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Mi infilai le scarpe frettolosamente mentre Jake mi raggiungeva brandendo il suo bastone bianco.

-Liam ci sta aspettando fuori.- Esordii e lui abbassò il viso nella mia direzione.

-Che ci fai per terra?-
-Mi allaccio le scarpe.- Dissi notando una smorfia confusa da parte sua.

Indifferente mi porse la mano aiutandomi ad alzarmi.

Una volta fuori una folata di vento gelido mi travolse, mi strinsi nella sciarpa dirigendomi insieme al ragazzo verso Liam che ci aspettava in macchina col riscaldamento a palla.

Ci salutò con un enorme sorriso una volta saliti e prima di partire, come sempre, si raccomandò di allacciare le cinture.
Il vecchio autista sbadigliò mettendo in moto, guardai fuori dal finestrino.

A differenza dell'ultima volta il tragitto sembrò volare e quando la macchina si fermò davanti alla clinica le mie gambe non si mossero.

La mano di Jake trovò la mia stringendola.
-Sento il tuo cuore da qui.- Scossi la testa ridendo nervosamente. -Questa volta spero tu non voglia entrare da solo.-

-No, mi fa piacere se vieni.- Ammise aprendo di poco la portiera. Tirai un lungo, agitato sospiro.

-Andiamo?- Il suo viso era voltato verso di me, gli occhi aperti in due mezzelune. -Andiamo.-

-Sarò io a guidarti questa volta.- Esordì una voltadavanti all'entrata. Un'espressione fiera sul suo volto, così mi lasciai condurre senza fiatare.

-Scusa.- Mormorò d'un tratto, superammo un gruppo di medici. -Per cosa?-
-Vado lento.- Sembrava pentito di quella sua scelta.

Feci schioccare la lingua sul palato, in segno di disapprovazione a tale affermazione. -Che sciocchezza.-
Fummo veloci a raggiungere la fila di sedie della volta precedente.

Una donna ci aspettava sulla soglia della porta davanti ad esse, ricevetti uno sguardo curioso, quasi stupito.

Basandomi sulle parole della signora Black, immaginai fosse la prima volta che vedeva il modello accompagnato da qualcuno.

-C'è già una donna qua fuori, mi sa che è la dottoressa.- Informai Jake a bassavoce. -Lo è.- Disse confermando la mia supposizione.
-Buon pomeriggio.- Ci salutò quest'ultima con un sorriso prima di porgermi la mano.

-Dottoressa Hannah Lily, piacere.-
-Amber Hooper, il piacere è mio.- Risposi ricambiando la stretta di mano al quanto decisa.

Era molto più bassa di me, robusta,  dai capelli bruni legati inuna coda alta e gli occhi di un verde profondo. Sotto il camice si intravedeva una maglia di lana viola e un paio di fuseaux neri.

Hannah si fece da parte invitandoci ad entrare e la stanza spaziosa, piena di macchinari strani, mi rese subito inquieta.
Jake prese posto sulla sedia al mio fianco.

-Che ha fatto al naso che è tutto arrossato?- Chiese senza ricevere risposta.
-Spero non si sia fatto nuovamente del male da solo!-

-Non si preoccupi, dottoressa. È stato un incidente di due giorni fa.- Esordii osservando il profilo del ragazzo e passando i suoi documenti alla donna che li prese senza fiatare, cominciò a scrivere qualcosa sul suo computer.

Accavallai le gambe distogliendo lo sguardo quando quest'ultima si avvicinò al ragazzo cominciando a visitarlo.

-Ottimo.- Mormorò osservando gli occhi opachi di Jake. -Si vede che sta mettendo quelle gocce ogni sera.- Esclamò riferita al ragazzo.

-Deve sapere che il signorino ha avuto un periodo in cui si rifiutava di metterle.- Mi informò,lui fece una smorfia infastidita.

"-Tanto ormai sono irrecuperabili.-" Era stato sicuramente il suo pensiero: ero pronta a scommetterci il lavoro.

La LucciolaWhere stories live. Discover now