-Chapter 30-

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Arrivai allo stadio alcuni minuti prima che la partita cominciasse, grazie al mio amatissimo coach che mi aveva tenuto un sacco di tempo in più per dirmi quanto fossi imprecisa o scoordinata.

Fortunatamente però trovai un posto a sedere tra alcuni ragazzi del quarto anno. Poco dopo essermi seduta corsero in campo le due squadre e tutto intorno a me la folla cominciò ad urlare incitando la squadra. Quando chiamarono il nome di Logan, tutto l'intero settore saltò e urlò contemporaneamente, facendomi diventare sorda. Era quasi snervante che loro pensassero che fosse un semi-dio quando era solamente arrogante e pieno di se pure per pensare a qualcuno che non fosse esclusivamente lui stesso. La cosa che mi faceva più irritare però, erano le cheerleader che continuavano a cercare di fare diagonali ed a urlare soltanto per prendere l'attenzione del pubblico, come se già essere mezze nude non le avesse abbastanza messe in risalto.

Cercai dunque di concentrarmi sulla partita che proprio in quel momento aveva appena preso inizio. Le due squadre erano schierate pronte a ricevere la palla. E proprio quando la palla fu lanciata all'indietro da Logan con grande agilità, il fratello placcò tutti gli avversari a terra e la nostra squadra fece il primo touchdown a pochi minuti dall'inizio della partita.

Se prima le urla erano assordanti, il rumore misto alle sirene che rimbombavano per tutto lo stadio era mille volte peggio. Mi alzai anche io ad applaudire. Non ero molto felice del frastuono, ma se non lo avessi fatto probabilmente il ragazzo seduto di fianco a me avrebbe cominciato a pensare che fossi dell'altra scuola e vi posso assicurare che dopo aver visto cosa fanno i Robinson contro gli altri, soprattutto contro le loro auto, non avevo proprio voglia di essere creduta una dell'altra squadra.

La partita passò liscia facendo vincere, anche abbastanza facilmente, la nostra squadra. Appena per lo stadio riecheggiò il fischio segnante la fine del match, ovviamente, gli spalti esplosero in un boato e le cheerleader cominciarono a correre agitando i loro pom-pom. Cercai una via di fuga a tutto quello, ma dovetti aspettare pazientemente che tutta la fila si dirigesse alle uscite. Finalmente dopo quelle che mi sembrarono ore, riuscii ad uscire.

Il parcheggio era stracolmo di studenti ma io dovevo attendere Sophia che mi aveva chiesto di aspettarla. Sicuramente quella sera ci sarebbe stata una festa, ma con il fatto che il giorno dopo avrei avuto la gara, decisi di non andarci ma di salutare comunque la mia amica. Mi appoggiai con la spalla al muro e cominciai a guardare il telefono nell'attesa. Tutto il pubblico era salito nelle auto e se ne stava andando, ma sentivo comunque delle voci che erano poco lontane da me. Cercai di non farci caso e continuai ad aspettare.

<<Siete ancora qui ad aspettarci? Che galanti>> la voce di Noah ormai potevo riconoscerla anche in mezzo ad altre mille. Aveva nuovamente quel tono scherzoso ma al contempo di sfida.

<<Robinson avanti, dobbiamo ripareggiare i conti, ricordi?>> cominciai ad avanzare a piccoli passi verso il suono delle voci. Sapevo che insieme a Noah sicuramente c'era anche Logan e sapevo che di lì a pochi istanti qualcuno avrebbe preso un pugno in piena faccia che gli avrebbe rotto il setto nasale.

<<Porta il tuo culo qui e dimmi che vuoi davvero prenderle>> sentivo la calma nella sua voce. Voleva dire che ovviamente quello malmesso non sarebbe stato lui. <<Davvero? Ne sei sicuro che tu voglia metterti contro di me>> gli chiese. <<Hai il pugno di un camaleonte, non mi fai paura>> arrivai vicina a dove si trovavano loro. Gli avversari erano i ragazzi delle auto sfasciate. Loro in confronto ai Robinson sembravano tesi come delle corde di violino. Continuavano a muovere le dita irrequieti e le gambe stavano tremando. Ero in silenzio per ascoltare quella conversazione che sicuramente non sarebbe finita bene per alcuni di loro.

Sentii arrivare qualcuno dalla parte opposta a dove mi trovavo e Cameron fece cadere a terra due ragazzi a effetto domino. Questi lo guardarono con la paura negli occhi. Janson li superò passando lateralmente al capo della banda che stava cercando di rialzare i due e si affiancò ai Robinson. Osservai i due a terra mentre si rialzavano. Ora avevano lo sguardo incazzato. Mi spostai un po' di più per poter vedere lo sguardo di Logan e Noah, ma nel farlo uno dei due arrabbiati mi notò. Sussurrò qualcosa all'altro che si girò anche lui nella mia direzione.

SaudadeWhere stories live. Discover now