QUARANTACINQUE.

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Mingyu era in ansia.

Guardava la sala della mostra dall'angolo vicino alle porte d'uscita, quelle d'emergenza, le braccia conserte e il volto incupito. Continuava a fissare con estrema inquietudine i suoi colleghi che finivano di sistemare le proprie opere, appendendole e controllando che fossero ben delineate.

- Hey. - Accanto a lui, si palesó Wonwoo, i capelli disordinati dopo averli spostati più di una volta, nel delirio. - Hai già sistemato tutto? -
- Sì. -
- E ti piace? -
- Sì. - Wonwoo aggrottó e sopracciglia.
- Sei di poche parole, eh? - Strinse la mano sulla sua spalla, poi la fece scivolare lungo il braccio, accarezzandogli le dita della mano tesa. - Andrà tutto bene. Stai agitando persino me, ora. - Intonó una risata, sperando di smorzare l'agitazione del ragazzo. Ma non sembrò funzionare molto.

- Voglio solo che finisca questa giornata e tornare in stanza a dormire. -
- Intanto, andiamo a mangiare? - Si offrì Wonwoo, sperando di poter deviare la sua attenzione su altro, almeno per poco. - Ti offro un hamburger. O vuoi rifiutare? - Mingyu si illuminó d'improvviso.
- Ovvio che no. - Il sorriso si ampliò sul suo volto, prima scuro. - Andiamo. -

Gli prese la mano e lo trascinò fuori da lì, da quel luogo che forse avrebbe portato a degli stravolgimenti che attendeva da tempo.

Soonyoung era seduto a gambe incrociate sopra il banco, le braccia tese e strette mentre continuava a digitare continuamente i tasti sul cellulare. La schiena piegata in avanti, scomoda, senza alcun muro d'appoggio. Intorno a lui stavano lavorando tutti, sistemando gli ultimi dettagli per la mostra di quel pomeriggio. Sarebbe stato un sabato frenetico, prima di cominciare ufficialmente le pause natalizie.

- Posso? – Quando discostò lo sguardo dallo schermo del cellulare, vide Son. La ragazza aveva il volto ricoperto da glitter, lungo le gote e sul ponte del naso. Un look che fino ad ora non aveva mai mostrato, ma Soonyoung la trovò affascinante.
Senza che potesse dire nulla, lei sembrò accorgersi del soggetto della sua attenzione.

- Mi sono fatta aiutare da Seungkwan oppa. Oggi ho voluto strafare. – Commentò, le dita frenetiche a sistemarsi i ciuffi lunghi di capelli dietro le orecchie. Soonyoung le fece segno di potersi sedere accanto a lui, mentre spegneva il cellulare e lo rimetteva in tasca.
- Perché strafare? – Chiese, le palpebre più socchiuse mentre la riguardava. – Hai semplicemente provato a truccarti in altro modo. Stai molto bene. – La giovane non ebbe il coraggio di ringraziarlo, pur trovando quel suo intervento quasi indispensabile. Abbandonò le gambe sotto il bordo del banco e cominciò a dondolarle, sfogando l'agitazione che le premeva in tutto il corpo.

- L'università non ti fa impazzire, vero? – Chiese lei, volendo puntare l'attenzione su un altro argomento. Si voltò a guardare il ragazzo e tese le spalle, aspettando una sua risposta sincera. Il volto di Soonyoung si corrucciò.
- Cosa te lo fa dire? –
- Sei qui, al cellulare, mentre gli altri sono a divertirsi. – Rispose Son, di conseguenza, alzando le spalle. Aveva terminato da diverse ore il proprio angolo delle mostre, ripetendo a bassa voce il breve discorso che doveva tenere, per presentare la propria classe. Non sapeva ancora perché i suoi colleghi avessero scelto lei per quel pomeriggio così importante, ma a quanto pare sembravano fidarsi di lei. E sapersi apprezzata la rendeva fiera.

Era uscita dalla palestra e si era diretta a perlustrare gli altri edifici, andando poi verso l'aula magna che avrebbe tenuto un'altra mostra. E aveva subito trovato Soonyoung, dietro un piccolo gruppetto di ragazzi che stavano ripassando ad alta voce i discorsi che si erano preparati i giorni prima. Era piegato in maniera indecente su se stesso, accartocciato, piccolo. Aveva provato molta tenerezza, in un solo istante, e si era decisa ad andare da lui senza pensarci ancora una volta.

- Sono tutti contenti solo perché cominciano le vacanze. –
- Anche. – Asserì lei. – Ma tantissimi sono gasati di poter mostrare i propri lavori e parlare del proprio corso, e stare assieme agli altri. A te non frega proprio niente, a quanto vedo. –
- Vero. – Soonyoung non si sprecava oramai più nemmeno a mentire su quella questione. Era stanco. Molto stanco. – Ma per ora non posso farci nulla. –
- Perlomeno concentrati sull'evento in sé, non pensare di essere al campus. Almeno ci divertiremo con gli altri. – La ragazza solo allora si voltò di nuovo verso il resto degli studenti, cercando qualche volto riconoscibile. – A proposito. Come mai non c'è Jeonghan oppa con te? –
- Vorrei saperlo anche io. – Soonyoung si levò da quella posizione scomoda e si stiracchiò, allungando le gambe e sedendosi sul bordo pericolante del tavolo. Tirò di nuovo fuori il cellulare, controllando che qualcuno gli avesse risposto ai messaggi.

Aware.Where stories live. Discover now