-Chapter 23-

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Dopo circa una decina di minuti arrivammo ad una villa lussuosa. Logan parcheggiò la macchina sul vialetto e dall'ingresso sbucò fuori Cameron.

Logan e Noah schizzarono fuori dall'auto velocemente e li vidi parlare insieme all'amico. Decisi di scendere dalla macchina facendo piano e rimasi a distanza di sicurezza dai tre ragazzi. Cameron mostrava il suo cellulare e gli altri due urlavano indicandolo. Non capivo molto di quello che dicevano, ma sapevo e percepivo che non era affatto una cosa da sottovalutare. Decisi così di andare da loro, cominciavo ad avere freddo con una felpa leggera sulle spalle.

Mi avvicinai a passo felpato, Cameron fu il primo a vedermi. <<Ashley, che ci fai tu qui?>> mi chiese, ma Logan lo riportò subito con l'attenzione al telefono. <<Dobbiamo agire subito. Vogliono anticiparci, ma noi dobbiamo essere più furbi di quei coglioni>> Noah gli diede ragione <<Concordo, dobbiamo colpirli prima>> rimasi perplessa. <<Bene, andiamo>> Noah si diresse verso la macchina seguito a ruota dai due compagni.

<<Ashley, devi venire anche tu>> mi risvegliò Cameron dai miei pensieri. <<A far che cosa?>> chiesi molto più confusa di prima. <<Dobbiamo sistemare una cosa. Tu devi solo rimanerci vicina>> mi disse tranquillizzandomi o almeno cercando di farlo.

Il viaggio che durò altri dieci minuti fu molto più animato del precedente. Non capii niente, dicevano molti nomi di persone che non conoscevo. Parlavano di affari e scommesse, ma non capivo che cosa centrassero con tutta quella frenesia.

Arrivammo in una strada adiacente ad un campo da football, probabilmente di un'altra scuola. I fari del campo erano accesi, ma non c'era nessuno che giocava o si allenava. Tutto era fermo immobile.

I ragazzi smontarono dalla macchina, feci come loro e presero un borsone nero dal bagagliaio. Aprirono la zip e ne vidi il contenuto: c'erano martelli, mazze, cacciaviti e di tutto e di più. Sembrava che dovessero andare a fare dei lavori di riparazione.

Cominciarono ad avanzare verso un parcheggio dove c'erano una ventina di automobili. Si misero al centro di esso ed ognuno prese uno strumento.

<<Madame, prego. Prenda il suo attrezzo>> mi incoraggiò Noah e di getto presi un cacciavite. <<Ora devi rigare tutte le auto. Fai pure dei disegni artistici e sfoga la tua creatività interiore. A lei l'onore di iniziare>> il fratello lo stoppò. <<Credo che non sia una buona idea coinvolgere anche lei>> disse sgridando il fratello. In risposta andai verso l'auto più vicina e tirai uno striscio sulla fiancata. Noah mi sorrise.<<Lo avevo sempre detto che eri una ragazza intelligente!>

Cominciammo tutti le nostre opere d'arte e alla fine le macchine erano tutte rigate, con i finestrini mezzi sbriciolati a terra. Sorrisi fin troppo soddisfatta del mio lavoro, ma sentimmo delle voci avvicinarsi. Mi fecero nascondere in lontananza, mentre loro rimasero al centro del parcheggio un po' in ombra rispetto al palo della luce. Le voci si avvicinarono sempre di più fin quando una squadra di ragazzi arrivò fuori dall'edificio. Rimasero tutti immobili e in silenzio appena notarono i tre ragazzi al centro del parcheggio, a parte uno che si avvicinò a quella che presumevo fosse la sua auto e cominciò ad imprecare.

<<Che cazzo succede? Perché siete tutti qui?>> chiese un ragazzo ai compagni, si fece spazio tra la folla e appena vide il trio irrigidì la schiena.
<<Perché siete qui? Credevo che aveste già dato in questo weekend>> disse scherzoso il ragazzo. Logan e squadra fecero un passo avanti nella direzione del nemico. <<Dovevamo sdebitarci per il pensierino che hai mandato a Cameron>> Noah aveva stampato in faccia un sorrisino strafottente che irritava persino me, inutile dire che l'altro era su tutte le furie.  <<Ci hanno sfasciato le auto!>> urlò il povero ragazzo che era quasi in lacrime per la macchina rigata. <<Ringrazia quel coglione di Sanders>> disse Logan con la delicatezza di un camionista bulgaro (niente contro i bulgari, sia chiaro).

SaudadeOnde as histórias ganham vida. Descobre agora