TREDICI.

115 9 1
                                    

Dopo quel weekend, la sessione d'esami iniziò ufficialmente.

Le lezioni si fermarono per diverse settimane e per i corridoi delle aule non girava nessuno dopo l'ora di pranzo. Si creavano diversi gruppetti davanti alle aule sin di primo mattino, uno sciame di mormorii preoccupati e camminate agitate tra le mure degli edifici.

Wonwoo era pigro, e non voleva protrarsi gli esami noiosi troppo a lungo. Pur non avendo voglia di studiare le materie teoriche, riuscì ad organizzarsele nei primi giorni. E dormì pochissimo. Si ritrovò di fronte all'aula, ogni mattina, con le occhiaie più scure del suo solito - e le aveva già parecchio pronunciate di suo - e i capelli disordinati. Non poteva indossare alcun cappello e decise di uscire dalla sua camera nel modo più naturale e trasandato possibile, non avendo nemmeno voglia di guardarsi allo specchio. Probabilmente, si sarebbe spaventato.

Non sentì nessuno al telefono per diversi giorni, dovendo finire di ripassare. Minghao e Hansol gli scrissero più volte e lo chiamarono ogni sera prima di un esame, ma Wonwoo non voleva condividere la sua agitazione con nessun altro. Non si sarebbe fatto vedere in panico da nessun'anima.
Persino Soonyoung lo intasó di messaggi, mischiati a suoi scleri in cui urlava di voler mollare tutto, rinunciare agli studi e andare a lavorare da qualche negozio d'asporto.

Wonwoo lesse tutto ciò verso la fine della prima settimana d'esami, sdraiato a letto dopo pranzo. Aveva lo stomaco pieno e ci avrebbe messo ore a digerire tutto. Era sgattaiolato via dall'aula dopo aver consegnato l'esame di inglese, l'ultimo programmato della settimana, ed era fuggito in mensa, sperando di non dover fare troppa fila. Riuscí a trovare posto in un tavolino nell'angolo della sala, potendo godersi il pranzo con tutta la serenità che meritava. Essersi liberato di alcuni esami fu una boccata d'aria fresca e poteva godersi un po' di tempo da solo, senza sentirsi in colpa per non fare nulla, prima di ricominciare a studiare e finire i suoi progetti per gli altri esami.

Aveva poi brancolato fino al dormitorio, la pancia piena e le palpebre pesanti. Il sonno stava avvolgendo il suo corpo e riuscì a raggiungere il letto prima di addormentarsi in mezzo al pavimento. Controlló il telefono per i primi minuti, prima di addormentarsi inesorabilmente.

I suoi occhi si riaprirono alcune ore dopo, al tramonto, svegliato di colpo dalla suoneria del cellulare che squillava vicino al suo orecchio. Il telefono era caduto sul suo cuscino e, ancora assonnato, digitó qualcosa sullo schermo prima di rispondere alla chiamata.

"Wonwoo!" Il ragazzo biascicó delle parole confuse, non sapendo ancora con chi stesse parlando al telefono. "Stavi dormendo?"
"No, no." Chiuse le palpebre e rischió di addormentarsi di nuovo. Ma le risate dall'altro capo del telefono gli fecero spalancare le palpebre.
"Certo, certo. Allora, siccome hai finito la prima settimana di esami, ti abbiamo fatto una sorpresa." A quel punto Wonwoo riconobbe le voci: erano Minghao e Hansol.
"Eh?"
"Scendi. Siamo qui." Wonwoo non aveva voglia di alzarsi. E fuori faceva troppo freddo. Fu tentato di spegnere la chiamata e tornare a riposare, ma si sentì in colpa per i propri amici, che erano venuti fino a lì solo per lui. Restó in silenzio per alcuni secondi, poi rispose.
"Datemi dieci minuti. Siete già entrati al dormitorio?"
"Ovviamente. Allora ti aspettiamo!" Wonwoo mise giù e restò sdraiato per altri cinque minuti, dopo aver messo della musica per svegliarsi al meglio.

Aveva promesso ai suoi amici di metterci solo dieci minuti, ma si presentò all'entrata dopo venticinque minuti. Era rimasto a letto fino all'ultimo, lamentandosi ad alta voce della propria pigrizia e della sua lentezza a reagire agli stimoli esterni. Si era cambiato e aveva semplicemente indossato un'altra felpa, dei pantaloni della tuta e un giubbotto corto che non metteva da mesi.

- Finalmente! Stavamo per venire ad alzarti dal letto. - Hansol si alzò dal divanetto e gli mostrò una busta bianca. Wonwoo capì subito.
- Allora ho fatto bene a non restare a letto. Avete preso della birra, spero. - Minghao ammiccó e lo prese sottobraccio, e i tre si avviarono verso l'uscita. Wonwoo si alzò il cappuccio della felpa e borbottó delle parolacce non appena il suo viso venne sconvolto dal vento freddo.
- Su, su, che c'è ancora sole e ti fa bene prendere aria. Hai passato tutti questi giorni chiuso in camera. - Minghao gli diede delle pacche sulla schiena e gli passó un pacchetto di biscotti, che avevano preso nelle macchinette nell'atrio del suo dormitorio. Wonwoo ne prese un paio e li masticó con golosità.

Aware.Where stories live. Discover now