Capitolo venticinque.

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Nei giorni seguenti abbiamo sempre fatto le stesse cose: la mattina ci siamo svegliati presto per andare a fare le foto o le interviste, siamo tornati a casa per l'ora di pranzo, siamo usciti per visitare maggiormente la città fino alla sera; così tutti i giorni per una settimana.
Io e Cameron abbiamo ricominciato a parlare, ma in maniera ancora abbastanza distaccata, però un passo alla volta, mi rendo conto del mio sbaglio e capisco che gli ci vuole tempo.

«Sono fiero di te baby», mi dice Zayn.
«Lo sono anche io», rispondo mentre faccio l'ultimo tiro alla sigaretta. Sono circa due ore che parlo al telefono con Zayn, ci siamo raccontati molte cose, tra cui anche il fatto che Jake mi ha mandato un messaggio qualche giorno fa per sapere come e dove stessi, gesto che mi ha fatto molto piacere.
«Alison, hai un minuto?» mi chiede Cameron, affacciandosi alla finestra. Alzo una mano e mimo «un attimo».
«Cosa?! Ecco... ci sentiamo domani... ti voglio bene anche io», rispondo e chiudo la chiamata.
«Chi era? Tua madre?» domanda Cam e scoppio a ridere.
«Molto divertente», rispondo facendogli il verso.
Esce nel piccolo terrazzo e si siede accanto a me.
«Che panorama fantastico», afferma Cam e io annuisco. Si accende una sigaretta e si volta verso di me.
«Allora... come stai?» mi chiede, continuando a fissarmi.
«Abbastanza bene, tu?» domando a mia volta, fregando la sua sigaretta.
«Devo ammettere che non potrebbe andarmi meglio in questo periodo», risponde e non posso fare a meno che essere d'accordo con lui, hanno ricevuto un'opportunità davvero importante, che capita una volta sola. Dopo un lungo e assordante silenzio, riprende parola.
«Allora, iniziamo da capo. Dunque... non farò giri di parole, quindi... verresti a cena con me una di queste sere?» dice grattandosi la nuca e mi viene da ridere per questo gesto adorabile.
«No»
«Ah, e perché?»
«Ci devo pensare...», rispondo sogghignando seguita poi da Cam, che sospira, sembra che stava trattenendo il fiato «mi piacerebbe molto venire a cena con te», rispondo.
«Per un momento mi sono spaventato», ammette e si appoggia alla sedia scaricando tutta la tensione che aveva in corpo.
«Ho notato! Facciamo domani? Non ci restano molti giorni di permanenza qui a New York», dico spegnendo la sigaretta di Cameron.
«Va bene. Vado a farmi una doccia», continua e mi saluta dandomi un bacio sulla guancia, gesto che mi ha sorpresa.
Decido di entrare anche io e raggiungo gli altri in sala, che stanno giocando ai videogames e stanno facendo un gran casino.

«Secondo me dovresti metterti quello rosa», mi suggerisce Bethany facendomi vedere il vestito.
«Non so, non mi convince», rispondo fissandolo.
«Insomma, Alison! Tra quattro ore devi andare a cena con Cameron dopo quanto tempo? Anni, che non uscite da soli? E ancora stai in pigiama! Vergognati», interviene Hayley iniziando a tirare fuori dal mio armadio ogni tipo di vestito presente.
Ha ragione, è davvero molto tempo che io e Cam non andiamo a cena fuori o semplicemente non usciamo da soli, solitamente stiamo sempre tutti insieme.
«Questo mi piace», commenta Jade tenendo in mano un semplice tubino nero.
«Sì, anche a me. Adesso lo provo», rispondo e mi spoglio per indossare il vestito prescelto.

Sono molto nervosa, io e Cam dobbiamo ancora parlare di alcune cose, di altri aspetti di quello che è successo, dobbiamo mettere tutte le carte in tavola per chiarire le cose tra noi.
«Dopo quello che gli ho fatto passare ancora vuole vedermi», dico guardandomi allo specchio «metto questo, deciso», continuo.
«È normale che voglia vederti, Ali. Non dico che ci passerà sopra, però questo è un passo importante per voi due, magari vuole cambiare. Certo, non che lui sia un santo, però almeno ha preso l'iniziativa nonostante tutto», risponde Jade aiutandomi a rimettere apposto tutti i vestiti.
«Già, speriamo bene. Mi sento nervosa e ho una strana sensazione allo stomaco, la stessa che provavo qualche anno fa quando avevo appena iniziato a uscire con lui», spiego torturandomi le unghie e le mie amiche sorridono.
«Certe emozioni non se ne vanno mai», dice Beth.

