capitolo 23

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La sveglia suona in un modo incessante, non la sopporto più ogni mattina è un trambusto, sta suonando da, "oddio o cazzo è tardi" mi alzo come una furia dal letto e mi catapulto in bagno ancora tutto assonnato, apro il getto d'acqua calda e mi ci immergo, l'acqua mi scivola addosso fino ad arrivare alle caviglie, portando con se tutte le mie ansie.

Ieri sono stato da mio padre e sono rientrato tardi, la sveglia è suonata due volte, per la prima volta non l'ho sentita. Meno male che avevo messo il rinvio di cinque minuti. Il sonno ha rubato cinque minuti preziosi ai miei capelli, ora dovrò fare presto.

Dopo essermi lavato e vestito mi posiziono davanti allo specchio, il mio tempo è di giusto dieci minuti, fra un quarto d'ora sono di rientro all'università.

"Adam muoviti è tardi" urla mia madre dal piano di sotto, mi volto verso la sveglia e vedo che non c'è l'ho fatta in dieci minuti a prepararmi. Prendo lo zaino e corro giù per le scale, stamani non piove, stranamente, ma non c'è il sole. Ammetto che mi manca il sole di Roma, li faceva caldissimo.

Non ho sentito i ragazzi per tutta la serata. Lo prendo e vedo se c'è qualche notifica, apro whatsapp ed è zeppo di messaggi.

-amore buongiorno scrive Evan

-buongiorno amori miei scrive Devin

-Adam dove abiti, fa freddo veniamo a prenderti

-amore ci sei? Scrive Evan

-e da ieri che non ti fai sentire è successo qualcosa? Continua Evan

-lo sai vero che dovrai darci una spiegazione più tardi

-Adam cazzo rispondi. Si arrabbia Devin

-scusate ragazzi, ieri ero da mio padre e ho dimenticato il cellulare a casa.

-a che ora eri da tuo padre? Scrive Evan

-sono stato fino a mezza notte.

-bene perché il tuo ultimo accesso è stato alle 23.30 quindi dimmi perché cavolo continui a mentirci

Perché mi faccio sempre fare? Non sopporto più la tecnologia. Ora cosa gli dirò, 'ragazzi ero geloso che voi abitate nella stessa casa e io non sto con voi?' Oppure 'ragazzi all'improvviso mi è venuto un mal di pancia?' sono giustificazioni stupide.

-Evan potresti smetterla di controllarmi come un cane da guardia

-non ho bisogno di controllare, esce scritto nella chat.

-Tu non capisci, sei troppo fissato e mi stai addosso come una zecca, dovresti smettere di essere così possessivo nei miei confronti. Sono stato da mio padre e non ho controllato il cellulare. Ci vediamo a scuola.

Lascio cadere il discorso, poso il cellulare in tasca e inizio a correre verso l'università, tanto so di essere in ritardo, so che mi prenderò una strigliata da palla di lardo, ma non mi interessa cosa posso farci se non ho sentito la sveglia e se i miei capelli hanno la priorità, so anche che dovrò subirmi Evan.

Palla di lardo sta chiudendo le porte dell'università, "aspetti pa.. signora"

"signorino deve smetterla di fare sempre tardi"

"colpa loro" indico i capelli. Non resto a guardare la sua espressione perché è davvero tardi e non posso permettermi di fare tardi.

Entro nell'aula per fare lezione e trovo un posto libero come al solito accanto a Tom, "buongiorno" gli sorrido sedendomi e prendendo il libro "buongiorno, hai fatto le ore piccole?" domanda mentre continua a scrivere gli appunti, "si, no, bhe.. non ho sentito la sveglia" lui mi guarda per un istante "come hai fatto a non sentire quel mostro che ti ritrovi" sorrido a ciò che ha detto, perché la mia sveglia è davvero pesante quando suona, farebbe svegliare anche i morti sotto terra.
"non lo so, ieri mi sono addormentato tardi e non l'ho sentita, che ti devo dire" lui nega con la testa continuando a scrivere

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