QUARANTASETTE.

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Quando scese dalla macchina, Jeonghan intravide subito quel volto familiare e rassicurante che lo attendeva di fronte alle vetrate d'ingresso. Pur essendoci una vasta folla – tutti passeggeri che correvano verso i propri gate, pur sapendo di arrivare in ritardo – lui riuscì a riconoscerlo. Soonyoung era in piedi vicino alla prima porta e aveva già iniziato a sbracciarsi per farsi notare. Jeonghan chiuse la portiera dell'auto dietro di sé, stringendo la spallina della borsa tra le dita, e camminando a passo svelto verso l'amico. Solo quando gli fu di fronte, Soonyoung abbassò le mani e gli rivolse il suo tipico sorriso, che non smetteva mai di confortarlo.

- Guarda che ti avevo visto, non serviva agitarti così tanto... in mezzo a tutti, poi. - Seppur il tono paresse infastidito, il volto rilassato di Jeonghan preannunciava una giornata piuttosto serena. Soonyoung fu contento di non vederlo corrucciato come gli ultimi giorni.
- Forza, andiamo! So che sei emozionato perché sta arrivando! – Soonyoung allungò la mano sulla sua schiena e gli tirò una veloce pacca, mentre i due amici si avviavano verso l'interno dell'aeroporto. Riuscirono a mescolarsi a tutti gli altri e persino Jeonghan, oramai, passava inosservato.

E ciò lo faceva stare estremamente bene. Oramai sentirsi riconoscibile era un lontano ricordo. Non concepiva ancora bene come avesse fatto, per tutti quegli anni dell'adolescenza, ad essere il centro gravitazionale di molte persone, ma non di se stesso. Ora lui era importante solo per sé, ed era facilmente un'anima vaga in mezzo ad altri volti estranei. E gli andava benissimo così. Era molto più a suo agio.

- È questo il suo volo? - Soonyoung indicò il tabellone lampeggiante sopra di loro, che segnalava un volo atterrato pochi minuti prima. Jeonghan deglutí.
- Sì. In teoria dovrebbe essere quello. -
- Vuoi che vi lasci da soli? -
- No. Ti ho chiesto apposta di venire. - Jeonghan provò a sistemarsi i capelli di fronte al riflesso di una vetrina, e si guardò con parsimonia. Oramai si era totalmente abituato al suo nuovo aspetto, per quanto fossero cambiati solo piccoli dettagli nell'abbigliamento e nei capelli.

- Ma aspetta. Da quando hai questo maglione? - Soonyoung prese il tessuto tra il pollice e l'indice e lo accarezzó, trovandolo poco sofisticato.
- Me l'ha regalato Wonwoo. Ha detto che non lo indossa più, ma è abbastanza nuovo. -
- Minchia, è proprio da lui. Ora vi siete messi a scambiarvi i vestiti? Sono geloso. -
- I tuoi non mi stanno, Soon. -
- Non è colpa mia se sei più alto! -

Una piccola folla cominciò ad affluire dalle porte esterne: i passeggeri stavano arrivando. Con le loro valigie alle calcagna, tutti si stavano dirigendo verso i propri cari, e la maggior parte di loro erano giovani coetanei, probabilmente studenti. Ma di lui, alcuna traccia.

- Forse è in un altro volo? -
- O abbiamo sbagliato ora? - Jeonghan tiró fuori il cellulare e controllò gli ultimi messaggi che si erano inviati. No. L'orario era quello prestabilito. Il volo doveva essere quello. E allora, perché non arrivava?
- Oddio, eccolo. -

Soonyoung stava indicando una precisa figura, comparsa dietro a tutti, solitario, due grandi valige che si stava portando dietro. Se non lo avesse avvertito Soonyoung, probabilmente Jeonghan avrebbe fatto fatico a riconoscerlo. Hong Jisoo aveva i capelli decisamente più lunghi, e si era tinto di un biondo chiaro, quasi candido. Aveva totalmente un altro aspetto.. Sembravano essersi cambiati di ruolo.
Senza dire altro, Soonyoung indietreggió, appartandosi davanti ad un cartello promozionale, e lasciando lo spazio ai due di rivedersi in pace. Era andato lì per fare da supporto all'amico, ma poi l'incontro avrebbe dovuto affrontarlo da solo.

- Ma quella felpa? - Jisoo gliela indicó e fu difficile mantenere le labbra serrate in una espressione del tutto neutra.
- Ma quei capelli? Sembri un idol. -
- La bellezza è quella. - Si permise di commentare Soonyoung, che risultò quasi una voce fuori campo. Si coprì la bocca con entrambe le mani e si girò, dando loro le spalle, osservando però la scena dal riflesso delle vetrate. Riusciva ad intravedere solo in modo vago le loro sagome, ma rivederli così vicini lo emozionó. Nell'ultimo periodo quasi tutti avevano perso le speranze per il ritorno di Jisoo. Persino Jeonghan. Ma ora, erano lì. Assieme.

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