Sarai Nostro

CarmyCozzolino által

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"Loro la chiamano bisessualità e va bene, ma io credo che in realtà non sia una questione di pene o vagina. È... Több

cast
capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
Capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
Annuncio.
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26 prima parte
capitolo 27 seconda parte
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
piccolo avviso
Capitolo 39
capitolo 40
capitolo 40 parte 2 (revisione, correte a leggerlo)
Avviso.
capitolo 41
Epilogo.
Nuova Storia.

Capitolo 1.

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CarmyCozzolino által

La luce del giorno trapassa dalle piccole fessure delle veneziane, a Londra il sole non esiste è una città fredda dove fuori si gela. Odio la pioggia, odio il freddo che ti entra fin dentro alle ossa, odio dovermi alzare alle 7 del mattino perché l'università si trova a 10 minuti di strada, dovrei iniziare a frequentare un corso di guida.

basta camminare con l'ombrello tra le mani,
basta arrivare a scuola con i piedi e i jeans zuppi d'acqua,
basta dovermi subire lamentele da palla di lardo.
basta.

Ma dove troverò il tempo? Tutti i giorni è sempre la stessa storia, i stessi pensieri mattutini, ma la verità è che mi sto scocciando della mia vita monotona, a volte mi passa per la testa l'idea di fare domanda ai dormitori del campus situati a pochi passi dal College.

Due minuti e la sveglia dovrebbe suonare, ho preso l'abitudine di svegliarmi prima del suono snervante che ti trivella nelle orecchie.
La ritardo di altri cinque minuti, anche se non sono poi così tanti, almeno il tempo per svegliarmi.

La sveglia suona e con un colpo di mano la spengo facendola cadere per l'ennesima volta a terra, qualche giorno mi abbandonerà ne sono più che sicuro.

Mi alzo controvoglia dal letto, prendo un boxer dal comò un jeans stretto che aderisce come una seconda pelle e un maglioncino beige e vado a lavarmi.

Solo ora mi accorgo che mettendo la sveglia di cinque minuti più tardi, ho commesso un grandissimo errore, perché? ..ho un piccolo problema con il mio look, ovvero i capelli mi piacciono domarli a modo mio, resto minuti interi ad aggiustarli per avere un aspetto migliore.

Da quando ero piccolo mi piaceva giocare con i capelli di mia madre, un giorno mi misi e iniziai a fare trecce e con il phon facevo dei piccoli boccoli da allora ho scoperto di avere una passione per il parrucco.

A volte mi chiedo perché io abbia scelto l'arte, mi piace molto anche quella ma credo di avere un debole per i capelli, avrei dovuto frequentare dei corsi di parrucchiere ma a quanto pare ho fatto la scelta sbagliata. Mi è sempre piaciuto abbozzare qualche schizzo su un foglio bianco e mettere a nudo i miei sentimenti le mie emozioni attraverso un semplice disegno, che a volte è molto significativo delle parole e dei fatti, ma credo che non serva poi a molto, i capelli è la mia più grande passione e spero che un giorno possa coltivarla e rendermi soddisfatto e felice del mio lavoro. Mi sentirei realizzato.

Jennifer la stiratrice che lavora al negozio principale della lavanderia una ragazzina molto birichina, prese il diploma al liceo scientifico, il suo sogno era diventare una psicologa, ma dopo la perdita della mamma archiviò il suo sogno e cercò lavoro, un giorno si presentò al negozio, non aveva un curriculum, non aveva referenze, non potevamo assumerla ma io notando il suo sguardo perso e singolare gli diedi una chance o meglio costrinsi mia madre a darle una possibilità. Dopo mesi di duro lavoro imparò il mestiere, mia madre la mise in regola in modo da non causare problemi con la legge. Lavora con noi da ben due anni e siamo molto felici ad averla con noi, fa parte della famiglia.

Ecco.. questa è un'altra cosa che non sapete di me, mia madre possiede una lavanderia e io le do una mano il pomeriggio, più che una mano è un lavoro perché nonostante io sia il figlio voglio essere pagato per mantenermi gli studi.

"piccoletto buongiorno" mi saluta mia madre dalla cucina, sulla tavola ci sono dei croissant con crema amarena e del succo, lo prendo a volo e corro fuori non dopo aver dato un bacio e un abbraccio a mia madre, lei sbuffa ma io lo so che ama i baci e gli abbracci, ma è troppo orgogliosa per ammetterlo.

Un quarto d'ora dopo arrivo al college, entro tutto infreddolito, somiglio a pingu mi avvicino al termosifone che si trova all'entrata e aspetto cinque minuti prima di andare al corso di arte.

"Signorino Miller cosa ci fa lei qui? Su su corri in classe" quanto cavolo la odio, sta palla di lardo.

Palla di lardo è una signora che lavora come inserviente, è molto robusta, veste sempre di rosa pallido. Tutti la chiamano Peppa pig ma io preferisco chiamarla palla di lardo. Non è un bel modo di chiamarla, ma lei non sà che io la chiamo così.

