Capitolo trentadue.

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Il fatidico giorno è arrivato, oggi ho il tanto atteso esame di letteratura inglese e solo Dio e tutti i Santi possono aiutarmi a passarlo. Sono le cinque del mattino, mi sono svegliata così presto per ripassare un'ultima volta e sono sempre più propensa a non presentarmi all'università, però purtroppo non posso e di sicuro non passerei questo maledettissimo l'esame.
Dopo aver riletto il tutto mi preparo la mia solita tazza di caffè che stamattina riempirò con più bevanda possibile, giusto per rimanere abbastanza sveglia e concentrarmi.
Al momento ho una voglia matta di fumare una sigaretta, ma non posso.
«Buongiorno piccola», sento dire dietro di me.
«Cam, cosa fai sveglio a quest'ora?» rispondo, avvicinandomi a lui.
«Beh, a parte il fatto che mi hai svegliato tu, ma non ho intenzione di lasciarti andare da sola», confessa e mi stampa una bacio sulla fronte «come ti senti?» continua.
«Sei un tesoro. Non era necessario ma accetto con piacere. Comunque a parte l'ansia che mi sta divorando viva sto bene, stiamo bene», rispondo mettendomi una mano sulla pancia e Cam mi guarda con uno strano sguardo, meravigliato, come se avesse appena visto la cosa più bella del mondo, ed io adoro questo sguardo.
A breve sarebbero anche usciti i risultati del test di paternità, praticamente in questi giorni stavo vivendo nell'angoscia più totale tra esami, lavoro e test.
«Sono contento, davvero. A che ora hai l'esame?»
«Alle sette devo stare lì», rispondo.
«Va bene, vado a vestirmi allora», si congeda lasciandomi un altro bacio, questa volta sulle labbra, combaciando perfettamente. Era come se le sue labbra fossero state create apposta per le mie, io e Cameron ci completiamo ed è sempre stato così.

Appena finisco di prepararmi raggiungo Cam che mi sta aspettando di sotto e dopo aver scritto un biglietto a Jade usciamo di casa. Una volta arrivati davanti alla classe dove tra poco sosterrò la prova orale, inizio a ripassare ancora una volta camminando avanti e indietro senza sosta sotto lo sguardo degli altri studenti, che come me dovranno svolgere degli esami.
«A breve scaverai una fossa a forza di camminare», nota Cam che mi guarda divertito.
«Ha ha, davvero molto divertente», rispondo senza fermarmi «non ne posso più, non vedo l'ora di dare questo fottuto esame», continuò frustrata e Cam ride. Che cosa si ride non lo capisco.
«Alison Grier?» mi chiama un'insegnante, che si trova all'interno dell'aula.
«Sono io», rispondo. Dopo essere entrata nel suo campo visivo mi chiede di accomodarmi. Mi giro verso Cam che mi fa l'occhiolino ed entro in aula, continuando a pregare lassù.

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«Allora? Com'è andata? Dio mio, sei stata lì dentro per un'ora», mi chiede subito Cam appena esco dall'aula.
«A-, non mi posso lamentare direi», rispondo e batto il cinque al mio ragazzo, che subito dopo mi bacia. Mi allontano, ma Cam mi stringe di più a sé facendomi capire che non vuole interrompere il bacio, così gli cingo il collo con le braccia, riesco a sentirlo che sorride sulle mie labbra.
«Forse dovrei prendere più A se questo è il mio premio», scherzo e Cam mi bacia la punta del naso.
«Già, ti conviene. Andiamo a casa a dare la notizia agli altri due pigroni», risponde a annuisco, avviandoci così verso casa.

-

«Wow! Congratulazioni, non pensavo andasse così bene», si complimenta Jade «Nash sgancia  dieci dollari grazie», continua la mia amica guardando mio fratello e la imito, assumendo un'espressione interrogativa.
«Abbiamo scommesso dieci dollari sul tuo esame. Se avessi preso meno di A, Jade avrebbe dovuto darmi i soldi, altrimenti il contrario», spiega Nash.
«Wow, grazie per la fiducia che hai in me fratello, sempre se posso definirti così», rispondo e Nash mi rispose un "Non c'è di che", stronzo.
Decido di scrivere un messaggio a Zayn, dicendogli che l'esame ha superato le mie aspettative.
«Beh dobbiamo festeggiare, no?» annuncia Jade.
«Concordo», interviene mio fratello.
«La mia ragazza non può bere in queste condizioni, grazie», dissente Cam, facendo sbuffare gli altri due.
«Allora mentre noi beviamo alcol tu bevi qualcos altro di analcolico, o non puoi bere nemmeno quello?» mi sfida Nash, divertito. Gli faccio una linguaccia e decido di accettare, in fondo posso bere bevande che non sono a base d'alcol, quindi perché no?
Dato che si sono fatte le tredici, decidiamo di andare anche a mangiare fuori in un locale molto tranquillo, dove ordino un cheeseburger accompagnato dalle patatine.
«Ti ripeto che se continui così partorirai non uno, ben due bambini», commenta Cam.
«E io ti ripeto che prima o poi ti ammazzo», rispondo e Cam mi imita, facendomi il verso. Dopo aver pranzato andiamo a bere qualcosa, brindando al mio esame e anche alla gravidanza.
«Bene, ora possiamo concentrarci sul nostro ritorno in patria, ovvero la Carolina del Nord. È confermato, tra sei giorni si parte», interviene Nash.
«Perfetto. Non vedo l'ora di tornare lì», risponde Jade e concordo con lei. Mooresville manca tanto anche a me, ci ho passato la maggior parte della mia adolescenza ed è lì che ho conosciuto Jade e i ragazzi, sarebbe comunque rimasta una città molto importante per me.
Stiamo organizzando la giornata di partenza, quando a Cameron inizia a squillare il telefono. «È un numero non salvato, chissà chi è. Scusate», annuncia e si allontana dal tavolo. Chissà davvero chi è. Dopo una manciata di minuti torna da noi, assumendo un'espressione preoccupata.
«Chi era?» domando, curiosa.
«L'ospedale, hanno i risultati, tra una mezz'ora andiamo a ritirarli», risponde e cambio totalmente umore.
«È arrivato il momento della verità», commenta Nash.
Non so davvero cosa aspettarmi da quel test, ho una paura assurda. Sono consapevole che se il padre del bambino è Brian, io e Cam non avremo una vita facile, anche dal punto di vista legale. Il problema è che io sono qui e lui a San Diego, di certo non mi trasferirò lì e nemmeno lui lo farà qui dato che ormai ha lavoro fisso, quindi il fare avanti e indietro già è il primo problema.
Poi sono sicura che Cameron ne risentirebbe di questa cosa, ovvero crescere un bambino che non è suo, ma che comunque ci si affezionerebbe e lo crescerebbe come se fosse suo figlio, ma sarebbe comunque una situazione abbastanza complicata e non so se reggerebbe a lungo.
«Beh non ci resta che aspettare», rispondo pensierosa. Cam mi prende una mano e me la stringe, come per rassicurarmi.

I più brutti trenta minuti della mia vita passano velocemente, forse troppo. Lasciamo il locale e ci avviamo con la mia macchina all'ospedale, che al momento odio. Una volta parcheggiato entriamo all'interno, ritrovandoci nell'atrio.
«Dobbiamo andare al terzo piano», annuncia Jade guardando un cartello attaccato al muro accanto all'ascensore, seguendo quello che aveva detto Jade.
Chiedendo a vari dottori finalmente arriviamo nel reparto dove ci dobbiamo recare.
«Buonasera ragazzi», ci saluta il medico che ha chiamato Cameron.
«'Sera», rispondiamo tutti e quattro all'unisono.
«Accomodatevi. Come ho già detto a Cameron  sono arrivati i risultati del test di paternità», continua e spero lo annunci il più in fretta possibile. Il dottore inizia a sfogliare vari fogli, gesto che mi fa maledire l'uomo in tutti i modi possibili. Ci sta tenendo sulle spine ed io per l'ansia ho smesso di respirare.
«Allora... signor Dallas... vediamo...», dice il medico soffermandosi su uno dei tanti fogli.
Di getto prendo la mano di Cam e la stringo forte, guardandolo poi negli occhi.
«Secondi i risultati è lei il padre del bambino, signor Dallas», annuncia finalmente il dottore «congratulazioni».

Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora