CINQUE.

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- Jeonghan! Mi ascolti? - Jeonghan strabuzzó gli occhi non appena Soonyoung gli fermò la strada e iniziò a muovere le mani rapidamente davanti a lui. Appoggiò le mani sui fianchi e strinse le palpebre. - Non mi stai prestando attenzione. Ma che hai ultimamente? - Jeonghan rivolse un sorriso stanco e, essendo con lui, si lasciò sfuggire un sospiro.
- Sto dormendo male ultimamente. Tutto qui. Scusami, Soon. Continua pure. - Soonyoung non era del tutto convinto, ma aveva bisogno di sfogare i suoi sentimenti e continuò il suo sproloquio.
- Non hai idea di come cantavano tutti! È stato fighissimo. Peccato che non c'eri! Ti saresti divertito! - Soonyoung lo prese sottobraccio e lasciò passare alcuni minuti di silenzio, mentre attraversavano il giardino del campus.

- Ti ho dato abbastanza tempo. Mi dici che cos'hai? -
- Ho sonno. - Soonyoung gli tiró un piccolo pugno sulla spalla.
- A parte quello, dico. - Jeonghan si fermó. Tenne stretto il braccio di Soonyoung, mentre valutava le parole da scandire, per essere veloce e non rischiare di far sentire i suoi discorsi a qualcuno. Mentre ragionava, si guardò più volte attorno e rilassó il suo viso, in modo da poter sorridere a molti degli studenti che passavano accanto a loro. Tutti lo salutarono e lui ricambió, ciascuno di loro. Poi tornò a prestare attenzione al proprio amico.
- Hai presente quella sera... -
- Soonyoung! - Delle voci provennero da dietro. Jeonghan lasciò andare la propria mano dalla spalla di Soonyoung, e guardò in alto, infastidito da quella interferenza. Ovviamente le persone avevano sempre un tempismo eccezionale, in quei casi. Si sistemó alcune ciocche di capelli dietro le orecchie e controllò di avere la camicia abbottonata bene. Soonyoung gli strinse di nuovo il braccio e lo costrinse a guardarlo, mimandogli con le labbra di parlargli. Ma Jeonghan scosse semplicemente la testa. E si voltò verso il gruppetto che li stava raggiungendo.

- Buongiorno, ragazzi. -
- Ciao, Jeonghan! - I due gruppi si unirono e si incamminarono tutti verso le rispettive aule.
- Allora, Soonyoung, hai qualche foto dell'altra sera? -
- Vogliamo vederti com'eri conciato! Sicuro sembravi uno di quei rockettari sfegatati. - Soonyoung scoppió a ridere e mostrò loro alcune foto scattate con Mingyu dopo l'esibizione. Le loro facce erano esauste, ma sorridevano in modo quasi eccessivo.
- Wow, hyung! Che figo! Sembri un vero idol. A breve dovremmo chiederti gli autografi. -
- Vedi di non scordarti di noi! Se diventi famoso, sponsorizzaci, mi raccomando. - Il gruppetto continuò a scherzare sul futuro musicale di Soonyoung, fino a quando dovettero tutti separarsi per andare verso i diversi dipartimenti. Solo Soonyoung e Jeonghan rimasero ancora assieme.

- Allora? - Jeonghan finse di non capire. Gli sorrise sbieco e tornò a guardarsi attorno. Un gruppo di ragazze passò affianco a lui e lo salutarono timidamente. Lui ricambió con un sorriso raggiante.
- Allora cosa? -
- Dai, Jeonghan. Ho presente quale sera? Quella della... - Jeonghan tossí e tiró fuori il cellulare. Spalancó gli occhi e poi guardó di nuovo Soonyoung.
- Scusami, devo andare. A quanto pare il professore è già arrivato. - Lo salutò così, lasciandolo da solo all'entrata. Mentre andava verso il proprio edificio, Jeonghan riprese in mano il telefono e lo accese: la schermata era vuota. Non aveva alcuna notifica di alcun messaggio.

Jeonghan andò a sedersi nella schiera più alta, in fondo all'aula. Lasciò andare lo zaino sopra il tavolo e si lasciò cadere sulla sedia in legno. Appoggiò le braccia sul banco e lasciò cadere il capo tra di esse, chiudendo le palpebre e lasciandosi andare ad un leggero sonno prima che la lezione iniziasse. Percepiva ogni mormorio che si creava in aula, tutti riuniti in gruppetti mentre si confrontavano sugli appunti, sugli esercizi e molti altri, invece, che parlottavano di argomenti tutt'altro che scolastici.

- Hey, Jeonghan. – Qualcuno gli scosse il braccio. Jeonghan alzò il viso e si ritrovò quello sconcertato di un collega. Trattenne uno sbadiglio e si mise dritto sulla sedia, le braccia stese rigidamente lungo i fianchi. Gli sorrise e gli fece un vago cenno con la testa.

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