"c'è l'ha proprio con te, palla di grasso" spunta mio fratello dal nulla, mi chiedo come faccia a spuntare da dietro agli angoli senza farsi vedere.

"nha fa così perché mi ama, non vedi mi chiama anche signorino" sorrido alzando gli angoli della bocca.

Chiudo l'armadietto dopo aver preso l'occorrente che mi serve e Devin e Evan nonché i due ragazzi più carini dell'istituto, fanno la loro entrata come se fossero appena usciti da una rivista di moda, sono entrambi mori il primo ha dei capelli castano scuro con un lungo ciuffo sulla testa, tenuto ben saldo, da cera, gel e lacca, mi chiedo come sarebbe passargli le mani all'interno e sentirne la morbidezza tra le mani, ha due occhi castani nascosti da degli occhiali scuri che lo rendono più sexy del solito, le sue labbra sono carnose, ha un fisico muscoloso e lo si intuisce benissimo attraverso la sua camicia bianca coperta da un cardigan che porta sulle spalle scendendogli morbido sull'addome. Evan ha gli occhi neri e i capelli dello stesso colore, lui a differenza di Devin ha due occhi che ti ipnotizzano, ti penetrano fin dentro l'anima, sembra che ti leggesse, il suo sguardo ti cattura ti stordisce ti incanta, ti penetra fin dentro al cervello, imprimendosi talmente tanto nella tua testa che riesci a sognarteli anche di notte, ha uno sguardo molto profondo. Ammetto di non averlo mai guardato negli occhi, riesce a metterti timore e paura tramite uno sguardo, capace di infuocarti la pelle e bruciarti l'anima.

Mi chiedo come faccia Devin ad averlo accanto, ma potrebbe essere diverso nei suoi confronti.

"ecco i ré dell'università, si agitano tra la folla beccandosi tutti i gli sguardi delle ragazze che tra l'altro loro non si filano neanche per striscio" dice Tom sbuffando

"infatti mi chiedo come fanno a sbavare dietro se hanno gusti diversi da loro" mi incammino verso la loro direzione per andare nella mia aula, mentre ascolto Tom che mi racconta di quanto suo padre sia stronzo certe volte, per sbaglio o per la mia distrazione urto contro un corpo ben piazzato, l'odore di colonia mi entra fin dentro le vene, mi allontano dal ragazzo che noto si tratti di Evan

"ehm scusa.. non ti avevo visto" i suoi occhi mi fissano, mi guarda con quello sguardo che ti studia manco fossi un gioiello raro. Vorrei abbassare la guardia, ma non voglio mostrarmi debole come il 90% degli studenti.

"ho notato, ora togliti dalle palle" e il suo tono scorbutico che ti fa saltare i nervi "ti sei alzato con il piede sbagliato stamattina?" sussurro flebilmente "starei attento a come parlo se fossi in te" mi minaccia puntandomi un dito sul petto "altrimenti?"lo sfido, lo guardo fisso negli occhi, non lascerò che il suo sguardo mi intimorisce, devo essere forte e tenerlo testa.

"ringrazia questo bellissimo faccino che ti ritrovi, altrimenti ora ti troveresti sotto terra" sembra un cane in gabbia che ringhia.

"pff ma davvero? Il fatto che tu sia due metri non fa differenza per me, credi che io abbia paura di te? Per me non sei altro che un ragazzo che vuole aumentare solo il suo ego" tutti gli occhi dei presenti sono puntati su di noi, mai nessuno si è permesso di dargli corda, li temono ed ancora devo capirne il motivo.

Fa per aprire bocca ma Devin si intromette mentre i nostri sguardi lanciano fiamme reciproche "amore basta, lascialo stare" gli posa una mano sulla spalla e noto i suoi muscoli rilassarsi, avrei voluto farlo io quel gesto, avrei voluto toccarlo e sentirne la consistenza della sua corporatura grossa e massiccia. Eppure dovrei essere arrabbiato per quello che è successo, ma quando i miei occhi si posano sulla mano di Devin posata sulla spalla di Evan mi chiedo come sarebbe toccarlo.

Evan si volta verso il suo ragazzo e lo bacia, prima dolce e poi la sua lingua entra a contatto con quella di Devin, oh cavolo, no non è possibile. Il tutto accade davanti ai miei occhi, perché? Non hanno alcun pudore.

"Adam?" mi scuote il mio amico/fratello , tolgo lo sguardo dai due ragazzi che si scambiano la saliva reciprocamente e dovrebbe darmi disgusto e invece alimenta in me l'eccitazione e voler provare il loro sapore, vorrei sentirne il retrogusto dei loro baci, ok basta.. vado via svoltando l'angolo con Tom a seguirmi.

Tom, Tom è anche il mio fratellastro è il figlio del compagno di mio padre. Storia lunga.

