Capitolo sessantacinque, seconda parte. (CAM'S POV)

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Leggo il messaggio che mi ha appena mandato Alison, dove mi avverte che è partita. Sono le undici del mattino, sto morendo di sonno e sono arrivati, purtroppo, anche i Jacks e Matt.

«Amico, cosa stai facendo?» mi chiede Taylor che tiene in braccio Grace e si siede accanto a me sul divano.
«Niente, stavo rispondendo al messaggio di Alison», rispondo e Taylor prende il mio telefono, scattando in piedi.
«No, no. Non se ne parla, tu ed Alison per almeno ventiquattro ore non dovete messaggiare o parlare al telefono, questa festa è stata inventata apposta. Tu, amico mio, stai per passare due giorni indimenticabili, ma senza telefono», risponde e sbuffo.
«Taylor ha ragione, io non mi sono ancora scambiato nessun messaggio con Hayley e sto benissimo... per ora. Adesso vai a prepararti, prima di partire andiamo a mangiare qualcosa», interviene JackG e annuisco, raggiungendo il piano superiore e vedo Matt che sta tirando fuori tutti i miei vestiti.
«Ma cosa stai...»
«Ti sto facendo la valigia, mi sembra ovvio»
«Posso farla anche da solo»
«E invece no, perché ormai ho finito», risponde e scende di sotto insieme alla mia valigia. Bene, una cosa in meno da fare. Torno al piano di sotto e dopo aver sistemato tutti i bagagli nell'auto degli scagnozzi di Bart, decidiamo di accompagnare prima Grace dai genitori di Alison e Nash, con tutto il necessario per la piccola dentro un borsone.
«Ciao piccola mia, mi mancherai tantissimo», dico a mia figlia mentre l'abbraccio delicatamente. Le lascio un ultimo bacio e la prende in braccio Nash, salutandola anche lui.
«Divertitevi ragazzi, ma sempre con la testa sulle spalle», si raccomanda mia suocera e le sorrido, lasciandole un veloce bacio sulla guancia.
«Sì mamma grazie, lo sappiamo. Ora dobbiamo andare», si lamenta Nash e dopo aver salutato un'ultima volta, saliamo in macchina e partiamo verso non so dove.
«Ora dove stiamo andando?» domando ai miei amici.

«A prendere qualcosa da mangiare e poi partiamo per la nostra meta», risponde Taylor. Tutto questo mistero mi sta decisamente mettendo in ansia.
«Credo che una volta arrivati berrò fino a non ricordare più come mi chiamo», interviene Aaron e JackG gli batte il cinque, seguito dagli altri.
«Tu compreso, fratello», mi indica Nash e annuisco. Ovviamente non esagererò come loro.
Dopo aver comprato diversi panini e bottiglie di champagne, ci rimettiamo in viaggio per un altro quarto d'ora, il tempo di arrivare all'aeroporto.
«Il jet di Bart? Sul serio?» commento, scrutandolo.
«Gesù, no! Ce l'ha prestato un suo amico. Non ci tengo salire sul jet di Bart, chissà cosa c'è lì dentro», risponde Matt e ha pienamente ragione. 
«Forse ci sono i cadaveri delle numerose donne che si è portato Dio solo sa dove. Appena torneremo lo chiederò direttamente a Bart», nota Carter e la cosa mi fa venire i brividi.
«Comunque il suo jet lo hanno usato le ragazze per il loro viaggio, peggio per loro», dice Nash e quasi mi dispiace per loro.
Finalmente saliamo sul jet e iniziamo subito a brindare.
«Allora, tutti con il bicchiere alzato per favore. Facciamo questo brindisi per nostro fratello Cameron e brindiamo anche al fatto che devi goderti questi due giorni al massimo, prima di iniziare quella schifosa fase della vita chiamata "matrimonio". A Cam!» prende parola Nash, molto delicato.
«A Cam!» gridano tutti all'unisono e facciamo scontrare i nostri bicchieri. E appena partiti, siamo già arrivati al quinto bicchiere.

Dopo un'ora ci avvertono che stiamo atterrando e Taylor mi benda con la sua bandana.
«Se continuate a bendarmi mi verrà mal di testa», mi lamento e ricevo un colpo sul braccio.
«Solo per qualche minuto», risponde Tay e sbuffo, è frustrante.
Dopo aver avuto difficoltà a scendere dal jet, non vedendo niente, sento delle urla: come hanno fatto le nostre fan a sapere che saremmo venuti in questo posto, anche se non so dove sono? Non voglio saperlo.
«Ma cosa cazzo...»
«Fan! Che carine, sono venute a farti gli auguri per il tuo addio al celibato. E dato che oggi mi sento particolarmente bello e di buon umore, andrò a spararmi qualche foto», farfuglia Taylor e scuoto la testa. Solo oggi si sente particolarmente bello? Non credo.

