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Liam aveva pianto quando lo era venuto a sapere.

Mi aveva commosso vedere i suoi occhi farsi lucidi per la prima volta e il suo labbro tremare sotto i folti baffi bianchi.

Non ero riuscita a resistere e avevo avvicinato lui e Jake in modo che riuscissero ad abbracciarsi, sapevo che entrambi morivano dalla voglia di stringersi come vecchi amici.

-Sono così felice per te, ragazzo mio.- Aveva mormorato sfoderando un sorriso storto e ricomponendosi.

-Sono sicuro andrà tutto a meraviglia.- Aveva affermato poi facendo un passo indietro e osservando Hannah che dentro il camice aveva gonfiato il petto.

-All'80% sì.- Aveva ripetuto, quasi fiera che la percentuale fosse così alta.

-È sempre sopra la metà.- Aveva dichiarato l'uomo per poi appoggiare una mano sulla spalla del modello che aveva sorriso con un angolo della bocca.

I giorni erano passati così velocemente che facevo fatica a realizzare che fosse arrivato il grande momento.

Jake non ne aveva voluto sapere di avvertire i suoi genitori, al contrario mi aveva permesso di dirlo a Leda, Nathan e Gareth.

E ora, dopo così tanto, mi ritrovavo al suo fianco su quel lettino d'ospedale, in attesa che arrivassero le infermiere per portarlo in sala operatoria.

Il suo braccio mi stringeva il fianco mentre il suo viso duro come il marmo era appoggiato sulla mia spalla. Continuava a stringere la mia mano con tale forza da farla diventare bianca.

-Rilassati.- Dissi sorridendo mentre gli lasciavo un piccolo bacio sulla testa.
-Tu sei più nervosa di me.-
-Ne dubito altamente.-

Chiuse gli occhi stanchi, marcati da due occhiaie profonde.
Sembrava disorientato, perso nella sua agitazione che teneva tanto nascosta.

-Non riesco a smettere di tremare, Amber.- Ammise dopo qualche istante a bassa voce, come per paura che qualcun altro oltre a me lo potesse sentire.

Non andò oltre, non mi spiegò i dettagli o ciò che realmente temeva, ma era chiaro.
-Andrà... andrà tutto bene.- Esordii sistemandogli la cuffia sui capelli.

-Si tratta di un'operazione di qualche ora soltanto.- Gli accarezzai la guancia cercando di trasmettergli la serenità di cui aveva bisogno.

-Qualsiasi cosa succederà, buona o cattiva, non sarai più solo.- Gli sussurrai stringendolo in un abbraccio, non lo avevo mai visto in quelle condizioni di ansia totale, tanto da farlo tremare.

Il ragazzo sfiorò la mia collana con le dita snelle. -Questa è nuova?- Accennò un piccolo sorriso.

-È... il regalo di Natale di Axel.- Le sue labbra si tirarono in una smorfia spenta, lo vidi appassire per qualche istante.

Gli afferrai la mano e spazientita feci in modo che le punte delle sue dita sfiorassero l'anello sul mio dito. Socchiuse gli occhi bianchi schiudendo le labbra rosee.

-Oh.- Lo tastò con interessante delicatezza.

-L'hai tenuto.- Annuii. -Perché?- La mia mano era stretta saldamente nella sua. Alcune persone fecero il loro ingresso nella triste stanza d'ospedale ed entrambi ci ammutolimmo.

-Mi aspetterai?- Mi chiese afferrandomi il polso con fermezza e inchiodandomi con gli occhi bianchi.

Lo osservai attendere una risposta, ora steso su quel lettino.
-Non serve neanche chiederlo.- Riuscii a dire prima che il modello sparisse oltre la porta, all'angolo delle sue labbra rosee comparve un sorriso

La LucciolaWhere stories live. Discover now