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Mi svegliai di soprassalto. 

Il mio incubo era sparito esattamente come il buio che mi circondava fino ad un secondo prima. 

Stropicciandomi gli occhi notai con piacere che il sole era sorto da un po' in tutta San Francisco. 

Mi ero addormentata affacciata alla finestra la sera prima e lì ero rimasta fino a quel momento. 

Guardandomi intorno distrattamente mi resi conto che quella sarebbe stata una delle ultime volte che avrei dormito con la finestra aperta visto che eravamo prossimi all'autunno. 

Sorrisi, presto gli alberi si sarebbero tinti d'arancio, alcuni di giallo o rosso. 

Avevo sempre amato tutte le stagioni, ma l'autunno lo avevo sempre trovato il più particolare ed ero arrivata a convincermi che fosse persino più colorato dei prati in fiore durante la primavera. 

Mi alzai stiracchiandomi e sentendo un improvviso mal di schiena, massaggiandomela lanciai un'occhiata all'orologio mi accorsi che erano appena le 7:00 del mattino. 

Senza pensarci due volte corsi sotto la doccia portandomi dietro il piccolo aggeggino nero che avevo ricevuto qualche giorno prima dalla signora Holland. 

Non so quanto tempo stetti in quei 4m², ma quando le note della musica cominciavano a danzare insieme al rumore delle gocce d'acqua bollente che scorrevano sul mio corpo perdevo la cognizione del tempo. 

Quando alla fine mi accorsi che erano dieci minuti che avevo la testa appoggiata al vetro della doccia, immobile, a guardare il pavimento mi decisi che era ora di uscire. 

Sperai di non assomigliare a una prugna secca, così mi truccai leggermente giusto per non sembrare uno zombie agli occhi della signora Holland che sarebbe arrivata quella mattina per colazione. 

Scesa al piano di sotto cominciai a cucinare, i rapporti fra Jake e la donna non si erano ancora riappacificati e quel giorno ero decisa più che mai a mettere fine a ogni discordia fra i due.

Corsi ad aprire le finestre. 

Quel giorno dovevo godermelo, l'aria sembrava meno inquinata del solito e non faceva ne troppo freddo ne troppo caldo. 

Le domestiche cominciarono ad arrivare e guardarono incuriosite la tavola apparecchiata per tre, erano brave ragazze ma terrorizzate dal signor Jake a tal punto da non fiatare nemmeno se ad iniziare la conversazione ero io.

Quando il piccolo aggeggino nero squillò si dileguarono lontano da me e io mi diressi immediatamente verso la camera del ragazzo. 

Mi sorprese vederlo già seduto ad aspettarmi e non sdraiato nella sua solita posizione. 

I suoi capelli scuri erano già pettinati e i suoi freddi occhi erano coperti dagli stessi occhiali da sole di qualche giorno prima che nascondevano persino la cicatrice vicino all'occhio sinistro. 

Prima di parlare però lo osservai per qualche istante incantandomi sui suoi bei lineamenti asiatici. -Buongiorno signor Hale.-

-Ciao.- Disse rimanendo immobile dov'era. 

-Si è pettinato.- Esordii, se lo aveva fatto probabilmente avrebbe gradito che qualcuno lo notasse. 

-Astuta.- Allungò il braccio al suo lato destro per afferrare il suo bastone, arricciai il naso infastidita. 

-Li... ho pettinati bene?- Aggiunse poi, la voce più bassa.

Forse sarebbero meglio sistemati in modo diverso, se glielo dicessi non mi ucciderebbe, vero? Pensai con un nodo in gola.

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