-Chapter 25-

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La settimana scolastica volse finalmente al termine con un giovedì molto movimentato, caratterizzato da tutte le persone possibili ed immaginabili che chiedevano agli altri dei propri costumi o parlavano della festa che si sarebbe svolta il giorno dopo. Un altro argomento gettonato era la partita di football, a cui io non avrei assistito sicuramente. Era già tanto che Will mi lasciasse andare alla festa e il pomeriggio avevo allenamento.

Venerdì partì già dalle prime ore dell'alba. Il QG non era mai stato così movimentato, a parte nel giorno di gara. Tutte le ragazze girovagavano per casa agitate, mentre urlavano e cercavano oggetti dispersi. Dopo un sacco di tempo fummo finalmente tutte pronte e ci scattammo una foto con il nostro costume. Dopo il set fotografico lasciammo l'abitazione e ci dirigemmo verso scuola.

Appena entrate, tutti si girarono verso di noi stupiti e non avevano tutti i torti. I vestiti da suora non erano proprio il top per mettersi in mostra e neppure il nostro crocifisso dimensione uomo era il massimo, ma noi ci stavamo divertendo.

Quando il preside annunciò la riunione nella palestra della scuola per la coreografia delle nostre amatissime cheerleader, scoppiammo tutte a ridere e trasportando la nostra croce nel bel mezzo della folla tutta travestita, arrivammo in palestra. Tutti presero posto sugli spalti, ma noi ci posizionammo nel bel mezzo dell'edificio, così da attirare l'attenzione della folla che prendeva posto. Il preside ci guardava stranito, ma noi non facemmo caso alle sue occhiate. Posizionammo la croce verso la parete per non essere intralciate e feci segno al ragazzo alla console di mettere il remix che avevamo preparato. Appena partì la prima canzone tutti cominciarono a urlare capendo le nostre intenzioni.

Cominciò insieme alla musica anche la nostra coreografia e togliendoci la tunica da suore sfoggiammo i nostri vestiti da cheerleader sapientemente rubati dal coach Strauss. Tutti urlarono ancora più forte per la nostra frecciatina e noi continuammo a ballare. La folla andò a tempo con le mani facendoci ballare con ancora più allegria.

Finì la musica e tutta la folla applaudì. Le cheerleader che nel mentre erano sbucate fuori dal loro camerino, ci stavano guardando tutte arrabbiate, ma noi sorridevamo compiaciute. Mai mettersi contro di noi. Questo lo avevo capito fin da subito e lo dovevano capire anche loro, la nostra non era una semplice squadra. Era una famiglia.

Salutammo la folla andandocene a sederci sulle prime gradinate e subito ci si avvicinarono le persone più odiose della scuola.                                                                                                                                                              <<Sono profondamente offesa per questa specie di balletto che avete fatto>> disse la capa suprema delle cheerleader, nonché la ragazza più stronza del quarto anno, di cui non avevo idea del nome che avesse.
<<Mi dispiace per te ma sembra che gli altri abbiano apprezzato>> tutti gli sguardi erano puntati su di noi, curiosi di sapere cosa sarebbe successo.

<<E poi dove avreste trovato le nostre cose?>> chiese squadrandomi.

<<Sai, forse qui tutti preferiscono noi a voi cheerleader per fare proprio quello che fate voi>>

<<Sai chi sono io, vero?>> finsi di pensarci ma non poteva importarmene di meno.

<<Una cheerleader che cerca attenzioni da tutti?>> chiesi.

<<No, cretina. Sono Olivia Johnson e dovresti imparare a tenere la bocca chiusa tesoro, altrimenti ci vorrà un pugno per chiudertela definitivamente>> quando disse il suo nome ebbi un dejavù. Mi avevano parlato di lei perché era la ex di Logan e lo capivo anche il perché. Era bella e antipatica, proprio come lui.

SaudadeWhere stories live. Discover now