Gabbia d'oro

By o_palmer

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Lily Collins è una ragazza innocente, ingenua, ma estremamente intelligente. Non ha mai avuto molti amici, so... More

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Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
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Capitolo 13
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Capitolo 32

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By o_palmer

Henry mi poggia sul sedile del passeggero e chiude rapidamente la portiera producendo un rumore secco. Il suo sguardo è cupo e assente, non ha osato aprire più bocca se non per salutare velocemente gli invitati. Mi ha usata come scusa per andare via, l'aria di quel party era soffocante per lui e devo dire che lo era anche per me. Le emozioni di Henry si riflettono nelle mie, più mi sento legata a lui più questo fenomeno avviene, è del tutto al di fuori del mio controllo. Pur tra i mille pensieri che attanagliano sicuramente la sua mente, mi ha presa tra le sue braccia e mi ha portata fino all'auto, in modo che non sforzassi la caviglia. Nemmeno io ho più parlato, sto rispettando quello che prova. Vorrei conoscerlo di più per sapere esattamente cosa dirgli per farlo stare meglio. RJ sbatte la portiera della sua auto, parcheggiata accanto a quella di Henry. Lo stesso rumore fa occhi d'oceano, dopo essersi seduto affianco a me. Sono entrambi furiosi. RJ non mi piace, non dopo il modo in cui mi ha trattata prima, ma capisco che anche lui sta lavorando al progetto di Henry e che sia coinvolto tanto quanto lui. Appoggio la testa al finestrino ed Henry avvia l'auto.

"Devi fasciare quella caviglia. Sapevo che avrei dovuto portarti al pronto soccorso." Il suo tono è preoccupato.

"Ho preso storte altre volte, stai tranquillo." Gli sorrido dolcemente. "Basta stare un po' a riposo e fasciarla. Magari una pomata aiuterebbe maggiormente."

"Ezra ti troverà l'occorrente. Io ti lascio a casa e vado da RJ. Dobbiamo parlare della mossa di Sean." Mantiene il contatto visivo con la strada, accelerando e sorpassando qualsiasi veicolo.

"Non preoccuparti. Me la saprò cavare." Poggio una mano sulla sua, che impugna il cambio nervosamente. I suoi muscoli si rilassano e mi rivolge un piccolo sorriso.

"Lily, cosa è successo?" Ezra si avvicina a me molto preoccupato.

Henry mi poggia sul divano del salotto delicatamente e dopo avermi baciato la fronte, corre in auto.

"Dove sta andando il Signor Cavill?" Ezra si avvicina a me in cerca di risposte.

"Stai tranquillo, Ezra, o almeno puoi stare tranquillo per me; è una semplice distorsione." Poggia velocemente degli occhiali per la vicinanza sul naso e osserva bene la caviglia.

"Vado a prendere una fasciatura e una pomata. Domani il gonfiore sarà sparito." Mi sorride, dirigendosi subito dopo in corridoio.

Mi distendo meglio sul divano, provando un po' di sollievo.

Qualcosa vibra nella mia borsetta. È ovviamente il cellulare. Forse Henry mi ha scritto un sms. Afferro il catorcio tra le mani e compare il nome di Harry. Mi sembrava strano, in effetti. Henry era troppo nervoso per mettersi a scrivere un messaggio.

«Ciao bellissima. Che fai?»

Sorrido al nomignolo che mi ha dato, credo non mi abbia mai chiamata Lily.

«Sono appena tornata a casa. Tu?»

Invio. Probabilmente dovrei presentare Harry ad Henry? In questo modo occhi d'oceano si tranquillizzerebbe definitivamente.

«Sto venendo a prenderti. ;)»

Cosa? Mi viene da ridere guardando la mia caviglia. Ezra torna con un mucchio di roba, manco gli ospedali risultano così forniti potrei dire. Digito la risposta a Harry.

«Diciamo che non posso camminare.»

Invio. Gli verrà tipo un colpo. Sorrido al pensiero.

"Ho letto il foglio illustrativo di questa pomata. È perfetta per il tuo caso. Spalmatene un po'. Poi facciamo la fasciatura." Ezra si siede sul divano porgendomi la crema. Poi sceglie una garza, riponendo le altre in una bustina.

