La stanza era piccola, il tavolo di vetro bianco era al centro e occupava la maggior parte dello spazio, due grandi finestre che si affacciavano sul giardino illuminavano la stanza e c'erano molte piante verdi ai quattro angoli tenute sempre rigogliose dal signor Busch, il giardiniere.
Cominciai a portargli tutto ciò che avevo preparato osservando le facce sorprese delle mie colleghe che passavano di lì.
-Quanta roba mi hai cucinato?- Chiese, forse con un tocco di imbarazzo.
-Quanto basta.- Gli dissi posando una tazza di latte caldo accanto a lui.
Vidi con soddisfazione che sembrava più tranquillo, meno resistente rispetto a prima.
La sua espressione era calma e non sembrava avere una minima traccia di prepotenza in volto.
Così azzardai.
-Oggi usciamo.- Gli annunciai osservando i suoi bellissimi lineamenti, ancora una volta pensai che fosse solo il suo carattere a stonare.
Alla mia affermazione per poco non si strozzò col latte, mi scappò un sorriso ma riuscii a trattenere una risata.
-Non se ne parla.- Esordì solo dopo aver finito di tossire svariate volte.
-Ha bisogno di respirare aria fresca.- Dissi osservando il suo colorito malaticcio.
-È escluso.- Si irrigidì.
Tentai di continuare a parlare, ma mi fermò con un gesto della mano.
-Niente 'ma'. Ho detto di no.- Concluse tornando a mangiare, soddisfatto di come era riuscito a zittirmi.
In quel momento rimpiansi di non avergli messo del veleno nel cibo.
-Almeno io!- Mi lasciai sfuggire, lui alzò un sopracciglio confuso.
-La prego lasci uscire almeno me.- Incrociai le dita sotto il tavolo.
-No.-
-Ma come no?-Saltai in piedi, sembravo una disperata. Forse lo ero.
-Devi prenderti cura di me.- Sembrava esserci dell'ironia nella sua voce.
-Ma fa già tutto da solo!-
-Non so orientarmi.- Le due iridi nivee mi cercarono nel vuoto.Cercai di ignorare le occhiate delle domestiche, divertite da quel battibecco.
-Ma tanto sta sempre in camera sua!- Ribattei e lui sospirò prendendosi il viso fra le mani.
-La prego, la imploro, per favore.- Lo supplicai avvicinandomi.
-Taci, ti prego.-
-Ragioni: non mi avrà intorno per delle ore.-
Lentamente alzò lo sguardo riaprendo i freddi occhi, ripeté a bassa voce la mia ultima affermazione e poi si voltò verso di me come se potesse vedermi.
-Hai il giorno libero, tutto il giorno.-
-Cosa!?-
Lui annuì girandosi verso le altre persone.
-Cosa avete da guardare?- Sibilò freddo, mentre io stavo ancora rielaborando quello che mi era appena stato detto.
-Cosa aspetti?- Il suo viso era tornato a fissarmi, mi intimò con la mano di andarmene.
Faceva davvero sul serio. -Oddio grazie, grazie mille!- Esclamai voltandomi e andandomene il più in fretta possibile prima che cambiasse idea.
Non ci sopportavamo reciprocamente, questa cosa mi sollevò il morale.
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La Lucciola
Romance[COMPLETA] Nella frenesia della vita, c'è una ragazza con una determinazione inarrestabile e un unico obbiettivo: aiutare il suo amato zio. Ma il destino ha altri piani per lei quando trova lavoro presso una sontuosa villa come assistente personale...