so, non sai quanto mi da fastidio, a lei piace- parlò velocemente facendomi sorridere.

Dopo un bagno caldo, insieme, ci sdraiammo sul letto per rilassarci, solo che poi ritornò giù.

Because I don't let you go 3 || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora