-Chapter 13-

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I giorni seguenti furono un calvario. Ero sempre più stressata per le gare imminenti ed ero ancora turbata dall'episodio con Logan, non riuscivo proprio a spiegarmi il suo comportamento.

Venerdì, finito allenamento, mi preparai per la festa a cui mi aveva invitata Jordan e mi passò a prendere al Quartiere Generale. In auto non parlammo molto e sopraffatta dai miei pensieri, mi accorsi di essere arrivati, soltanto quando Jordan mi aprì la portiera.

Anche questa casa era molto lussuosa, ma meno della precedente. Aveva pareti bianche e si scorgeva un terrazzo pieno di piante tropicali. La porta d'ingresso era bianca e poco più in là c'era una vetrata.
L'entrata si aprì pima che potessimo muoverci e un giocatore della squadra di basket salutò Jordan. Lui non mi presentò così lo feci da sola. <<Io sono Ashley>> gli tesi la mano e lui stringendola mi fece l'occhiolino. <<Lo so dolcezza, chi è lo stupido che non lo sa? Comunque io sono Peter, gioco a basket se non lo sapessi>> annuii come se fossi una sciocca e lo avessi capito solo ora.

Già dall'esterno, si sentiva la musica che risuonava per tutto il quartiere. Peter ci condusse nell'abitazione colma di studenti in cui tutti o ballavano o urlavano per farsi sentire nel trambusto.

Dopo che Peter se ne andò, Jordan mi condusse in cucina dai suoi amici, che mi salutarono calorosamente. Restammo lì per quelle che mi sembrarono ore e ore, ma quando guardai il telefono notai che era passata poco più di un'ora. Alcuni mi offrirono da bere degli alcolici, ma io rifiutai. Dovevo essere sobria perché oltre che ad essere minorenne, non potevo di certo presentarmi all'allenamento del domattina in condizioni disastrose, no? Già alla Michigan Academy, Will mi aveva fatto una spiegazione accurata di quello che poteva capitare se il mattino dopo aver bevuto mi fossi presentata con un dopo-sbronza ad allenamento e non volevo di certo provare.

Alcune ragazze che erano lì con gli amici di Jordan mi avevano già inquadrata. <<Che brava ragazza, si vede che è una vera atleta>> feci un sorriso irritato, loro sembravano solo delle oche. Dopo averlo fatto, sghignazzarono e se ne andarono con qualche ragazzo.

Alcune chiacchiere dopo, Jordan mi invitò a ballare e io accettai. Lui era proprio un bravo ballerino e anche se faticai a stargli dietro, mi divertii. Fortunatamente non aveva ancora parlato di Logan e io non lo avevo visto da nessuna parte. Ma, come si suol dire, quando parli del diavolo spuntano le corna e mi ritrovai a fissare due occhi smeraldo che stavano guardando nella mia direzione. Non riuscivo a capire cosa provasse, era chiuso in sé stesso come un riccio e non riuscivo a vedere la sua espressione, che era come di ghiaccio.

Jordan, ignaro di tutto, se la stava spassando continuando a ballare in modo molto strano. In quel momento mi passò la voglia di ballare e decisi di comunicarlo a lui. Gli provai a picchiettare la spalla, ma sembrava troppo preso con la sua coreografia, così me ne andai comunque, senza aspettare il suo permesso.                                                                                                         

Trovai in un angolo Autumn e Jessica, così andai da loro. In quei giorni avevo stretto legami molto più profondi con tutta la squadra. Appena arrivai da loro, per farmi sentire parte della conversazione, cominciarono a parlare dell'allenamento che avremmo avuto la mattina dopo e del body da gara che era arrivato giusto quel pomeriggio.

Passai il resto della serata a parlare con loro, ridendo molto di vecchie cadute o dei bei ricordi in palestra. Quando fu circa mezzanotte cominciammo a sbadigliare, così le ragazze e io decidemmo di tornare a casa. Dato che non sapevo dove fosse Jordan, decisi di tornare con loro, visto che Jessica aveva la macchina e non era sbronza soprattutto. Ma, prima di dirigerci verso l'auto, Jessica scrisse un messaggio a Victoria che poco dopo ci raggiunse e andammo tutte alla macchina di Jess.

SaudadeWhere stories live. Discover now