Gli altri ragazzi si erano limitati ad annuire, mentre io li avevo ringraziati e avevo iniziato a camminare. 

Avevano capito che non c'erano speranze che finisse bene per me. Lo si vedeva dagli sguardi sconsolati che si scambiavano e dal sorriso triste e pieno di pietà che mi rivolgevano se li beccavo a fissarmi.

E ormai l'avevo capito anche io. 

Mi ostinavo a credere di poter battere il destino, di farlo mio e di strangolare le Parche con i loro fili di lana, ma in così pochi giorni l'unica cosa che potevo fare era spiegare meglio agli altri in cosa consiste la mia impresa e dirgli addio.  

Mhf, spiegare. Come se fosse facile.

Come se io lo sapessi.

La mia unica certezza era che sarei dovuta andare nel Tartaro, creare una bolla di luce attorno a me e a Nyx, farle il cu-... il sederino e aspettare di crepare. 

Nel senso letterale del termine. 

E dovevo farlo a breve perché la signora sono-così-megalomane-che-voglio-abolire-le-divinità-che-tolgono-l'attenzione-da-me aveva iniziato ad indebolire i poteri dei miei genitori, soprattutto quelli di Apollo, per far calare un'oscurità eterna sulla Terra e sull'Olimpo. 

E in tutto questo, gli dei non potevano fare niente. Sia perché non possono andare contro il destino e la Tetra Profezia, come l'avevo soprannominata io, sia perché sarebbero diventati troppo deboli per aiutarmi. 

Infatti, ogni divinità ha una specie di "fiamma vitale" legata sia al suo regno, sia a chi la venera, sia alla pura e perfetta Luce. Il bene, l'etere, chiamatela come vi pare. E' quella che rende il loro sangue dorato, quella che crea le loro aure, quella che li circonda quando assumono la loro vera forma. Quella che appare sulla testa dei loro figli quando li riconoscono.

Sta di fatto che Nyx e tutti i suoi amichetti sono alimentati dalla forza opposta, che, grazie anche ai mortali, i quali iniziano ad essere sempre più malvagi e corrotti, si sta rafforzando. 

La signora mi-faccio-mio-fratello-e-i-miei-figli-perché-mi-piacciono-gli-incesti quindi, cerca da sempre si spegnere una ad una le "luci" degli dei, e, quest'anno, se io non la fermo, ci riuscirà. 

Non ho capito perché proprio quest'anno e perché proprio tra qualche giorno, ma evidentemente deve piacerle particolarmente il mese di settembre. 

Ora, risponderò alla domanda che le vostre menti si staranno facendo. "Ma come fai tu a sconfiggere spegni-luci-a-tradimento se nemmeno gli dei ce la fanno?"

Semplice. Non ho una sola luce a cui è legata la mia forza vitale. Il vantaggio di avere tanti genitori con tanti poteri, infatti, è proprio essere un mix talmente strano che nemmeno le forze della seconda divinità primordiale più potente (senza offesa per gli altri) possono spegnere. Quindi, l'unico modo che avrebbe per farmi secca, sarebbe distruggere i miei genitori, spegnere le loro luci e, solo a quel punto, uccidermi.

Oppure potrebbe togliermi quella scintilla che mi ha reso viva, da statua quale ero. Farmi tornare un blocco di argilla, che ha smesso di lottare perché non ci sono più speranze e perché non ha più un motivo per farlo. Potrebbe riuscirci trovando il modo di farmi arrendere. Provare a convincermi a stare ferma a guardare i miei amici e l'intera umanità spegnersi e poi farmi abbandonare la mia luce o togliermela lei direttamente. Tanto morirei comunque, dato che ucciderebbe anche i miei genitori. 

Ma finché c'à vita c'è speranza. E io non potevo smettere di credere nella mia impresa. 

Non volevo. 

Per un attimo mi sentii di nuovo forte, pronta a combattere e a morire. 

Non mi sarei arresa. Non avrei condannato l'umanità. Non sarei rimasta ferma. Non avrei abbandonato la mia luce e non mi sarei fatta strappare la vita. 

•Il dono degli Dei||storia di una ragazza molto particolare•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora