45°

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Ormai era tutto pronto, ogni cosa era al suo posto. 

Mancava solo Axel.

Jake aveva già ripreso a leggere, forse per scaricare frustrazione. Accarezzava agitato il soffice manto di Harold, appisolato sul suo ventre. 

Li osservai con una punta di tenerezza nello sguardo.

Il giorno dopo il suo arrivo avevo acquistato tutto il necessario, dalle ciotole a più di una cuccia, spendendo quasi metà del mio stipendio. 

Nonostante tutto il ben di Dio in suo possesso, però, Harold sembrava preferire il letto di Jake o Jake stesso come giaciglio su cui dormire.

-Quando ha intenzione di presentarsi?- Si azzardò a dire il ragazzo dopo il mio ennesimo sospiro. -A momenti, ne sono sicura.- Lo sguardo mi cadde sullo scorbutico dio greco. 

Intento a leggere il suo libro aveva un'espressione turbata, le labbra rosee semi aperte e i pendenti d'oro bianco catturavano la mia attenzione. 

Cercando di non pensare al ragazzo davanti a me mi catapultai ad accendere la radio. -Metto della musica.- Lo avvertii per poi premere il tasto "play", lui non protestò. 

Le note cominciarono a diffondersi nella stanza portandosi dietro anche un silenzio quasi piacevole. 

Cominciai a muovermi a tempo con la musica canticchiando a bassa voce, con la coda dell'occhio lo vidi accennare un sorriso e non capii se fosse causato dal mio canticchiare o qualcosa scritto tra le righe della pagina che stava leggendo.

Dopo qualche canzone, mi decisi finalmente a chiudere gli occhi lasciandomi trasportare dal ritmo lento e orecchiabile, sperai di non calpestare in qualche modo il povero Harold nell'eventualità fosse saltato giù dal grembo di Jake. 

Isolarmi in quel modo, concentrandomi solo su quella melodia, mi aiutava a distogliere dalla mente il pensiero che forse Axel non si sarebbe più presentato.

Mi uscì un piccolo urlo quando urtai qualcosa con la schiena, Jake mi afferrò il braccio sorpreso quanto me. 

-Scusa... non volevo venirti addosso.- Mi lasciò andare imbarazzato, accennò un quasi impercettibile sorriso poi allungò una mano verso di me, con cautela. 

-Dove sei?- Chiese a bassa voce cercandomi nel vuoto, mi trovò quasi immediatamente e sembrò rilassarsi. 

-Qui.- Dissi trattenendo il fiato quando la sua mano scivolò sul mio fianco, poco dopo anche l'altra mi teneva saldamente.

-Che stai facendo?- In risposta il suo dito balzò sulle mie labbra, con delicatezza. Non mi diede spiegazioni, lasciò che le azioni sostituissero le parole. 

Mi tirò più vicino al suo corpo aprendo di poco gli occhi sottili. -Io non so ballare..- Sussurrai quando le punte dei nostri nasi si sfiorarono. 

Un grande e sincero sorriso comparve sulle sue labbra, la sua cicatrice sembrò quasi sparire.
-Nemmeno io.- Disse sereno, sentii il cuore battere forte. 

Nei suoi occhi socchiusi potevo scorgere le sue nivee pupille, i suoi lineamenti sembravano rilassarsi ad ogni nostro passo. 

Avvolsi le mie braccia intorno al suo collo quasi d'istinto mentre lui cominciava a condurre un lento e impacciato ballo.

Il suo respiro regolare mi batteva sul collo provocandomi dei piccoli brividi. Quando cominciò a canticchiare a voce bassa e profonda ebbi una vera e propria ondata di pelle d'oca.

Gli amici lo fanno, gli amici lo fanno.

Mi accarezzò i fianchi con tenerezza per poi giungere al viso, allontanandomi piano mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

La LucciolaWhere stories live. Discover now