-Chapter 10-

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La festa si teneva in una villa enorme, da cui si potevano sentire le onde infrangersi sugli scogli poco più in là, su una spiaggia adiacente all'oceano. Davanti all'entrata c'erano alcuni ragazzi a controllare chiunque entrasse. Quando Logan li salutò, gli fecero un cenno di saluto e lo  fecero passare. Lui mi indicò <<Lei è la Wilson>> loro annuirono e a quel punto Logan entrò nella villa, io lo seguii a ruota. L'interno era pieno zeppo di ragazzi tutti accalcati che ondeggiavano a ritmo di musica. La dimora era immacolata. Ogni cosa era bianca o nera, a parte delle piante o dei vasi con colori più vivaci. C'erano bicchieri rossi di plastica su ogni superficie piana disponibile e un brusio assordante, per non parlare della musica.

In mezzo al salotto c'era un divano, con davanti una televisione grande almeno 70 pollici sintonizzata con la play station con cui stavano giocando Jordan e Tom. La maggior parte degli spettatori erano ragazze, che incitavano il loro preferito, sicuramente con doppi fini. A parte le ragazze, sul divano erano seduti altri giocatori di football o basket con in braccio le rispettive fidanzate.

Quando ci avvicinammo, vidi alcune ragazze della squadra parlare tra loro a cavalcioni sui ragazzi. Cercai di non attirare la loro attenzione, ma con scarsi risultati. Alcune urlarono il mio nome, alzai lo sguardo da terra salutandole e andai nella loro direzione. Logan si sedette sul divano, dove c'era a malapena posto per una persona, così dovetti stringermi tantissimo accanto a lui per poter stare seduta.

Dopo alcuni minuti, però arrivò un altro ragazzo e per far spazio anche a lui Logan mi prese per i fianchi e mi adagiò sulle sue gambe.

Cercai di rimanere calma, ma il cuore mi martellava sulle costole e avevo il respiro affannoso. Tutti fischiarono e qualcuno disse <<L'aria qui è piccante anche solo a guardarli. Chissà che cosa succederà dopo>> Logan fece il dito medio a tutti e mi si avvicinò all'orecchio sussurrando. <<Stai calma. Capisco che sei agitata ma non serve così tanto>> poi come se mi avesse detto qualcosa di indecente, fece un sorrisino e poi mi fece l'occhiolino. L'intera folla urlò e io rimasi a bocca aperta. Che situazione assurda!

Stando al gioco, mi alzai dalle sue gambe e sorridendo, gli porsi la mano. La folla scoppiò in un boato. Lui afferrò la mia mano e mi diresse verso un posto più isolato.

Ci fermammo in un corridoio semibuio da dove si sentiva il trambusto della festa in corso. <<Non c'era bisogno di fare tutto questo show>> risi ripensando alle facce scioccate che avevo visto quando mi ero alzata. Come se potessi veramente fare qualcosa con lui!

<<Che hai da ridere?>> mi chiese incazzato. Sbuffai. Non c'era una volta in cui fosse di buon umore. <<Mi fa ridere la reazione che hanno avuto. Voglio dire, non sono una che va in giro con tutti e ha molti amici>> dissi. <<Quando sei nuovo, nessuno ha idea di come sei e per quello ti attribuiscono alla categoria a cui vogliono che tu appartenga. Sta a te far vedere a quale appartieni realmente>> annuii alla sua improvvisa saggezza. <<Come fai a sapere tutte queste cose, se sei qui da tanto tempo?>> ritornò alla sua indifferenza. <<Osservo. In quattro anni ho visto tantissime persone diverse comportarsi in modi diversi. Tanti credono che fare i bulli sia figo, altri pensano di essere bullizzati a causa della loro persona e non pensano che sia colpa degli altri che non li accettano per quelli che sono>> annuii ancora seguendo il suo ragionamento.

<<Mi piace come ragioni qualche volta, anche se continuo a pensare che sei troppo arrogante e pieno di se>> rise amaramente.

<<Hai ragione, sono troppo stronzo ma è l'unica cosa che mi riesce bene. La vita è stronza con te e tu devi essere stronzo con la vita>> sbarrai gli occhi.

<<Non capisco che cosa tu intenda con queste parole>> rimase interdetto. <<Ormai è un motto. Potrebbe sempre servirti, anche se nella tua vita da snob sicuramente non ti manca niente>> mi irritai abbastanza dalle sue parole, credeva che la felicità stesse nei soldi. Io non lo avevo mai pensato invece, dopo averlo sperimentato sulla mia pelle.

SaudadeWhere stories live. Discover now