UNDICI.

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Jeonghan entrò nella sala delle riunioni senza bussare, poiché la porta era già spalancata. Quel mese i rappresentanti dell'istituto non avevano tenuto alcuna riunione, e si erano sentiti solo via messaggi – che Jeonghan aveva deliberatamente ignorato. – Non sentiva nessuno di loro da diverse settimane, e non aprendo nemmeno la chat del gruppo dei rappresentanti, non avrebbe potuto sapere cosa stava accadendo.

Entrò nella piccola aula e trovò i tavoli tutti ammassati e colmi di vassoi ripieni di dolci e di bibite. Erano tutti in piedi vicino alle finestre, mentre parlavano ad alta voce.

- Buongiorno. – Salutò, andando a riporre la propria borsa in una delle sedie vuote e avvicinandosi al gruppo. Alcuni lo sentirono e andarono a salutare.

- Hey, Jeonghan, vieni! Finalmente sei qui. Dobbiamo presentarti il tuo sunbae. – Jeonghan venne preso per il braccio e trascinato verso la piccola folla in fondo alla stanza.

- Sunbae! Ecco il tuo successore. – Davanti a Jeonghan si palesò una figura alta, un ragazzo con un viso dai tratti estremamente delicati. Jeonghan lo trovò attraente sin dal primo istante, ma finse indifferenza mentre si salutavano. Il giovane gli strinse la mano e si presentò.

- Il famoso Jeonghan. – Disse, riservandogli un veloce sorriso. – Io sono Hong Jisoo, all'ultimo anno di comunicazione. – Quel nome gli fu famigliare, e ricordò di averlo sentito diverse volte, durante le loro riunioni, nominare un altro rappresentante del suo corso. Era conosciuto da tutti. Più di lui stesso.

- E' un piacere. – Jeonghan ricambiò il sorriso, tendendo le labbra sollevate per soli pochi attimi.

- Sunbae è da poco ritornato dagli Stati Uniti. – Una delle ragazze si intromise, stringendo le dita attorno al braccio di Jisoo. Si affiancò al ragazzo e iniziò a spiegare al posto suo. – Ci stava raccontando com'è il college lì. Ha vinto una borsa di studio! E' un genio. –

- Si stava divertendo con gli americani e ha persino deciso di ritornare qui prima. –

- Volevo godermi gli ultimi mesi prima della laurea qui. Non mi fidavo a lasciarvi qui da soli. – Jisoo fece ridere tutti quanti, mentre pendevano dalle sue labbra e da ogni sua parola. Jeonghan se ne rese conto subito, aveva ormai sviluppato un intuito molto raffinato per quelle situazioni. Capiva subito quando qualcuno veniva considerato superiore, e veniva elogiato da tutti quanti. Jeonghan lo viveva ogni giorno, da molti anni.

- Non ci hai mai aggiornato bene, sunbae, devi dirci tutto! Com'erano gli esami? Avevi molti amici? – La folla si restrinse di nuovo attorno al ragazzo appena tornato, e Jeonghan non si fece trascinare. Indietreggiò, lentamente, e tornò sui tavoli, sapendo che quella festicciola sarebbe durata ancora un po'. Non poteva andarsene all'improvviso, senza alcun altro impegno, quindi decise di sedersi sopra uno dei banchi liberi e iniziare a mangiare.

Dopo un'abbondante mezz'ora, qualcuno si sedette accanto a Jeonghan e iniziò a gustarsi dei dolcetti rimasti sui piattini.

- Finalmente posso mangiare. – Jisoo parlò con la bocca piena di cioccolato. Si pulì le labbra e guardò il suo collega. – Non ti piacciono le feste? – Jeonghan si ritrovò a stare in silenzio. Non era abituato alle domande dirette. Tenne lo sguardo fisso sul pavimento, e pensò a cosa rispondere.

- Erano tutti contenti di vederti, quindi era giusto che volessero stare con te. Non volevo intromettermi. –

- Parli al passato. – Jeonghan mantenne a stento il sorriso di circostanza. A quanto pare, quel Jisoo percepiva ogni dettaglio. Lo infastidì, perché lui stesso osservava tutto degli altri e solo così poteva capire dal principio la personalità di un individuo.

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