Sento di nuovo la vibrazione.

«È uno scherzo? Cosa cazzo è successo? Ti avverto, sto entrando nel portone di casa del tuo fidanzato. È aperto.»

Sgrano gli occhi. Harry è un po' troppo audace per i miei gusti. Doveva chiedermelo prima. Questi uomini, sono tutti così prepotenti! Decido di non rispondere, tanto è già qui praticamente. Forse non dovrei innervosirmi, probabilmente è solo preoccupato. Apro la scatola della pomata, osservandola bene. Suona il campanello emettendo un classico 'din, don' facendomi sussultare.

"Ezra, dovrebbe essere un mio amico." Uso un tono pacato, mascherando il leggero nervosismo che mi ha provocato il riccio.

Ezra si avvicina alla porta, aprendola con sicurezza.

"Buona sera." Harry saluta pacatamente ritrovandosi Ezra di fronte.

"A lei. Si accomodi." Ezra si sposta lasciando passare Harry in tutto il suo fascino.

Indossa una camicia marrone chiaro con una stampa particolare, jeans neri e i capelli sciolti, appena lavati, più lunghi dell'ultima volta che l'ho visto. Il sorriso che mi rivolge lascia subito il posto ad un'espressione preoccupata rivolta alla mia caviglia. Si nota così tanto?

"Ehiii." Si siede dove, fino a poco fa, c'era Ezra.

Ezra mi fa un cenno dirigendosi verso la cucina. Squadra da capo a piedi Harry che gli sorride imbarazzato.

"Ti piacciono gli uomini maturi?" Sogghigna.

"Ciao, Harry." Dico ridendo. È incredibile questo ragazzo. Piego la gamba "ferita" e inizio a spalmarmi la crema. È fredda e profuma di menta, credo. Un odore che invade le mie narici.

"Vedo che hai qualche problema di equilibrio." Mi sorride.

"Senti chi parla!" Rispondo con tono offeso e facendo una smorfia dispettosa.

"E io che volevo portarti a conoscere la mia combriccola di amici!" Poggia i gomiti sulle sue gambe, osservando meglio i miei movimenti. Spero non mi stia guardando le gambe, sono un po' scoperte. Maledetto vestito.

"A meno che tu non abbia delle stampelle o una sedia a rotelle, per stasera è impossibile." Gli sorrido.

"Posso procurarmela." Mi fissa negli occhi. Devio il suo sguardo continuando a massaggiarmi la caviglia e cercando di non pensare al dolore.

Perché tutto d'un tratto mi sento in imbarazzo con Harry? Forse perché non lo vedo da qualche giorno.

"Devi fasciarla adesso?" Harry prende la garza in una mano scuotendola.

"Desiderate qualcosa?" Ezra ricompare in salotto, rivolgendosi di più a Harry.

"Non si preoccupi, sono a posto." Risponde gentilmente.

Si tira alcune ciocche di capelli all'indietro, allontanandoli dalla fronte, e per un momento invidio la bellezza della sua chioma riccia, ha i capelli più belli di una donna, per la miseria!

"Anche io, Ezra, grazie."

Ezra ci lascia di nuovo soli.

"Adesso ti fai fasciare la caviglia da brava bimba." Harry si alza, sembra ancora più gigante da questa prospettiva.

"No, dai, so farlo da sola." Cerco di togliergli la fasciatura dalle mani, ma lui la porta più in alto, in modo che non possa arrivarci. Faccio una smorfia scherzosamente furiosa, facendolo ridere.

Ho vergogna che lo faccia lui. Ad Henry darebbe fastidio se lo sapesse, credo.

"Adesso stai ferma." Si inginocchia di fronte a me, distendendo la mia gamba, così da poter fasciare la caviglia più comodamente.

Che imbarazzo. Voglio scomparire.

POV di Harry

Osservo bene la caviglia, un po' gonfia e tendente al violaceo. È caduta qualche ora fa, e sarebbe dovuta essere già fasciata. Probabilmente le circostanze glielo hanno impedito. Poggio la prima estremità, facendola aderire sulla crema, mentre Lily mi osserva attentamente. Mi piace essere osservato da lei, e lo fa molto spesso, inconsapevolmente forse. Continuo ad avvolgere, cercando di non stringere ma nemmeno di lasciarla troppo larga. Il mio tocco è leggero, non voglio farla male.

