A malapena sentivo la pioggia fine sulla mia pelle mentre i brusii sommessi e addolorati riempivano il luogo.

La sua mano sulla mia vita era l'unica cosa che mi impediva di cadere nella convinzione che fosse tutto un brutto sogno.

Le dita lunghe e snelle mi accarezzavano il fianco con una delicatezza tale da dovermi sforzare per sentirne il tocco.

Non esordì nulla, sapeva bene che in quel momento non avrei sentito niente.
Perdendo mio zio mi sembrava di aver perso tutto, avevo perso una parte di me.

Ricordando il suo viso rotondo, sorridente, rimpiansi di aver sprecato il nostro tempo insieme.
Rimpiansi di non essere andata a trovarlo tutte le volte che avrei potuto.

Se n'era andato e non sarebbe più tornato, non lo avrei mai più potuto abbracciare, vedere, parlare o confidarmi con lui.

Era caduto un pilastro della mia vita e non avrebbe più fatto ritorno.

Osservai la bara bianca venire calata nel terreno con espressione vuota.

Neanche mi accorsi delle calde lacrime che facevano capolino agli angoli dei miei occhi e che poi si precipitavano lungo il mio viso.

Ora viveva solo nei miei ricordi.

Lo immaginai riunirsi a zia Anne, abbracciare sua sorella, mia madre, e tirare una sonora pacca sulla spalla di mio padre.
Sorrisi.

La signora Black se ne stava a spalle chine, in disparte, osservando la bara bianca dove ora riposava il suo amico.

-Amber! Scusa per il ritardo.- Una voce mi chiamò distogliendo la mia attenzione dalla donna. 

Scorsi la figura di Axel avvicinarsi cercando di ripararsi come meglio poteva dalla pioggia ora un po' più fitta.

-Tsk.- Jake strinse di poco il mio abito nero.

Salutai il mio ragazzo con un debole cenno della testa, quasi distratto, mentre lui si piegava e mi lasciava un tenero bacio sulle labbra.

Lo sentii strappare via la mano di Jake dal mio fianco con arroganza e nel punto dove prima poggiavano le sue dita provai un'insolita sensazione di gelo.

Il modello non si azzardò a dire nulla, ma lo vidi contrarre le dita attorno al bastone bianco.
-Axel, lui è Jake: il mio capo. Jake, lui è Axel.- Proferii a voce bassa. 

Tutto ciò che si scambiarono fu un'occhiataccia da parte di Axel e una smorfia da parte di Jake. 

-Mi dispiace molto per tuo zio, principessa.- Sembrava che più a volermi rassicurare volesse stuzzicare Jake, mi abbracciò da dietro accarezzandomi i capelli.

Non provai nulla.

Non farmi questo, sembrò dire il mio cuore al mio cervello.

Il mio sguardo balzò su una figura poco distante.
Il vestito nero era fradicio per la troppa pioggia, le spalle ricurve e scosse dai singhiozzi del ragazzo.
Mattew.

Ogni mio muscolo cercò di resistere alla tentazione di avvicinarsi a lui.
"-Prometti al tuo vecchio che prima o poi farete pace.-"
La sua voce calda risuonò nella mia testa.

Era morto senza aver avuto la soddisfazione di vederci nuovamente insieme come due fratelli.
Dovevo fare uno sforzo, per lui.

Ma non appena tornai a concentrarmi su Mattew non lo vidi più.
Sussultai quando la sua voce risuonò proprio dietro le mie spalle.

-Ehi.- Mormorò, gli occhi gonfi dal pianto. 

Ricevette un'occhiataccia da parte di Axel.
-E tu saresti?-

La LucciolaWhere stories live. Discover now