Capitolo trentacinque.

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Continuo a fissare il messaggio, non sapendo cosa dire o fare. Distolgo lo sguardo dal telefono e mi guardo intorno, ho paura che qualcuno mi stia spiando.
«Alison!» sento chiamarmi, così mi volto di scatto e vedo Beth. «Stai bene? Sei un po' pallida», mi chiede ed io annuisco. Sono nel panico, non so se dirglielo o meno ma per ora preferisco tenere la bocca chiusa prima di dire qualche stupidaggine.
Magari è solo uno stupido scherzo di qualche fan dei ragazzi.
«Sto bene. Entriamo?» rispondo, ottenendo l'approvazione di Beth ed entriamo insieme.
«Come va con Matt?» le chiedo, bevendo poi il mio caffè.
«Abbastanza bene, direi. In realtà stiamo molto meglio di prima, forse è dovuto anche al fatto che ormai siamo cresciuti e siamo adulti», risponde e le sorrido, sono così teneri insieme e si vede che Matt è innamorato... ovviamente nella sua classifica, prima di Bethany c'è il cibo.
«Certo. Sono molto contenta, davvero», rispondo distrattamente osservando il paesaggio fuori dal locale. Continuo a guardarmi intorno ma mi autoconvinco che sia solo uno scherzo e che mi sto spaventando per niente.
«Ali, mi stai ascoltando? Sei sicura di stare bene?» mi chiede Beth ed io mi giro lentamente verso di lei.
«Sto bene, solo che mi è successa una cosa strana prima. In pratica-», ammetto ma non riesco a finire la frase a causa del mio cellulare che vibra, segno che è appena arrivato un messaggio:

"Prova ad aprire la bocca e qualcuno si farà male"

No, non può essere. Poso il telefono nella borsa ed inizio ad osservare attentamente ogni angolo del bar. Qualcuno mi sta chiaramente spiando, ma non c'è nessun tipo sospetto. Inizio a sudare freddo e il mio respiro è sempre più veloce, così come il mio battito. Qualcosa non va.
«Mi stai facendo preoccupare. Chi era al telefono? Cosa stai cercando?» mi chiama Beth, ma non riesco proprio a darle retta.
«Devo andare, ci sentiamo dopo. Scusami Beth», rispondo frettolosamente e lascio i soldi sul tavolo, dirigendomi a passo svelto verso la macchina. Appena salita in auto chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo.
Non posso davvero parlarne con nessuno ed io sarei impazzita tenendomi questo "segreto" per me, non avrei resistito a lungo, ma l'ultima cosa che voglio è che qualcuno a cui tengo si faccia male per colpa mia. Quindi avrei dovuto stare zitta in un modo o nell'altro, per il bene di tutti i miei amici.
Ma la domanda principale è solo una: chi potrebbe mai essere? Inizio a pensare a tutte le persone conosciute negli ultimi anni ma nessuno mi sembra un tipo sospetto. Decido di smettere di scervellarmi ed inizio a guidare verso casa di Nash.
«Già sei tornata?» mi chiede Cameron, scrutandomi attentamente. Ha già capito che ho qualcosa che non va, mi conosce troppo bene.
«Sì», taglio corto dirigendomi verso la cucina per bere un bicchiere d'acqua.
«Che hai? Sei strana», mi chiede raggiungendomi.
«Niente, non mi sento molto bene», mento e Cam annuisce, ma so di non averlo convinto del tutto. Stiamo insieme da più o meno cinque anni e ormai mi conosce alla perfezione, ma decide comunque di non insistere, così mi dirigo verso il divano, sdraiandomi.
Ho paura, sono spaventata e ho paura di fare passi falsi, ho paura di fare qualsiasi cosa. Chiunque mi sta mandando i messaggi mi osserva, mi ascolta costantemente ed è una cosa davvero raccapricciante.
«Ehi Ali, ti va di uscire un po' stasera? Ti prometto che non si beve alcol», mi domanda Jade che è appena tornata a casa, ma io non  me ne sono nemmeno accorta.
«No Jade, scusami ma proprio non mi va. Domani mattina devo anche lavorare e mi devo svegliare presto», le rispondo e Jade annuisce comprensiva.
«Smetti di lavorare se ti va, ci penso io», interviene Cameron sedendosi accanto a me sul divano.
«Con "ci penso io" intendi "ho abbastanza soldi per mantenere te e nostra figlia"? No grazie, voglio lavorare e finire gli studi, non mi interessano i tuoi soldi», rispondo e Cam inizia a ridere, lasciandomi un bacio sulla fronte.
«Va bene, allora li spenderò solamente per la mia adorata bambina», continua facendomi una linguaccia.
«Fa pure, io non ho problemi! Vuol dire che girerai tu i negozi per comprarle vestiti», rispondo facendogli l'occhiolino e Cam incrocia le braccia al petto. Alison 1, Cameron 0.

Purtroppo sono le sette del mattino e devo alzarmi per andare a lavorare. Mi alzo dal letto, provando a non svegliare a Cameron e mi dirigo in bagno per farmi una doccia. Non ho chiuso occhio stanotte per la storia di ieri sera; ho chiuso a chiave tutte le porte e le finestre e ho chiuso le tende di tutta casa.
Questa storia mi sta già facendo impazzire e data la mia condizione non voglio essere perennemente in ansia, potrei anche svenire da un momento all'altro.
Una volta essermi asciugata, mi vesto con jeans e maglietta neri e scendo di sotto, prendendo la borsa ed esco di casa. Appena arrivata, saluto tutti i miei colleghi e mi preparo un caffè con un piccolo cornetto.
«Ehi Ali, come va? Hai dormito stanotte? Sembri un cadavere che cammina», mi chiede Megan, una ragazza che lavora con me.
"Beh no sai, non ho dormito stanotte perché da ieri pomeriggio mi arrivano messaggi da parte di un maniaco che minaccia di ammazzarmi. A te come va?"
«Buongiorno anche a te Meg, grazie per il complimento e la risposta è no, non ho dormito molto», rispondo mentre lavo la tazzina che ho appena usato.
«Dico solo che non hai una bella cera, dovresti riposare di più», si giustifica Meg alzando le mani, riferendosi chiaramente alle mie profonde e nere occhiaie.
Le rispondo con un veloce "lo so", dopodiché il bar inizia a riempirsi.
«Oh, quasi dimenticavo! Oggi festeggiamo l'anniversario del bar, sono dieci anni. Stasera pensavamo di organizzare qualcosa, sei dei nostri?» continua Megan ed io annuisco, iniziando a prendere le varie ordinazioni.

Sono le cinque del pomeriggio ed io ho finito il turno, così do un'ultima pulita ai tavoli liberi e dopo aver salutato tutti gli altri, mi dirigo verso casa. Prendo il telefono dalla borsa, in quanto mi è arrivato un messaggio che, ad essere sincera, ho paura di aprire.

"Luogo ancora indefinito. Ci sei quindi? -Meg"

Tiro un sospiro di sollievo e confermo per la cena, ci saremo divertiti. Appena arrivata davanti casa di mio fratello, inserisco la chiave bella porta e sto per aprirla, quando noto un foglio piegato a terra. Non ci penso due volte e lo afferro, aprendolo subito dopo e per poco non mi viene un colpo:

"Devo ammettere che la divisa di lavoro ti risalta il culo"

Chiudo il pezzo di carta in un pugno e mi appoggio alla porta di casa, sedendomi a terra. Alzo lo sguardo davanti a me, ma come sempre non vedo nessuno. Appoggio i gomiti alle ginocchia, mettendomi le mani tra i capelli. Non può essere, non posso continuare così.
Ad un tratto sento la porta dietro di me aprirsi efinisco quasi con la schiena a terra.
«Alison?» sento dire, cosìmi alzo di scatto asciugandomi velocemente le lacrime.
«Perché stai piangendo?» continua mio fratello, venendomi incontro. Noto che da dietro la porta d'ingresso spuntano anche Cameron, Bethany e Taylor.
«Non è niente ragazzi», taglio corto ed entro in casa, seguita da loro.
«E allora piangi senza motivo?» mi chiede Taylor, cingendomi le spalle con il braccio.
«S-sono un po' scombussolata, saranno gli ormoni», mento camminando a passo svelto verso la mia camera.
«Sappiamo tutto», annuncia Cameron e chiudo gli occhi, non è possibile.
«Sapete cosa?» chiedo, facendo finta di niente.
«Bethany ci ha detto che sei corsa via dopo che ti è arrivato un messaggio», continua Cam.
«Sono corsa via perché non mi sento bene»
«Siamo solo preoccupati per te», interviene Beth.
«E io vi ripeto che sto bene! Il messaggio non c'entra nulla, anzi era di Megan che mi ha chiesto se stasera volevo andare a cena con gli altri del bar e ho accettato. Sono scappata perché mi sentivo la nausea, ma ora è passata e sto bene. Smettetela di ronzarmi intorno in continuazione», rispondo sicura e mi chiudo in camera, lasciandoli lì.
Questa situazione mi sta letteralmente uccidendo e non posso dirgli nulla, ma si sa che la verità prima o poi viene a galla e i miei amici mi conoscono troppo bene, ci arriveranno da soli.

/spazio autrice/
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Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Where stories live. Discover now