Mi girai velocemente cominciando a camminare rapidamente verso l'entrata della palestra vicina al campo, ma mi rincorsero, prendendomi di forza per le braccia. Cercai di divincolarmi da quelle mani non gradite, ma sembravano non voler mollare la presa.  

<<Cosa volete da lei?>> una voce rassicurante richiamò l'attenzione dei due che si girarono in direzione di Logan, fermo immobile a qualche metro da noi.

<<Non vi hanno insegnato niente i vostri genitori? Le donne si rispettano>> aggiunse il fratello. I due avanzarono verso la nostra direzione. I miei sequestratori lasciarono immediatamente andare le mie braccia diventando rigidi come bastoni.

<<Forse vi devono rimandare all'asilo per farvi ragionare un altro po'>> finì il discorso una terza voce, appartenente a Cameron. Mi sentii subito al sicuro con loro.

<<Oh, la principessa ha anche la servitù, vedo>> disse uno dei due facendo ridere l'altro. <<Sapete bene che se non siete con il vostro amico è perché è steso a terra sanguinante, quindi vi conviene andare da lui e sparire per un po'>> disse Logan facendo un passo avanti. L'altro ne fece uno anche lui e si ritrovarono a pochi centimetri l'uno dall'altro mentre si scrutavano in cagnesco.

<<Si certo, ferisci anche me>> rispose l'altro. Logan lo stava osservando con un lieve sorriso, si leggeva la paura negli occhi del ragazzo di fronte a lui. E Logan più di tutti vedeva la sua vulnerabilità.

Noah e Cameron gli si misero a fianco e quando Logan fece un cenno quasi impercettibile tutti scattarono in avanti. L'ultimo della banda che era rimasto di fianco a me cominciò a scappare, mentre l'altro compagno riceveva un pugno in pieno viso. Cadde a terra probabilmente privo di sensi. Ci fu però un rumorio e arrivarono dietro ai Robinson e a Janson altre cinque persone, sempre appartenenti alla banda.

Rimasi a guardarli mentre mezzo gruppo era a terra e il resto cercava di liberarsi di quei tre ragazzi. Fortunatamente prima che qualcuno finisse male, oltre che al ragazzo a terra, sentii delle urla. <<Che state facendo?>> la voce di Matt mi giungeva anche da diversi metri di distanza, mentre correva verso di noi.

Logan smise di prendere a cazzotti il ragazzo che era fuggito pima e anche gli altri due fecero lo stesso.

Cominciai a non sentirmi più molto bene. L'ultima volta che mi ero sentita così era alcuni mesi prima di arrivare in California, quando avevo avuto un crollo. Sentivo il respiro sempre più pesante, mentre le mani cominciavano a tremare e gli occhi mi si annebbiavano. Mi tornarono in mente tutte le altre volte, quando ero stata così, quando tutto l'inferno era cominciato. Mi sentivo in colpa, di nuovo. Mi sentivo svenire. Mi sentivo crollare in mille pezzettini, mentre tutti potevano vedere le mie fragilità. Probabilmente cacciai un urlo strozzato mentre i ricordi si facevano sempre più reali. Mi stavo facendo trascinare ancora in quel buco nero.

Cercai di camminare via di lì, appoggiandomi al muro per mantenere l'equilibrio, ma mi sentivo come schiacciare da una forza immane per il mio corpo. Non sapevo neppure quanto lontana fossi arrivata, ma improvvisamente sentii solo un bip incessante, come quello di una macchina d'ospedale quando un paziente muore nelle orecchie.

Scivolai lungo il muro fino a sedermi a terra con la testa tra le ginocchia. Sentii solo leggermente dei passi allontanarsi velocemente e sperai di essere rimasta sola.

<<Ti hanno fatto qualcosa?>> mi chiese qualcuno che per il rumore assordante nelle orecchie e per il battito accelerato del mio cuore non riconobbi neppure. Scossi la testa tra le ginocchia. Sentii delle voci parlare lievemente tra loro e mi ritrovai in braccio a qualcuno. Ovviamente ero troppo scossa anche per pensare a chi fosse colui che mi stava trasportando da qualche parte, ma sapevo solamente che in quel momento mi sentivo al sicuro, protetta, portata via dalla realtà che mi stava risucchiando.

SaudadeWhere stories live. Discover now