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-E se facessimo un viaggio?- Propose dal nulla il ragazzo fermando il dito all'inizio di una pagina.

-Te lo ha suggerito il libro?- Scherzai e lui mi rivolse una smorfia.

Aveva fatto una doccia veloce nel piccolo bagno della stanza e ora indossava un cambio pulito che avevo preso di sfuggita alla Villa quella mattina, così come il libro.

Jake, seduto sulla fila di sedie davanti alla sala operatoria, riprese a far scorrere l'indice sulla pagina.

Leda camminava nervosamente avanti e indietro per il corridoio, agitata, così mi alzai affiancandola e poggiandole una mano sulla spalla la invitai a sedersi vicino a me.

-Qualche minuto e uscirà fuori da quella stanza come nuovo.- Sfoderai un grosso sorriso di incoraggiamento, sembrò apprezzarlo.

-È dentro da almeno due ore e mezza.- Mormorò cominciando a mordicchiarsi le unghie con lo sguardo perso nel vuoto.

Una figura si avvicinò a noi e quando riconobbi Gareth mi si alzò l'umore.

-Che diavolo è successo? Mi avete fatto preoccupare a morte.- Disse osservandoci uno a uno, la ragazza cominciò a spiegargli la situazione nei minimi dettagli.

Lo squillo del mio cellulare gli fece quasi prendere un infarto.
Mi si fermò il respiro nel notare il numero della clinica sullo schermo.

-Pronto?-
-Buona sera... lei è?-
-L'assistente del signor Hale.- Spiegai e vidi Jake mimare le mie parole divertito.

Gareth lo fissò scioccato probabilmente rendendosi conto solo in quel momento di chi realmente fosse Jake.

-Chiamo dalla clinica a cui Jake Lee Hale fa riferimento, si è liberato un posto e volevo sapere se fosse possibile fissare un appuntamento per domani nel primo pomeriggio.- Disse una voce maschile con calma.

-Ehm... io credo che il signor Hale non abbia impegni per domani, ma se posso chiedere: si tratta solo di un controllo, giusto?- Il ragazzo al mio fianco alle mie parole sembrò sorpreso, smise di leggere per un attimo.

-In realtà c'è altro.-
-Niente di brutto spero.- Cominciai ad agitarmi, Leda tese l'orecchio. Il secondo ragazzo era ancora intento a complimentarsi con me tra se e se.

-Assolutamente no, il contrario signorina.- Mi rassicurò l'uomo dall'altro capo del telefono. -Le spiegheremo meglio domani, le confermeremo l'orario entro questa sera.-

-D'accordo, a presto.- Dissi prima che riattaccasse. Rimasi a fissare il nulla davanti a me prima che lo scorbutico dio greco mi riportasse alla realtà.

-Allora?- La sua espressione era preoccupata, giustamente. -Quindi?- Disse Leda in contemporanea.

-Domani ti accompagno alla clinica, Jake.- Spiegai e un'ipotesi meravigliosa cominciò a formarsi nella mia mente.
-Ma perché?-
-Una visita e...- Il cuore cominciò a battere veloce e il respiro a mancarmi.

-...e?-
-Ha detto che c'è altro e che è una cosa positiva.- Sputai alla fine. Un sorriso a trentadue denti mi comparve in volto.

-Jake ti rendi conto? Magari hanno trovato un donatore!- Strillai prendendolo per le spalle. Il ragazzo fece una smorfia al mio gesto di improvviso affetto.

-Non ti fare troppi castelli in aria, Mocciosa.- Si raccomandò, eppure non potei non notare come, nel suo profondo, risiedeva ancora la speranza.

Si liberò delicatamente dalla mia presa. -Magari riguarda solo le condizioni dei miei occhi, forse stanno migliorando.- Ipotizzò sfregandoseli d'istinto.

-Con tutte le gocce che mi hai messo non sarebbe così difficile da credere.- Rise lui.

-Sarebbe comunque una bellissima notizia!- Esclamai, la speranza che usciva da ogni poro della mia pelle.

Lui aprì gli occhi mostrandomi le due iridi candide, un piccolo sorriso contagioso sulle labbra, sorrisi accarezzandogli la cicatrice vicino all'occhio.

Quando la porta davanti a noi venne aperta Leda scattò in piedi, una barella uscì accompagnata da alcuni medici.

Nathan era ancora anestetizzato e dormiva come un ghiro, lo portarono in camera. -Dormirà per altri venti minuti.- Ci avvertì il signor pizzetto per poi allontanarsi senza aggiungere altro come suo solito.

Il resto della giornata lo passammo al fianco di Nath, l'intervento era andato bene e sarebbe uscito di lì due giorni dopo.

Mi fece piacere vedere come andasse d'accordo con Jake.
In primis, mi faceva piacere vedere Jake andare d'accordo con qualcuno che non fosse Liam.

Leda rimase con lui anche quella sera, mentre noi tornammo alla villa qualche ora dopo. Mi ero offerta di portargli un pasto decente, ma non c'era stato verso di persuaderla.

-Avete già fatto troppo, tutti e due.- Aveva detto.
Liam ci guardò torvo una volta arrivato davanti all'ospedale.

Ci fece un sacco di domande, che in fondo mi facevano soltanto che piacere.
Alla fine tutto si era concluso senza troppi problemi anche se già sentivo l'agitazione per il giorno seguente.

Quella sera neanche mi accorsi quando mi addormentai tanta la stanchezza che avevo in corpo.

La LucciolaWhere stories live. Discover now