**

Dopo due ore di arte e di sudorazione, è arrivato il momento della pausa pranzo, oddio ho una fame pazzesca "quel tipo era veramente bello" mi dice Tom emozionato, si riferisce al modello nudo che abbiamo dovuto disegnare

"era meglio che quel telo non se lo metteva, sai che squisitezza " la sua lingua contorna il suo labbro mentre pronuncia quelle parole

"la vuoi smettere, sei un pervertito Tom"

"tu sei troppo serio per i miei gusti" mi spinge scherzosamente.

"sei tu che sei troppo perverso"

Ci sediamo ad un tavolo vuoto situato accanto alla finestra che affaccia sul giardino e consumiamo il nostro pranzo, io ho preso solo un'insalata con carote stufate e Tom della lasagna, non si accontenta di poco.

"come fai a mangiare questa schifezza" il cibo della mensa e insipido e la salsa è cruda.

"e tu come fai a mangiare erba tutti i giorni? Sembri una pecora"fa una smorfia.

"la verdura è l'unica cosa mangiabile a parte i tramezzini confezionati delle macchinette"

Non so il perché ma mi sento osservato, come se qualcuno mi stesse radiografando, tremo sulla sedia dovuto ad un brivido che mi si incide sulla pelle, la mia gamba destra inizia a tremolare facendo tintinnare il banco.

"cos'è successo stamattina con tuo padre?" cerco di intavolare una conversazione con Tom, per eliminare quella sensazione strana che mi si è cucita addosso come una seconda pelle.

"ieri sono stato a mangiare una pizza fuori con la squadra di nuoto, ho fatto tardi dimenticando di avvisare papà, così stamattina ha fatto na strage"

"una strage per un ritardo?"

"si ha iniziato a dire che sono un irresponsabile, che qualche giorno gli faccio venire un infarto, menomale che c'era tuo padre che l'ha calmato, urlava solo lui in casa"

Mio padre, è omosessuale ha lasciato mia madre quando era incinta di me, mi concepirono quando entrambi erano ubriachi persi, mia madre glielo voleva riferire ma quel giorno lo colse baciarsi con il suo migliore amico del liceo, mio padre era bisex, ma poi con il tempo si rese conto di preferire solo gli uomini e rimase in ottimi rapporti con mia madre, dicendogli che si sarebbe preso cura di me. Sembra tutto confuso ma infondo non ci sono rancori tra loro due, si vogliono bene a modo loro e ci sono entrambi per me, diciamo che sono degli ottimi genitori anche se non vivono insieme, ammetto che mi piacerebbe avere una famiglia unita e passare tutti i giorni in loro compagnia, ma preferisco che le cose rimangano così. Ci sono genitori che abbandonano i loro figli per tradimenti, invece i miei nonostante le loro divergenze passate si sono sempre presi cura di me, evitando di farmi mancare nulla.

"si lui è il paladino della pace, questa settimana verrò da te" lui annuisce con la testa per poi guardare alle mie spalle in un punto fisso, mi volto per vedere la causa della sua concentrazione e noto due paia di occhi che mi guardano Devin e Evan mi stanno fissando, ma che cavolo vogliono da me? .

"ti stanno guardando Adam"

"lasciali perdere, Evan se la sarà presa per stamattina"

"è da bambini prendersela per un urtata, secondo me c'è dell'altro, ti stanno guardando da quando siamo seduti al tavolo" mi alzo e prendo il braccio di mio fratello.

"andiamocene, mi sono stufato di quei due" Tom si oppone "ma sto mangiando" lo guardo come se volessi ucciderlo, giuro che se non si alza lo prendo per il colletto "ho capito, ho capito, ora mi alzo".

So di essere un po' troppo duro, ma non sopporto quando qualcuno mi fissa, mi sento a disagio e mi infastidisce, Tom è abituato ai miei scatti di ira, quindi non gli tocca minimamente se mi vengono i cinque minuti.

Li guardo per l'ultima volta, li vedo baciarsicon molta foga, le mani di Evan sono posate sui fianchi di Devin lo bacia e loaccarezza con trasporto e passione, tutti li guardano ma loro non ci fannoneanche caso, siamo tutti abituati ai loro spettacolini da ragazzi innamorati. 

Spazio Autrice:

Ciao Ragazzi.. finalmente primo capitolo pubblicato, non mi aspetto che possa piacere a tutti, poi siamo solo all'inizio e la storia di questi tre ragazzi pazzi l'uno dell'altro continua..

Volevo dirvi che non accetto critiche e insulti, a chi non piace che lo tolga dalla propria biblioteca. Non sono Anna Todd o Jane Austen o tanto meno Nicholas Sparks ma sono semplicemente una ragazza che nel tempo libero non ha un cavolo da fare e si diverte a scrivere quello che le passa per la testa. I commenti offensivi vengono eliminati dall'autrice stessa. Detto questo grazie per aver letto il primo capitolo della storia, spero che vi sia piaciuto almeno un pò. 

Fatemi sapere, è importante la vostra opinione, a presto. Carmy

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