-Chapter 18-

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Quando tornai a sedermi Will mi chiese <<Come mai ti sei alzata?>> lo guardai, come per chiedergli che cosa avesse appena detto. <<Perché qui, a differenza della Michigan, sono in una squadra>> lui annuii, come se non lo avessi appena ripreso. <<Capito. Comunque hai trovato qualcuno qui? Oltre alle tue compagne ovviamente, ho visto qualche bel bocconcino da queste parti>> mi fece l'occhiolino, per farmi intendere che io non potevo comunque avere alcun fidanzato, era sempre stata la regola. <<Si, qui mi trovo molto meglio che alla Pertland. I ragazzi del football sono sicuramente più simpatici>> mi dimenticai di avere un microfono vicino e dalle gradinate della squadra di football si levarono grida.

Mi morsi il labbro inferiore per l'imbarazzo, ma risi e lo fece anche Will. <<Ah si, mi ricordo che quelli ti avevano insultato una volta>> tornai a guardare lui e mi vennero in mente quegli attimi, quando non avevo nessuno con me e le persone che mi insultavano in corridoio, davanti ai professori, in mensa, in qualsiasi posto e in qualsiasi modo. <<Anche più di una volta, se conti tutti i bulli delle medie e della prima superiore insieme>> dalla zona della squadra di football si levarono cori di <<buh>> per quelli che mi avevano insultato gli anni prima.

<<Grazie ragazzi, siete magnifici>> dissi rivolta a loro, mandando un bacio con la mano e loro in risposta fecero un cuore con le mani e mi fecero ridere un sacco. Mi voltai verso Will, che afferrando il microfono, se lo portò vicino alle labbra. <<Ragazzi, dopo voglio conoscervi tutti. Se la Wilson fa questi complimenti vuol dire che siete davvero simpatici. Occhio però che se me la ferite o la rapite, dopo vi vengo a prendere a calci sui vostri bei didietro muscolosi>> disse ridandomi il microfono e mi misi a ridere. William era veramente il migliore.

Nel mentre chiamarono Georgia e applaudii. <<Forza Gei!>> la esortai. Era una delle migliori a trave, così lo dissi alla persona vicina a me. <<Will guardala per favore, è molto brava>> lui non mi badò e invece chiese <<Hai cambiato qualcosa? Forse come uscita dovresti mettere due avvitamenti e mezzo invece che solo due. Si, domani ci lavoriamo>> lo guardai male e tornai a guardare Georgia che saliva sulla trave.

Quando fece i due flick, applaudii e urlai insieme alle altre ragazze, che ormai avevo raggiunto, lasciando solo Will. Quando terminò, ritornai a sedermi ripensando alla mia routine e Will, come faceva sempre, mi fece distrarre. Mancava solo Victoria e poi sarei dovuta andare io, così cercai di eliminare tutto il pubblico, i rumori e le mie compagne e di vedermi sopra quella trave a gareggiare come sapevo fare. Quasi non mi accorsi che Victoria era caduta e tutte le mie compagne erano in tensione.

Alzai la testa e incrociai lo sguardo di Will. <<Lo so che per te è stressante essere in una squadra e non vuoi deludere nessuno, ma secondo me quando gareggi da sola e sbagli deludi più te stessa di quanto tu non possa fare con loro>> aveva perfettamente ragione e lo sapeva. <<Quando sono da sola al massimo piango e mi do dei pizzicotti sulle gambe, ma deludere tutte loro non lo voglio proprio fare>> gli dissi con sguardo triste. <<Ashley, tu non ci deluderesti. Sbagliare è umano e anche tu lo sei. Se sbagli, ci saremo noi a tirarti su il morale>> mi disse Nicole, accucciandosi davanti alla mia sedia con un sorriso. Io ricambiai, anche se più incerta.

Intanto anche Victoria aveva terminato l'esercizio, così mi alzai, diretta alla trave e Will mi seguì. Misi i piedi nella vaschetta di magnesia, per poi metterci anche le mani. Mi misi davanti a Will che mi inchiodò lo sguardo con il suo. Mettendomi le mani sulle spalle cominciò a parlarmi. <<Ashley, tu lo sai bene che ormai per me sei più di una semplice atleta, cerca di fare del tuo meglio per te stessa, per la squadra, per i tuoi genitori e se vuoi anche per me, ma tieni il meglio per la prossima gara>> io annuii alzando gli occhi al cielo e lui mi strinse in un abbraccio, dandomi un bacio sulla testa.

SaudadeWhere stories live. Discover now