Capitolo trentanove.

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Arriviamo all'ospedale in pochi minuti e mi visitano subito, facendomi sdraiare sul letto. Che cosa vuol dire questo messaggio? Che vuole farmi perdere mia figlia? No, non posso accettarlo.
«Che cosa le sta succedendo?» chiede disperata mia madre, con le mani davanti alla bocca.
«Adesso la visito ma dovete cortesemente aspettare fuori», risponde il medico e chiude la porta, rimanendo quindi sola con lui.
«È grave?» gli chiedo.
«Potrebbe. Di solito la perdita di sangue potrebbe segnalare una minaccia d'aborto», mi risponde il dottore. Minaccia d'aborto, non la reggerei.
«E da cosa è causata?»
«Nella maggior parte dei casi si tratta di una fluttuazione ormonale, non è altro che uno squilibrio ormonale. Ma devo capire da cosa sono dovuti, vorrei farti delle analisi del sangue. Il risultato me lo farò dare tra qualche ora», continua il medico.
Dopo la visita preleva un po' del mio sangue e si congeda, lasciandomi sola nella stanza e al suo posto entra Cameron.
«Cazzo, Alison. Come stai? Che è successo? Sto impazzendo», mi chiede e mi abbraccia forte subito dopo.
«Sto bene, non ho dolori. Ha detto che potrebbe essere minaccia d'aborto e che è dovuto allo squilibrio ormonale»
«Cosa?! Non può essere», esclama Cam incredulo, che si siede sul letto mettendosi le mani sul viso.
«Non saltiamo subito alle conclusioni», lo rassicuro accarezzandogli la schiena.
«Se dovesse accadere qualcosa a te o alla bambina io... io...», sussurra con le lacrime agli occhi.
«Stiamo bene, può succedere», rispondo sorridendogli.
Dopo Cameron entrano i miei genitori e con mia sorpresa vedo anche Jade e Nash, che mi raggiungono nella stanza.
«Bene, ho i risultati», annuncia il dottore. È passata poco più di un'ora e nel frattempo ho bevuto un'intera bottiglietta d'acqua e rimuginato sul messaggio sconosciuto, di sicuro lui c'entra qualcosa.
«È molto strano...», commenta il medico, che aggrotta la fronte mentre legge il foglio.
«Che cosa?» chiede mia madre impaziente.
«Nel tuo sangue è presente una strana sostanza, Alison. Si chiama droga dello stupro e il tuo corpo deve aver reagito male, specialmente quando si è incinta e da poco tempo. Hai bevuto qualcosa di strano?» ci spiega ed io mi immobilizzo. Ecco perché avevo un forte mal di testa e non mi reggevo in piedi. Non è possibile che qualcuno abbia voluto farmi questo.
«N-no, io... io non sto bevendo. Ho bevuto molti bicchieri di spremuta. A meno che...»
«A meno che cosa?» mi interrompe Jade.
«A meno che qualcuno non l'abbia fatto di proposito», concludo la frase ed inizio a pensare alla giornata passata. A servire le bevanda c'erano i due camerieri, dev'essere stato uno di loro e di sicuro c'entra anche l'anonimo.
«Cameron, chiedi subito ai tuoi genitori dove hanno trovato quei due camerieri», dico a Cam che esce subito fuori per telefonare.
«Potrei parlare un attimo con Alison? In privato», chiede Jade ai presenti, che escono tutti.
«Alison, dimmi immediatamente cosa diavolo sta succedendo. Ho chiamato Bob White oggi per sapere se ti aveva veramente scritto e ha negato tutto. Ultimamente ti comporti in modo strano e Bethany mi ha raccontato di come sei scappata quella mattina. Non mi muovo da qui finché non mi dici la verità», continua la mia amica.
«Ti prego, Jade. Ti scongiuro, non farmelo fare. È già abbastanza difficile. Secondo te perché mi è successa questa cosa oggi, eh? Perché lui sa che tu hai scoperto tutto! Oggi il bersaglio sono stata io, ma un domani potrebbe essere uno di voi! Cazzo, ho quasi perso la bambina», rispondo e Jade mi fissa, in silenzio. Spero sia abbastanza intelligente da ricollegare il tutto.
«Va bene, parliamo in un altro momento», continua e la ringrazio.
Dopo gli ultimi accertamenti io, Jade, Cameron e mio fratello torniamo finalmente a casa, voglio solo dormire e dimenticare questa giornata.
Appena arrivata mi metto subito a letto seguita da Cameron, che non dice una parola.
«Sei arrabbiato?» gli chiedo, girandomi verso di lui.
«Arrabbiato? Cazzo, no. Solo che è una situazione strana e frustrante. Non posso continuare così», risponde continuando a fissare il soffitto. Dopo la sua risposta alzo la testa per guardarlo meglio.
«Che cosa vuoi dire?» gli domando e finalmente si gira verso di me, guardandomi negli occhi.
«Vuol dire che non ce la faccio più con tutti questi segreti, Alison. Guarda oggi che cos'è successo, mi sono spaventato a morte. Dimmi cosa succede oppure me ne vado, non sopporto questa situazione in cui tu mi nascondi le cose. Ho parlato con Jade e mi ha tutto a proposito dei messaggi che aveva visto sul tuo telefono», confessa.
«Hai ragione Cam, lo so. Domani parlerò con tutti voi ma ti prego, ti scongiuro... non abbandonarmi», lo rassicuro e Cam si avvicina a me, stringendomi tra le sue braccia, il posto che ho sempre preferito e ci addormentiamo così.

Quello del giorno dopo non è stato uno dei migliori risvegli, in quanto oggi dovrò parlare con i ragazzi e dirgli tutto. Praticamente Cameron ieri sera mi ha detto che se non ne avessi parlato, mi avrebbe lasciato e posso capire il suo comportamento nei miei confronti, nemmeno io reggerei una situazione del genere. Magari mi sentirò meglio, magari se restiamo uniti non ci potrà fare niente.
«Buongiorno. Mia madre ieri sera mi ha detto che i due camerieri presenti al brunch li ha chiamati dal bar dell'hotel Candelwood Suites. Andremo subito lì», dice Cameron ed annuisco. A dire la verità ho un po' di paura ad andare lì, ma devo assolutamente scoprire chi sono quei due. Di sicuro uno dei due c'entra con i messaggi anonimi che ricevo, dato che l'ultimo messaggio si ricollega con quello che mi è successo ieri.
Saluto Nash e Jade, che anche loro si sono appena svegliati.
«Bene, andatevi a vestire, andiamo subito all'hotel», continua Cameron salendo di sopra. È piuttosto incazzato, ma come dargli torto?
Appena tutti pronti, saliamo in macchina di Cam e arriviamo davanti all'albergo in pochi minuti.
Una volta parcheggiato, scendiamo ed entriamo, dirigendoci direttamente nella sala da pranzo.
«Come posso aiutarvi?» ci domanda uno dei camerieri.
«Cerchiamo il direttore, c'è?» chiede Nash.
«Certo, seguitemi», risponde il ragazzo e lo seguiamo fino a raggiungere una porta al primo piano. L'hotel è di lusso, davvero molto grande e bello e ci sono un sacco di giovani dipendenti.

Ringraziamo di nuovo il cameriere e bussiamo alla porta, che si apre subito dopo.
«Porca miseria... Cameron Dallas e Nash Grier! A cosa devo l'onore?» esclama l'uomo davanti a noi, che torna a sedersi dietro la sua scrivania.
«Salve, siamo qui perché stiamo cercando due camerieri che lavorano qui. Ieri hanno lavorato a casa dei miei in occasione di un pranzo di famiglia e temo che abbiano messo qualcosa del bicchiere della mia ragazza», spiega velocemente Cameron.
«Che cosa? Impossibile, i miei dipendenti non farebbero queste cose»
«Senta, mia madre mi ha detto che ha chiamato qui perché le servivano due camerieri. Vuole aiutarmi o no? Non ho tempo da perdere», risponde Cameron e il direttore, titubante, annuisce.
«Indagherò», conferma e Cam scrive il suo numero su un foglio lì vicino.
«Ci faccia sapere al massimo entro domani e non deve parlarne con nessuno, nemmeno con loro due», interviene Nash e l'uomo annuisce di nuovo.
Dopo aver salutato, torniamo all'auto per dirigerci verso casa di mio fratello, dove a breve sarebbero arrivati i ragazzi.
«Ci avete fatto correre qui, se è una cazzata me ne vado», ci avverte JackJ mentre mangia un pacchetto di patatine, che poi gli ruba Matt.
«No, è tutt'altro. E dovete prestare la massima attenzione», risponde Jade e gli altri annuiscono. Indecisa, prendo Cameron dal braccio e lo trascino in cucina.
«Cam, non so se voglio farlo», gli dico.
«Cosa? Ci siamo, Alison. Non puoi tenere nascosta questa storia»
«Lo so, ma non mi sembra più una buona idea. Sicuramente lui saprà che lo sapete, Cameron, sarà sempre un passo avanti. Può farci del male e non me lo perdonerei mai», continuo. Possiamo anche barricarci in casa per parlare della situazione, ma non so come l'anonimo sa sempre tutto.
«Dobbiamo restare uniti. Tu e le ragazze siete con noi, non vi succederà nulla», mi rassicura Cam e mi lascia un bacio sulle labbra. Parlarne con i ragazzi mi avrebbe fatto bene, ma la paura c'è lo stesso, paura di metterli in mezzo a qualcosa più grande di me, di noi e dove loro non c'entrano niente. Torniamo in sala dagli altri, dove finalmente gli spiego tutto nei dettagli.


Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Where stories live. Discover now