19. Confessioni e passione

12 4 2
                                    

Mi dirigo da Paride molto turbata per la discussione che ho avuto con Alissa, inizio a sentirmi in colpa, forse ho esagerato. Certo lei non è stata per niente gentile, ha criticato senza nemmeno sentire le mie ragioni, non mi ha nemmeno chiesto se mi fossi divertita o se i miei sentimenti verso Paride fossero veri. Magari la sentirò stasera, quando sentirò anche Tom, oggi voglio dedicarmi completamente a lui.

Busso alla porta di camera sua, subito mi apre. Indossa i soliti pantaloni classici, questa volta però beige, con un maglione nero.

- Allora sign. Scott, mi dica il programma -

- Andiamo nella casa nel bosco - mi dice afferrando la sua scopa

Salgo senza esitare. Adoro quella casetta, è così calda ed accogliente, ma soprattutto adoro l'idea di passare un intero pomeriggio con lui.

Durante il volo decido di attaccarmi a lui, di stringerlo come se lo volessi tenere con me per sempre.

Appena arriviamo accende il fuoco, ne sono felice visto che si gela qua dentro. Mi siedo sul divano tirandomi la coperta fino alle orecchie. Mi prepara una tazza di tea e si siede accanto a me.

- Voglio farti una foto - mi dice

- Una foto? - chiedo imbarazzata

- Si, mettiti seduta, con la schiena dritta, lì accanto al fuoco -

Non amo farmi fotografare, credo di uscire veramente male, preferisco farmele da sola, con l'autoscatto, ma acconsento, solo perché mi è difficile dirgli di no a qualunque cosa.

Gli chiedo di farmele vedere, ma si rifiuta. Non ho idea del perché di questa foto, forse un ricordo.

Torno a sedermi accanto a lui, è dolcissimo mi riempie di baci, che diventano sempre più passionali, fino ad infilare la sua mano nella mia camicia. Veniamo interrotti dal suono del suo cellulare. Lo prende in mano velocemente e soffia nel leggere il numero, che però non vedo.

- Pronto? - risponde infastidito

Cerco di sentire cosa dice la voce, ma non capisco una parola, intuisco solo un tono molto aggressivo ed una voce da uomo per sua fortuna.

- Sono fuori, ho studiato tutta mattina - continua

Ora sento delle urla

- Si, ho detto di sì, ok ciao - chiude la telefonata

Posso leggere la rabbia nei suoi occhi. Con un gesto scaraventa il cellulare contro il muro, fortunatamente non si rompe.

Corro da lui. Mi avvicino e gli afferro il volto tra le mani.

- Cosa succede? - gli chiedo dolcemente

Sono preoccupata. Non mi risponde, mi fissa, mi afferra per i fianchi e mi bacia, con intensità, quasi violenza. Mi alza ed appoggia contro il muro, baciandomi il collo, facendomi male alla schiena per la botta.

- Fermo, fermati, aspetta - scendo

- Hai anche tu qualcosa da dirmi? - si allontana urlandomi contro in modo così forte da farsi uscire le vene sul collo

- No, voglio solo capire cosa ti prende -

Rimango calma, non ha bisogno di rimproveri ora, credo solo debba parlare e sfogare ciò che ha dentro.

- Non voglio parlare - brontola

Non voglio insistere, sembra davvero nervoso, ma ha bisogno di sfogarsi, tenere tutta quella rabbia dentro di se non lo aiuterà di certo. Si siede sul divano con le braccia incrociate. Ne approfitto. Mi siedo sopra di lui, lo bacio sulla guancia, sul collo e gli succhio il lobo dell'orecchio. Appoggia le mani sui miei fianchi, lo lascio fare.

Senza FineWhere stories live. Discover now