Dopo i vari saluti a tutto il gruppo, usciamo di casa e Cameron si mette alla guida di uno dei due suv.
«Sei splendida», dice guardandomi.
«Grazie, stai molto bene anche tu. Non fissarmi troppo e pensa piuttosto a guardare la strada», rispondo e Cam ride, mostrando la sua dentatura perfetta e lo stomaco inizia a farmi male.
È come se lo guardassi per la prima volta.
Il viaggio è abbastanza silenzioso e regnato dall'imbarazzo e dopo qualche minuto arriviamo al centro della città.
«Che meraviglia», commento guardandomi intorno, New York durante la sera è bellissima.
«Già, vieni», risponde e scendiamo dalla macchina. Mi prende per mano ed entriamo in un ristorante chiamato Daniel.
«Buonasera signor Dallas», dice un uomo elegante che credo sia il direttore e posa lo sguardo su di me «signorina», mi saluta e ricambio con un sorriso.
«Seguitemi», continua e camminiamo dietro di lui, facendoci sedere in un tavolo vicino alla finestra in modo da avere la vista tutta per noi.

Il ristorante è bello e allo stesso tempo delicato: è interamente bianco, accerchiato da maestose arcate di marmo e possiede dei grandi lampadari. È piccolo, ma molto invitante e serio e noto che i camerieri sono vestiti con giacca e cravatta.
«Accomodatevi», ci invita il direttore e ci porge i menù. Dopo aver ordinato, ci porta subito del vino bianco e mi riempio il bicchiere, devo alleggerire la tensione.
«Questo vino è ottimo», commento bevendolo a piccoli sorsi.
«È il vino migliore che possa esistere», ammette Cam. Dopo qualche minuto ci servono i nostri piatti a base di pesce.
«Grazie per essere qui», parla Cameron prendendomi la mano.
«No, sono io a doverti ringraziare per non esserti allontanato da me. Sono consapevole degli sbagli che ho fatto e ti giuro che non ne vado fiera e...»
«Alison, abbiamo sbagliato entrambi, è per questo che ci siamo lasciati. Ti giuro che non riesco ad essere incazzato con te. Ci ho provato, davvero, è solo che non posso», ammette e da una parte sono sollevata.
«Dobbiamo rivedere tutti i nostri sbagli e forse... chissà, riprovarci... se... se vuoi», rispondo guardandomi le mani in grembo.
«Non desidero altro», risponde e mi sorride.

Dopo aver finito, il principale decide di offrirci la cena, così usciamo dal locale e dopo una lunga camminata ci dirigiamo verso la macchina, accendendoci una sigaretta.
«Grazie per stasera», dico buttando fuori il fumo. Cameron si appoggia alla macchina e mi guarda dalla testa ai piedi.
«Sono contento di aver parlato, ora è tutto molto più chiaro», risponde.
«Già. Però ti prego, non farmi più scenate di gelosia per Zayn. Prova a... esserci amico, ecco», mi azzardo a dire e Cam sbuffa.
«Assolutamente no. Amici? Per favore. Potrei calcolare la sua esistenza ed è già un gran passo», borbotta e lo abbraccio.
«Non sai quanto significa per me», gli dico e allontano il viso dalla sua spalla per guardarlo negli occhi. Cam sposta lo sguardo sulle mie labbra e tiene ancora le mani sui miei fianchi.
«Dobbiamo sforzarci entrambi», risponde e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro. Continua a fissarmi le labbra e decido di annullare la distanza che ci separa.
Cam mi stringe forte a sé, come se da un momento all'altro potessi allontanarmi.
«Andiamo a casa?» mi chiede tra un bacio e l'altro e annuisco.
Saliamo velocemente in macchina e ci dirigiamo verso casa.

Entriamo cercando di fare poco rumore e ogni volta che andiamo a sbattere a qualcosa ridiamo come due cretini.
«Fai piano o svegliamo tutti!» sussurra Cam mentre tira fuori una bottiglia di vino.
«Ancora vino?»
«Sì, dobbiamo festeggiare», risponde e prende due calici dalla credenza, riempendoli di vino bianco.
«A noi», diciamo nello stesso momento, facciamo scontrare i bicchieri e beviamo.
Continuiamo così per altri venti minuti buoni, finché non crollo sul divano.
«Portami in camera», dico a Cam allungando le braccia.
«Sei ubriaca con quattro bicchieri di vino?» mi chiede ridendo e gli do un leggero schiaffo sulla schiena.
Mi prende in braccio e incrocio le gambe intorno al suo bacino. Mi da un altro bacio e quando arriviamo nella mia camera controlliamo che non ci sia Jade.
«Via libera», geme Cam e mi poggia delicatamente sul letto, senza mai staccarsi dalle mie labbra. Gli tolgo la maglietta e lui mi sfila il vestito attillato, guardandomi per qualche secondo e baciando ogni centimetro della mia pelle.
«Mi sei mancata tanto...», sussurra sul mio collo e gli sposto il viso per baciarlo di nuovo.
Gli tolgo gli ultimi indumenti rimasti ed entra subito in me, provocandomi una sensazione di piacere; sono pervasa da un'intensa euforia che si diffonde in tutto il mio corpo, dalla testa ai piedi. Cameron si adatta perfettamente a me, come se fosse stato modellato per il mio corpo.
Il contatto con la sua pelle è più travolgente di qualsiasi altra cosa e Cameron Dallas rappresenta l'adrenalina e l'estasi per eccellenza.

Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Where stories live. Discover now