<<Che cosa farà Less Robinson?>> le chiesi. <<Hanno detto che vuole battere il suo record. Dodici ragazze in una sera>> non volevo sapere altro. <<Ah, bene>> l'altra ragazza accanto a me si sistemò sulla seggiolina. <<Noi finita la partita andiamo a sistemarci nel bagno qui sotto e poi andiamo alla festa, resti con noi?>> mi era passata la simpatia per queste ragazze. Non le giudicavo di certo, Noah era uno che non si sottraeva alle ragazze, ma non mi entusiasmava il fatto di sapere che fosse andato anche con loro e non mi premeva il voler sapere i dettagli. 

<<No mi dispiace, dopo devo andare subito alla festa per incontrare Sophia>> si lanciarono un'occhiata tra di loro e poi annuirono. <<Beh ragazze, io sono disponibile>> il ragazzo dietro di noi ci stava palesemente provando e quella alla mia sinistra sollevò la mano. <<Shhh, sta cominciando la partita>> mi girai verso il campo e vidi già tutti i giocatori schierati e pronti per ricevere la palla. 

Logan, nonché quaterback, era posizionato sopra la palla ovale, pronto per lanciarla ai compagni. Noah invece stava saltellando, alcuni metri più indietro. Lui era il running back e si stava preparando ad andare a fare meta. Appena l'arbitro fischiò, Noah si arrestò, mentre Logan prese la palla tra le mani e la lanciò con forza all'indietro. Un ragazzo la ricevette e Noah cominciò a correre sorpassandolo. Gli lanciò la palla e appena la prese tra le braccia, cominciò a correre. Sfortunatamente un avversario lo prese per le gambe facendolo cadere a terra. Sentivo anche da lì le sue imprecazioni contro il compagno e sorrisi d'istinto. La ragazza alla mia destra mi guardò come a dire se fossi stupida o cosa. Non vedevo l'ora di andarmene da quel luogo e alzarmi dalla seggiolina scomoda e mezza rotta su cui ero seduta.

La partita si concluse e mi diressi verso il parcheggio per poter scrivere a Sophia non intralciando nessuno. 

"E' finita la partita, tra poco arrivo" le inviai il messaggio e mi guardai intorno. 

Molte di quelle persone le conoscevo di vista, ma di nessuno mi fidavo così tanto da chiedere un passaggio. In più non sapevo neppure dove fosse la festa. Sentii il telefono vibrare in tasca, sapevo che era Sophia, era l'unica con cui parlavo. Mi guardai ancora un po' intorno. Vidi delle figure un po' più avanti, sembravano delle ragazze ed un uomo. Decisi di tenermi a debita distanza e guardai lo schermo del mio cellulare. 

"Spero di arrivare presto anche se la partita credo durerà ancora un po'" rimisi il telefono nella tasca dei miei jeans e mi guardai le scarpe.

 <<Lo so, lo so papà>> le urla venivano dal gruppetto che avevo visto prima. <<Tu cosa ne pensi Melody?>> chiese la voce maschile. <<Secondo me ha ragione lei signor Johnson, non si può far scampare un'offerta simile>> una quarta voce si inserì nella conversazione. <<No zio ha ragione Livvy, non possiamo andare avanti se ci sono loro di mezzo>> <<Quei ragazzi si possono anche togliere, non sono un problema. Non mi sono mai piaciuti per di più>> stavo cominciando a riconoscere le voci. <<Ma loro si sono avvicinati a lei, se li togliamo di mezzo ne avranno il sospetto>> avevo sempre lo sguardo fisso sul cemento mentre le voci si riducevano a dei mormorii. Non sapevo cosa fosse successo, ma non volevo alzare lo sguardo.

Sentii dei passi e mi ritrovai delle figure davanti. <<Puoi anche alzare lo sguardo, almeno che non ti servano gli occhiali da sole>> Olivia Johnson era sempre simpaticissima. <<Suvvia Olivia lasciala in pace. Ashley è sempre un piacere vederti>> passai lo sguardo dal padre di Olivia, nonché amico di mio padre, a Olivia. Molti lineamenti erano simili e il primo impatto era lo stesso. Ero confusa, ma stavo cominciando a capire molte più cose. 

<<Salve signor Johnson>> lo salutai. <<Volevo farti i miei complimenti, tuo padre mi ha detto che tornerai in Michigan a inizio anno nuovo>> la figlia sogghignò. <<Un vero peccato, tutti ti vogliamo qui con noi>> il padre le rivolse un'occhiata complice. <<Avanti Olivia, non usare questo tono sarcastico>> le disse Melody, la ragazza di cui fino a poco fa non conoscevo il nome. <<Beh, altrimenti perché l'avrebbe fatta trasferire qui insieme alla sua famiglia>> il mio sguardo si soffermò sull'uomo. Davvero era lui che aveva insistito nel far trasferire mio padre ad ovest? Non ne capivo il motivo, ma di sicuro c'era sotto qualcosa di non molto bello. 

SaudadeWhere stories live. Discover now