Capitolo cinquantasette.

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Nelle ore seguenti ho evitato di andare a casa mia per non vedere Julie, né Cameron. Forse sto assumendo un comportamento sbagliato ma al momento non me la sento di parlare con lui. È mattina, sono le dieci e mi sveglio di nuovo nella mia vecchia camera, oggi è il terzo giorno che sono a casa di mio fratello. Mi alzo dal letto e non vedendo Grace accanto a me scendo le scale per avviarmi in cucina. 
«Buongiorno raggio di sole. Dormito bene?» mi saluta mio fratello, che è molto indaffarato a preparare una mega colazione.
«Ehm... si, si. È scoppiata una bomba qui dentro?» 
«No, solo che non sapevo cosa preferivi mangiare per tirarti su, così ho preparato un po' di tutto», risponde Nash e si siede a tavola. Quest'ultima è colmata da ben tre piatti di pancakes, succhi di frutta, latte, waffles, uova e bacon. Semplicemente il paradiso. 
«Sto sognando? Non hai mai fatto tutto questo per me», dico sorpresa.
«Esatto, quindi ricordatelo bene dato che non succederà mai più», ribatte ed inizia a mangiare, senza lasciarmi la possibilità di difendermi. Sapevo che questo gesto affettuoso sarebbe durato poco.
«Ma dov'è mia figlia?» gli chiedo, mentre mangio la quinta fetta di bacon.
«È uscita con Jade, dato che fuori è una bellissima giornata e tu sei rimasta a dormire»
«Di solito mi sveglio sempre quando la piccola piange»
«Evidentemente sei più stanca di quanto pensi», nota Nash e annuisco, mentre Cameron si fa spazio nella mia mente. Mio fratello si alza dalla sedia e si avvicina a me, cingendomi le spalle con il suo braccio.
«Vuoi parlarne? Anche i ragazzi sono abbastanza preoccupati per questa situazione, mamma e papà ancora peggio», confessa Nash e mi giro di scatto verso di lui, fulminandolo con lo sguardo.
«L'hai detto alla mamma? Nash! Dovevi farti i cazzi tuoi»
«Scusa, ma ti ha visto quando sei andata a prendere Grace di fretta dopo la sfilata ha notato che c'era qualcosa che non andava, eri incazzata nera. In mia difesa dico che non sono molto bravo a mentire», si giustifica Nash e mi alzo in piedi di scatto, guardandolo male. Un secondo dopo entra Jade in casa.
«Devo... preoccuparmi? Alison?» chiede Jade, con gli occhi spalancati.
«Per fortuna hai tardato la morte del tuo ragazzo con il tuo ingresso», rispondo e le vado incontro per salutarla. Prendo in braccio Grace e la dondolo un po'.
«Allora dovresti ringraziarmi, amore», continua Jade e riceve un veloce bacio da Nash.

Per tenermi la mente occupata, ne approfitto per avvantaggiarmi con gli studi, ormai manca poco alla fine. Durante la giornata Cameron mi ha chiamata più o meno una decina di volte, ma non gli ho risposto. Fortunatamente, ricevo una chiamata più piacevole.
«Ehi, Zayn, ormai non ti fai più sentire spesso», lo saluto.
«Quella che sparisce sei tu e siamo entrambi indaffarati», risponde.
«Hai ragione. Non so se hai il sesto senso, ma ogni volta che mi chiami sono in condizioni pessime», ribatto. Inizio a giocare con una ciocca dei miei capelli mentre cammino avanti e indietro.
«Possibile che la tua vita abbia più bassi che alti? Cos'è successo questa volta?»
«Per farla breve è tornata Julie con un bambino e sostiene che sia il figlio di Cameron», gli spiego velocemente sdraiandomi infine sul letto.
«Ma che cosa stai dicendo? Sul serio? Questa situazione non mi piace», commenta Zayn.
«Nemmeno a me, mi fa impazzire il fatto che Cameron sia a casa da solo con lei da tre giorni»
«Sono sicuro che Cameron non è così stupido da tradirti, con un'arrampicatrice sociale come lei e lui questo lo sa»
«Spero tu abbia ragione, comunque devo passare a casa a prendere altri vestiti. Ci sentiamo stasera?» rispondo, mentre mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno per darmi una sistemata.
«Certo. Ti voglio bene e non fare cazzate», si raccomanda Zayn e mi scappa una risata diabolica.
«Ti voglio bene anche io, ma non posso promettertelo», ribatto e attacco il telefono.

Dopo essermi pettinata, indosso velocemente una tuta e scendo di sotto, sistemando Grace sul divano.
«Già siete finiti in televisione», dice Jade ad alta voce, seduta sul divano. Non capendo a cosa si riferisce, butto lo sguardo sullo schermo che ritrae varie nostre foto durante la sera della sfilata, mentre le ultime due raffigurano me che mi trovo fuori casa di mio fratello, in due giorni differenti, con sotto scritto: "Alison Grier e Cameron Dallas non si vedono ormai da giorni. Che sia finita definitivamente?"
«Ci mancava solo questa, adesso si accamperanno qui fuori?» commento, scocciata.
«Però devo dire che sono uscita molto bene nelle foto della sfilata», risponde Jade, ignorandomi completamente.
«Sto uscendo un attimo, passo a casa a prendere delle cose che mi servono. Puoi stare tu con Grace per un'oretta?» avverto Jade e mi avvio verso la porta d'ingresso, dopo aver lasciato vari baci sulla guancia di mia figlia.
«Certo, nessun problema. Buona fortuna».

Dopo una ventina di minuti riesco ad arrivare a casa e noto subito che la macchina di Cameron non c'è. Apro la porta d'ingresso e la richiudo alle mie spalle, avviandomi verso le scale per andare in camera. Guardo di nuovo la sala e la cucina e mi sembra tutto perfettamente in ordine e pulito. Che sia la volta buona che Cameron pulisce. Salgo le scale e sento subito l'irritante voce di Julie, probabilmente sta parlando al telefono.
Appena vedo la porta della mia stanza chiusa, la apro di scatto, vedendo Julie sdraiata sul mio letto, con un pacchetto di patatine a guardare la televisione, con suo figlio dall'altra parte della letto che gioca con i giocattoli di Grace.
«Che diavolo ci fai qui dentro?» chiedo nervosa, cercando di mantenere la calma. Julie si alza di scatto, quasi spaventata e lascia velocemente il telefono. Abbassando lo sguardo, noto numerose buste a terra e tutte di marca.
«S-scusami, io non...»
«E questa roba come hai potuto permettertela? Con i soldi del mio fidanzato, presumo», rispondo e sistemo subito il letto. Mi giro verso di lei e non risponde, meglio così.
«Non credi che ti stai approfittando troppo della gentilezza di Cameron? Fa questo solamente perché avete un figlio insieme, sempre se è vero. Questa casa è grande, abbiamo quattro camere per gli ospiti. Quindi perché non te ne scegli una ed esci dalla mia camera?» continuo, fulminandola con lo sguardo.
«So che non ti sono simpatica Alison e questo lo capisco, sono piombata nella vostra vita all'improvviso. Non sono venuta per rovinarvi il fidanzamento, ma...»
«Ma sei venuta solamente a chiedere soldi. Ti avverto, non te ne approfittare troppo. Tu non mi piaci, Julie, è vero. Non faro finta che mi sei simpatica perché non sono capace a mentire, ma sappi che se nascondi qualcosa, qualunque cosa, io la scoprirò», la interrompo di nuovo ed esco dalla stanza, con in mano i vestiti appena presi dall'armadio.

Sono talmente arrabbiata che non mi accorgo della presenza di Cameron.
«Alison! Cristo santo, è tutto il giorno che provo a chiamarti!» esclama Cam, venendomi subito incontro.
«Non mi andava di parlare con nessuno, in realtà»
«Che ci fai qui?» mi chiede, abbracciandomi per pochi secondi.
«Dovevo prendere dei vestiti». Dopo la mia risposta, lo sguardo di Cameron si è spento, era convinto che fossi tornata per restare.
«Come sta Grace?» domanda, cambiando argomento.
«Molto bene. Puoi... puoi venire a prenderla se ti va», rispondo e lui annuisce subito, facendo un sorriso enorme. Ad interrompere la nostra conversazione è la fastidiosa presenza di Julie, che scende velocemente le scale con il viso bagnato dalle lacrime.
«Cameron! Grazie al cielo sei tornato! Allontana Alison, ti prego, guarda come mi ha ridotta!» grida Julie tra le lacrime e la guardo sconvolta: ha l'occhio destro di un colore scuro, che varia dal nero al viola e del sangue.
«Che cosa? Alison, dammi una cazzo di spiegazione!» urla Cam, furioso.
«Io ti giuro che non l'ho toccata nemmeno con un dito!» mi difendo subito, invano.
«Mi ha aggredita! Solo perché ero in camera vostra a parlare al telefono!» continua lei e desidero solo tirarle un pugno, uno vero stavolta.
«Alison, ma che cazzo ti passa per il cervello?! Sei matta?» continua Cameron, guardandole l'occhio.
«Cameron te lo giuro sulla vita di Grace che non ho fatto niente», ripeto, ma non mi crede.
«Quindi stai insinuando che me lo sono fatto da sola?» chiede Julie retoricamente. Non posso credere che sta succedendo davvero. E la cosa che fa più male è che Cameron nemmeno mi crede.
«Vattene Alison, hai già fatto abbastanza», dice Cam. Adesso sono io che ho le lacrime agli occhi, perché non riesco a capacitarmi del fatto che Cameron mi guarda schifato, deluso. Vedo che Julie lo abbraccia, facendo ancora finta di piangere con disperazione e mi fa un occhiolino, sorridendo. Lo sapevo, sapevo che è tornata anche per riprendersi Cameron.
Il sangue mi si ribolle nelle vene e con la mascella serrata, mi giro ed esco velocemente. La stronza mi ha appena dichiarato guerra e se è riuscita a vincere la prima battaglia, le prossime saranno mie. Ancora non sa con chi si è messa contro.


















Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora