QUARANTA.

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Mingyu, da quel momento, scomparve dalla visuale di Wonwoo.

Dopo quella sera, evitó anche solo di incrociarlo per i corridoi. Pur andando in classe assieme dovendo passare le ore nelle stesse aule, Mingyu arrivava sempre sul bivio del ritardo e usciva per primo, non mostrandosi nemmeno in mensa. Non si incontravano nemmeno al dormitorio, e cominciò ad evitare di attendere Soonyoung e Jeonghan ai cancelli, la mattina.

Wonwoo si accorse di quel comportamento sin dal primo giorno, non concependo come quel ragazzo potesse scomparire tutto ciò che gli aveva detto. Non gli scrisse alcun messaggio. Non provó a chiamarlo. Decise di affidarsi al ragazzo e aspettare che trovasse lui il coraggio di tornare a parlargli, affrontando le conseguenze delle sue azioni. Avevano necessario bisogno di confrontarsi e chiarire bene il loro rapporto.

Ma, per quella settimana, Mingyu lo evitò totalmente.

Proprio durante una di quelle mattinate, nel giardino principale del campus, Jeonghan stava facendo colazione, una delle rare volte. Aveva particolare appetito, quel giorno, ed era arrivato presto in università, prendendo posto assieme a Soonyoung e Wonwoo nel muretto davanti alla biblioteca, ancora chiusa.

Il cielo era candido, e avrebbe di sicuro nevicato quella settimana. Il gelo non permetteva agli arti di muoversi in mood coordinato e restare fuori era una penitenza atroce, ma gli studenti passavano fin troppe ore reclusi nelle aule per potersi permettere di passare anche il resto della giornata chiusi dentro le mura delle loro stanze, costretti poi a studiare.

- Vuoi continuare a mentirmi anche tu? - Soonyoung era intento a tirare Wonwoo per il braccio, strattonandogli il cappotto. Wonwoo non ne voleva sapere. Voleva solamente finire in pace di mangiarsi il suo panino.
- Non ti ho mentito. Non è successo niente l'altra sera. -
- Ma Mingyu è scappato via come un pazzo e da allora non lo vede più nessuno. -
- Avete controllato le notizie di cronaca? - Chiese Jeonghan, sfacciato, finendo di masticare la sua mela. - Potrebbe... -

Soonyoung gli tappó la bocca, premendogli sulle labbra con entrambe le mani.

- Wonwoo l'ha visto in aula, ma sparisce prima ancora che possa alzarsi dalla sedia a fine lezione. È troppo strano. - A quei dubbi, Wonwoo abbassó semplicemente il capo e riprese a mangiare, in silenzio, fin troppo sospetto pure per se stesso.

Wonwoo non ne aveva parlato con nessuno. Nessuno sapeva della dichiarazione di Mingyu. E a quanto pare nemmeno Mingyu aveva fatto parola di ciò che era accaduto l'altra sera.

- Sarà stato uno scherzo. - Concluse Wonwoo, ad alta voce, biascicando quelle parole con tono deluso.
- Che cosa? -
- Nulla. Pensavo tra me e me. - Wonwoo scese dal muretto, pronto a riprendersi lo zaino e dirigersi in aula. Ma poi una figura lo attrasse, mentre si dirigeva verso la libreria. - Oddio, ma è... -

Wonwoo si voltò indietro, cercando subito Jeonghan, che stava già guardando nella stessa direzione. Lo aveva riconosciuto, ancor prima di lui. Wonwoo controllò anche Soonyoung, indicandogli la persona che stava camminando vicino a loro, senza dar loro un briciolo di attenzione. E fu allora che anche Soonyoung si rese conto, e dovette resistere con tutto se stesso per non aprir bocca e urlare qualcosa.

- È tornato. - Pronunciò Soonyoung, dopo che il ragazzo aveva preso le distanze da loro.

Hong Jisoo si era fermato alle colonne della libreria, chiacchierando con dei suoi colleghi, che presero ad abbracciarlo con enfasi e a lasciargli continue pacche sulla schiena. Gli stavano dando il bentornato, dopo diversi giorni che era stato via. Settimane.

- Jeonghan... - Wonwoo vide il giovane scendere dal muretto e affiancarlo, il volto rabbuiato. Stava tornando taciturno come al solito. Ebbe l'istinto di fermarlo per il braccio e parlargli, ma sapeva che Jeonghan oramai aveva il suo obiettivo e lo avrebbe perseguito ad ogni costo.
- Hai intenzione di parlargli? - Soonyoung si mise in piedi accanto a loro. Tutti e tre stavano tenendo d'occhio Jisoo, che si stava allontanando dalla loro visuale, diretto all'edificio generale, dove si trovava il rettore.
- Sì. Devo. -
- E come? È sempre circondato da gente. - E, a quel punto, uno spiraglio comparve nel volto di Jeonghan. Un accenno sorridente.
- Siamo entrambi sempre circondati da persone. Ma siamo sempre riusciti a trovare del tempo per stare da soli. Troverò il modo di parlargli. -

Aware.Where stories live. Discover now