Dopo aver fatto autografi e foto, ovviamente non io dato che sono bendato e non mi hanno permesso per nessun motivo di togliermi la benda, saliamo su un'auto.
«Amico mio, ci siamo!» urla JackJ. Appena scesi, finalmente mi tolgono la benda e inizio a guardarmi intorno.
«Benvenuto a Las Vegas! Meglio nota come la città del peccato», continua Jack e non posso credere ai miei occhi. Sono a Las Vegas!
«Non ci posso credere, grazie ragazzi», esclamo e allargo le braccia, formando un abbraccio di gruppo.
«Bene, basta così con gli abbracci. Andiamo nella nostra suite!» dice Carter e lo guardo con sguardo interrogativo.
«Abbiamo la suite del Bellagio, dobbiamo trattarci bene», continua e fa spallucce.
«Addirittura la suite? Prevedo che ci divertiremo un sacco», rispondo ed entriamo nel bellissimo albergo, dopo aver superato la meravigliosa fontana. Appena entrati rimango a bocca aperta a causa dell'immensità della hall, tutta dorata e pulita.

Ci dirigiamo verso l'ascensore che ci porta all'ultimo piano, portandoci alla suite e una volta aperta la porta, rimango sempre più sotto shock.
«Beh, devo dire che è decisamente più grande di casa mia, più pulita e sembra decisamente una casa», farfuglia Taylor, girando su se stesso per ammirare la stanza.
«Scegliamoci una stanza e vestiamoci, dobbiamo assolutamente andare a fare un giro!» grida Aaron entusiasta, correndo verso le camere da letto.
«Anzi, ripropongo, anche solamente la camera da letto è più grande di tutta casa mia», sento gridare Taylor e scoppio a ridere, in fondo come dargli torto.
Tra disfare le valigie, scattare foto e ammirare il paesaggio si è fatta finalmente sera. Così decido di farmi una bella doccia. Dopodiché, opto per indossare una camicia bianca, sbottonata all'inizio e jeans neri.
«Direi di rimandare il giro turistico a domani, ormai è tardi e abbiamo un programma da rispettare», dice Matt mentre si abbottona la camicia.
«È da vedere se arriveremo a domani», interviene Taylor e la cosa mi mette ansia.
«In che senso?» chiedo ai miei amici, che evitano il mio sguardo.
«Senti, Cam, fai troppe domande. Non fare caso a quello che dice quel coglione di Taylor. Dobbiamo divertirci, d'accordo? Dai, usciamo cazzo!» dice Nash e dopo varie grida, finalmente usciamo. Entriamo in ascensore e scendiamo al piano di sotto, più precisamente al ristorante, chiamato Picasso ed è mozzafiato: elegante, con il pavimento interamente colorato da diverse tonalità, numerosi tavoli apparecchiati e sistemati alla perfezione.
Un uomo in giacca e cravatta si avvicina velocemente a noi. «Buonasera, avete prenotato?» ci chiede il signore, prendendo un piccolo quaderno.

«Sì, a nome di Nash Grier», risponde JackG. L'uomo legge attentamente qualsiasi cosa ci sia scritta su quel quaderno, dopodiché posa lo sguardo su di noi.
«Seguitemi», ribatte e lo seguiamo sulla terrazza del ristorante e rimaniamo tutti senza parole. Ci accomodiamo al tavolo e non riesco a smettere di guardarmi intorno.
«Ragazzi, è magnifico. Grazie», mi rivolgo ai miei amici, che mi sorridono. Da qui possiamo vedere la maggior parte di Las Vegas, che di notte è qualcosa di spettacolare.
«Figurati, non è niente», risponde Aaron mentre sventola la mano in aria.
«Non è niente? Sono qui da meno di cinque ore e già mi avete stupito abbastanza. Nemmeno serviva venire al Bellagio in mezzo a tutto questo lusso, sinceramente», ribatto e i ragazzi fanno spallucce.
«Amico mio, questi sono i tuoi ultimi giorni da single e credimi, serviva eccome. Quando ci ricapita di trattarci così bene?» interviene Matt e annuisco, dopotutto è piacevole essere qui.
«Appunto, quindi ti consiglio di stare zitto e di non rovinare questo momento. Direi di fare un brindisi», dice Taylor e si alza in piedi, tenendo in alto il calice.
«Un brindisi a Cameron, che sta per iniziare la fase più brutta della sua vita e un brindisi a noi, perché senza di noi non andrebbe da nessuna parte», continua e dopo aver fatto toccare i bicchieri, iniziamo a mangiare e a bere senza mai fermarci.
Appena finito di mangiare, ci alziamo e andiamo nella sala casinò dell'hotel, che è gigantesca, piena di gente e non ricordo per quante ore abbiamo giocato, quanti soldi abbiamo buttato e quanto abbiamo bevuto. Ricordo che siamo usciti per Las Vegas, continuando a bere.
E verso le cinque del mattino siamo tornati al Bellagio... con delle ragazze.

/spazio autrice/
Ok, non odiatemi, vi prego. Lo so che l'ultima volta ho aggiornato tipo secoli fa e shame on me, cercherò di stare al passo. Ieri è stato il mio birthdaayy e a breve devo dare altri esami :) uccidetemi.
Comunque, spero vi piaccia, anche se a me non fa impazzire
xoxo













Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora