Capitolo ventiquattro.

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Spengo la sveglia e controvoglia mi alzo dal letto. Sono le otto e mezza di mattina e tra un'ora e mezza dobbiamo essere già fuori casa. Mi sono svegliata presto così non devo fare tutto di corsa. Decido di farmi una doccia veloce per svegliarmi per bene e dopo aver indossato una maglietta e un pantalone della tuta scendo di sotto per bere una tazza di caffè. Dopo aver finito, esco fuori per fumare una sigaretta.
«Buongiorno», mi saluta Taylor affacciandosi alla finestra.
«'Giorno. Sei emozionato?» rispondo, buttando fuori il fumo della sigaretta.
«Troppo. Senti... so che magari non vuoi parlarne, ma... tu e Cameron vi siete proprio lasciati? Intendo definitivamente? Perché vi abbiamo sentito tutti litigare», mi domanda insicuro.
«Credo proprio di si», rispondo e sospiro.
Spero non mi faccia altre domande perché non voglio rovinarmi la giornata. Taylor, per fortuna, si limita ad annuire, così butto la cicca nel posacenere e torno in camera mia.

Provo a svegliare Jade, senza ottenere grandi risultati, così inizio a vestirmi e mi sistemo i capelli passandoci la piastra. Noto che il tempo sta passando velocemente.
«Jade, sono le nove e mezza! Svegliati», grido per farmi sentire e Jade borbotta qualcosa che non capisco, infilando la testa sotto il cuscino.
Mi infilo le scarpe e prendo una bottiglietta d'acqua che si trova sulla scrivania accanto a me e gliela tiro addosso.
«Ma che cazzo di problema hai?!» esclama, stropicciandosi gli occhi.
«Buongiorno, fiorellino. Ringraziami che non te l'ho lanciata aperta», le rispondo e scendo di nuovo di sotto. Vedo Taylor e Shawn che iniziano a bussare ininterrottamente alle porte delle stanze di tutti gli altri e si sono beccati i un'ondata di insulti.
«E che diamine, ci farete fare tardi! Alzate le chiappe!» urla Shawn a Nash e Cameron e mi scappa una risata.

Dopo che finalmente si sono tutti svegliati e preparati, usciamo di casa, dove c'era già Bart ad aspettarci e saliamo sulle macchine.
«Taylor se urli un'altra volta in quel modo alle nove del mattino giuro che ti strozzo», dice Hayley fulminando Tay con lo sguardo, che alza le mani in segno di resa.
Appena entrati nel grande edificio, quattro ragazze trascinano me e le altre nella sala trucco e lo stesso fanno con tutti gli altri, portandoli nei camerini.
«Sono qui dentro da meno di cinque secondi e... ahia! E già mi stanno uccidendo», provo a dire, dato che mi stanno torturando i capelli.
«Scusate dolcezze ma dobbiamo farlo», commenta una delle ragazze.
Dopo aver finito anche il trucco ci trascinano in un'altra stanza, dove ci vestono e preparano in fila tutti gli abiti che dobbiamo indossare per ogni foto.
«Io non capisco, il contratto l'hanno firmato loro! Perché dobbiamo esserci anche noi di mezzo?» interviene Jade, infilando gli alti tacchi neri.
«Per aumentare il gossip, l'audience e i fan di questa rivista mondiale tesoro», risponde un'altra delle quattro make-up artist.

Ci dirigiamo nella sala delle foto, dove ci sono già i ragazzi in posa, sono bellissimi e tutti eleganti. Noto che Cameron ha la mascella serrata e stringe i pugni lungo i fianchi e non riesco a capire perché. Aspettiamo la fine del loro set fotografico del primo abbigliamento e provo a capire cosa sta guardando Cameron per farlo incazzare così tanto e capisco che fissa il fotografo.
Che strano, ha un'aria e modi di fare molto familiari, ma non ricordo dove posso averlo incontrato. Appena finito i ragazzi si spostano al lato della stanza, il fotografo si gira e per poco non cado per terra: è Brian.
Che cosa ci fa qui? E perché è qui? Ho mal di testa. Ci fissiamo per alcuni minuti ed è calato il silenzio. Non posso crederci. Non me l'aspettavo, certo, ma non so cosa pensare.
«Ciao Alison», mi saluta abbozzando un sorriso.
«E-ehi...», riesco a rispondere.
Gli altri ci guardano con espressione interrogativa, d'altronde non sanno niente di quello che è successo, a meno che Cam non gli abbia raccontato tutto.
«Ehm... d'accordo, cinque minuti di pausa», annuncia Brian e le persone presenti iniziano a sparpagliarsi e a parlare, tranne Cameron che mi guarda da lontano.

Brian si avvicina e mi abbraccia. «Sono così contento di vederti», mi sussurra all'orecchio.
«Anche io. Che cosa ci fai qui?» gli chiedo.
«Beh, sono il migliore fotografo che hanno. Mi hanno contattato», risponde.
«Certo... dobbiamo parlare, lo sai, vero?» continuo e lui annuisce.
«In poche parole, sono stata bene con te. Davvero, mi piaci, mi sei stato vicino quando Cameron non lo ha fatto e lo apprezzo davvero tanto. Solo che ci siamo fatti prendere troppo la mano. Siamo realisti, Brian, tu vivi a San Diego, io dovrò frequentare l'ultimo anno del college a Los Angeles, in più lavoro... è complicato», gli spiego e lui sospira.
«Okay, prima di tutto San Diego dista due ore da Los Angeles e poi non capisco dove vuoi arrivare», risponde evitando il mio sguardo.
«Non può funzionare, Brian. Mi sono autoconvinta di si, ma ho capito che non è così e penso che mai funzionerà con nessuno a parte...»
«Cameron», dice concludendo la mia frase e annuisco.
«Mi dispiace. A questo punto non credo riuscirò mai ad avere una relazione con nessun altro», concludo.
«Già, anche a me. Però hai ragione. Forse sono io che sono andato troppo oltre con la fantasia», risponde fingendo un sorriso.
«Nah, sei stato carino. Sono io che ti ho dato modo di credere che possa esserci qualcosa tra noi. Anzi, sono stupita del fatto che non ti sei incazzato, mi sento un vero schifo», gli spiego e Brian mi stringe tra le sue braccia.
«No, non ci pensare. È tutto apposto, davvero. Nessun rancore», risponde e ricambio l'abbraccio.
«Ora però andiamo a fare le foto, sennò mi licenziano», scherza lui e mi stampa un lungo bacio sulla guancia. Annuisco e torniamo in sala dagli altri, continuando a fare gli scatti.

Noto che Cameron continua a fissarmi.
«Ho qualcosa in faccia?» gli domando, incrociando le braccia al petto.
«No...? Perché?» risponde, aggrottando la fronte.
«E allora perché mi fissi da venti minuti?» gli chiedo a mia volta e lui non risponde.
«Tu e...»
«No, Cameron. Non stiamo insieme né niente del genere, puoi stare tranquillo», confermo e raggiungo le mie amiche.
Lancio un'occhiata veloce verso Cameron e mi sembra di averlo visto sorridere. Dovremo lavorare duramente sul nostro rapporto, dopo gli sbagli che abbiamo fatto entrambi e parlare con Brian mi sembra il primo passo verso la direzione giusta.

Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora