56. Sarò con te

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Mi sveglio improvvisamente, credo di essermi addormentata sulle gambe di Paride, che mi sta ancora accarezzando i capelli.

- Non posso dirglielo - dice improvvisamente

Credo stia parlando con i suoi genitori.

- Prima o poi dovrai, che tu voglia o meno - interviene suo padre

Ma di cosa stanno parlando, ma soprattutto a chi dovrebbe dire qualcosa ma non può farlo, e cosa deve dire e perché?

- Tesoro lei sembra tenerci molto a te, capirà - lo rassicura sua madre

Credo stiano parlando di me. Iniziano a frullarmi in testa infinite domande... cosa deve dirmi? Se non vuole dev'essere qualcosa di grave, ma se fosse grave nel senso che intendo io, sicuramente non lo avrebbe detto ai suoi genitori. Cosa può esserci di grave che abbia confidato ai suoi? Niente di intimo o personale... Fingo di dormire, per capire l'argomento.

- Chiameranno anche lei tanto - dice bruscante suo padre

- NO! Lei è diversa - sembra difendermi il mio fidanzato

Diversa da cosa? Da lui? Diversa in che senso?

- è forte, più di te, è necessaria... l'unica speranza - lo accusa

- Siamo arrivati svegliala - cambia dolcemente discorso sua madre

Maledizione, proprio ora dovevamo arrivare? Ho così tante domande che non posso fargli, altrimenti capirebbe che stavo origliando...

- Davina - mi chiama dolcemente accarezzandomi il viso - siamo arrivati -

Fingo di svegliarmi, sedendomi composta sul sedile.

- Hai dormito due ore - mi prende in giro il mio ragazzo

Sorrido, ma non sono felice, sono curiosa e preoccupata, voglio capire di cosa stavano parlando e perché riguarda anche me, ma soprattutto perché riguarda lui. Guardo fuori dal finestrino, villa Scott è esattamente come in fotografia ovviamente. Un palazzo in stile inglese fatto completamente in mattoni, con altissime finestre a vetri colorati, un ampio tetto con terrazza ed una torretta centrale. All'ingresso un grande cancello in ferro, con l'iniziale di famiglia, "S", ed un lungo viale in ghiaia, con vasi in marmo ai lati, pieni di fiori scuri, che conduce alla grande scalinata che arriva al portone d'ingresso. Si intravede una seconda struttura sul retro, saranno le abitazioni dei domestici, ed una terza, completamente in vetro, collegata da un corridoio, credo sia la piscina coperta. Essa è completamente circondata da un immenso giardino, davanti perfettamente ordinato, con cespugli, alberi e fiori di ogni tipo, dentro ancora non l'ho ben visto.

Una volta attraversato il viale, il Sign. Scott lascia la macchina proprio davanti l'ingresso, il personale ci apre le portiere, così da farci scendere e parcheggiare l'automobile.

- è stupenda - mi complimento

Saliamo l'ampia scalinata, entrando all'interno. Paride sembra così agitato e triste, subito gli afferro la mano, sorridendogli per rassicurarlo. Vedere il suo sguardo da cucciolo smarrito mi fa una tale dolcezza da scaldarmi il cuore, ha bisogno di me, ed io sono qui per lui, sarò sempre qui per lui.

L'interno è ben arredato, forse troppo scuro per i miei gusti. I colori dominanti sono in nero delle pareti e delle traverse del soffitto, ed il bianco latte dei pavimenti. Ciò che immediatamente coglie la mia attenzione è il lampadario in cristallo, appeso centralmente, e la scala alla mia sinistra, con gradini in marmo bianco e rischierà in ferro, sempre nera, alla cui sommità c'è il soppalco del piano superiore. Avanzando ci sono grandi colonne in legno scuro, che conducono al salone d'accoglienza, con un camino in marmo, incorniciato da due vetrate, due grandi divani, con il tavolo al centro, e dei quadri, che non credo siano opera di Paride, non vedo il suo stile

Senza FineWhere stories live. Discover now