-Chapter 3-

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Arrivata al tavolo, le ragazze si strinsero un po' per farmi posto e mi sedetti vicino a Victoria e Brooklyn, per dare le spalle all'intera scuola.

Le ragazze mi guardarono con i loro soliti sorrisetti che pensai potessero stendere gli amici del tizio fastidioso in un nano secondo. Georgia mi guardò e per prima mi chiese <<Come sono andate le prime lezioni?>> minimizzai con un bene e poi chiesi rivolta a tutte <<Ma chi sarebbe quel tipo seduto con i giocatori di football, quello tra le due bionde? Prima mi fissava strano e l'ho trovato davanti al mio armadietto questa mattina>> indicai con un cenno della testa verso il suo tavolo. Tutte mi guardarono con facce confuse e allibite allo stesso tempo e ad alcune cadde la mascella, restando a bocca aperta.

Io le guardai leggermente a disagio fin quando Nicole mi disse <<Logan Robinson ti ha rivolto la parola? Cosa ti ha detto?>> Ora il suo tono era un po' impaurito e aveva lo sguardo preoccupato.

<<Non mi ha chiesto nulla anzi, io gli ho chiesto se era mister Muscolo dato il suo aspetto niente male. Però se devo essere sincera lo trovo molto lunatico>> tutte scoppiarono a ridere compresa Nicole che sembrava più sollevata dalla mia risposta.

<<Ok ok, ora mi sento più tranquilla sapendo che non ti ha chiesto niente>> rispose Nicole.

Tornammo tutte a concentrarci sui nostri pasti quando un ragazzo mi picchiettò la spalla e per la sorpresa sobbalzai. Prima di avere il tempo di girarmi, Everly che era davanti alla sottoscritta e riusciva a vedere l'intruso chiese <<Cosa vuoi da lei Tom?>> A quel punto mi girai e vidi davanti a me un ragazzo che prima era al tavolo di questo Logan, anche lui non scherzava in fatto di muscoli e tutto il resto. Lui la osservò per un attimo prima di abbassare lo sguardo e spostarlo su di me ignorando completamente la domanda di Everly. <<Ei, tu sei quella nuova, Ashley vero?>> Io annuii con la testa e lui continuò. <<Beh, ecco... noi ragazzi di football oggi abbiamo la giornata libera e di solito quando siamo liberi ci fermiamo nella vostra palestra quindi, ecco mi chiedevo se tu oggi ci fossi...>> lui indicò con la testa il tavolo dei giocatori e io cercai di girarmi per non ridergli in faccia della sua timidezza per niente adatta a un ragazzo come lui. Voltandomi vidi che anche le altre si stavano trattenendo, probabilmente ancora più sorprese di me dal comportamento di Tom.

Tornai a guardarlo e cercando di rimanere impassibile risposi <<Si certo, ci sono tutti i giorni in palestra quindi mi trovi sempre lì>> a lui si illuminò lo sguardo come se gli fosse appena stato detto che aveva vinto un milione di dollari alla lotteria nazionale e con un gran sorriso disse <<Perfetto, allora oggi ci troverai tutti lì. Lo vado a dire agli altri. A dopo>> ritornò quasi saltellando al tavolo dove lo vidi dare l'annuncio alla squadra che urlò e si diedero il cinque mentre Logan guardò Tom e si girò nella mia direzione con uno sguardo penetrante.

Fortunatamente, dopo Tom nessun altro arrivò a interromperci e le ragazze mi spiegarono un po' come funzionavano i turni in palestra e mi fecero la spiegazione su tutti gli allenatori che le seguivano.

Uscita dall'ultima lezione del mio primo giorno alla Saint Ville, avevo un piccolo incontro con il preside, prima di andare in palestra per il mio primo allenamento. Anche se sapevo di essere a un livello più alto delle mie compagne avevo un po' di ansia al pensiero del mio primo allenamento soprattutto perché non ero con William, il mio allenatore alla Michigan Academy, la mia vecchia palestra.

Arrivai davanti all'ufficio del preside e dissi alla segretaria chi ero e che avevo un incontro programmato con il preside. Lei mi aprì la porta dell'ufficio, una stanza grande come un'aula normale con una grande scrivania di legno di mogano e una sedia imbottita da ufficio nera.

Il preside era piazzato dietro alla sedia e la stringeva sullo schienale con le dita. La segretaria che avevo visto dalla targhetta sulla scrivania si chiamasse Rose, mi fece passare e salutai il preside. Rose chiuse la porta dell'ufficio per lasciarci soli e il preside mi disse di raggiungerlo e mi strinse la mano.

SaudadeDär berättelser lever. Upptäck nu