"È stretta così?" Le chiedo incontrando i suoi occhi color miele. Ha le guance tinte di rosa, è così... tenera.

"Mi sembra di no." Afferma muovendo leggermente il piede.

Vorrei poter sfiorare la pelle liscia delle sue gambe perfette e lasciare dei baci su ogni centimetro di esse; sono contento abbia indossato questo vestito. È ancora meglio della gonna dell'altra volta.

Continuo la mia opera di paramedico prodigio, completando la fasciatura ed evitando di farmi distrarre dal suo corpo.

"Et voila! Che te ne pare?" Chiedo soddisfatto del mio lavoro.

Lei sorride contenta e guardando con attenzione la caviglia.

"Va già meglio adesso, grazie Harry." La voce delicata e dolce.

Lei è fidanzata. Fidanzata. Vuole esserti amica. Smettila di guardarla così. Ma a chi cazzo la do a bere. Mi arrenderò solo quando sarà mia. Un uomo che la lascia sola tutto questo tempo non puó essere la persona giusta per lei. Deve essere un coglione rimbecillito, ecco cosa. Io mi prenderei meglio cura di lei. E invece questa possibilità mi è stata fottutamente negata.

POV di Lily

"A cosa stai pensando?" Gli chiedo, notando che si è tipo estraniato dal contesto.

"Ah, no, nulla." Si siede più vicino a me, appoggiando la mia gamba sulla sua, per farla stare distesa.

Harry, non stai esagerando un po'? Non vorrei farlo infastidire, ma siamo troppo vicini. Forse mi sto solo impressionando. È mio amico, si sta prendendo cura di me.

"Dovrei lavarmi la mano." Affermo.

"Cosa ci hai fatto?" Fa una faccia sorpresa e sconvolta, facendomi ridere. Ma che malizioso che è.

"Ci ho spalmato la pomata." Gli faccio l'occhiolino e lui ride in risposta.

Porgo la mano verso di lui che simpaticamente sta al gioco e la annusa.

"Sa di menta. Buona. Quasi quasi la mangio." Sogghigna.

"Ma che schifo." Rido.

"O potrei mangiare te." La voce roca, siamo vicini, i nostri visi sono vicini, non troppo ma nemmeno poco. Ci guardiamo qualche secondo negli occhi, in silenzio.

"Devi uscire, quindi?" Mi volto guardandomi la pancia e cambiando argomento. Comincio ad arricciarmi intorno all'indice una ciocca di capelli. Il cuore mi batte forte.

"Sì. Volevo farti allargare il giro di amicizie stasera." Poggia una mano sul mio polpaccio, accarezzandolo impercettibilmente, ma io lo sento.

"La caviglia ha deciso per me." Faccio una smorfia triste.

"E il tuo fidanzato?" L'accento inglese particolarmente marcato.

"Ha avuto un problema di lavoro. Spero torni presto." Mi piace l'argomento, eravamo un po' ambigui poco fa.

"Sicura?" Allude giocherellando con il suo anello d'argento.

"Sicurissima." Rispondo.

"Che lavoro fa?" Si aggiusta una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Poi mi guarda negli occhi.

"È un'artista e tra poco avrà la sua prima mostra." Dico orgogliosa.

"Roba forte insomma." Mi sorride. "Come si chiama?"

"Henry. Henry Cavill."

"Sul serio? Quel tipo che esce anche sui giornali?" Mi chiede incredulo. Io annuisco. "Ti sei scelta un pezzo grosso." Afferma un po' infastidito.

"È lui che ha scelto me." Quanto è la verità! Mi ha scelta, ma in un senso tutto diverso da quello che si possa pensare normalmente. Gli sorrido allontanando quei pensieri brutti.

"Sarà meglio che vada." Si alza. "Mi staranno cercando." Lo seguo con lo sguardo, non potendo fare lo stesso. Un po' mi dispiace che già vada via.

"Venerdì sera da leoni!" Lo prendo in giro.

"Niente di sconvolgente. Poi ti porterò qualche volta. Sempre che Mister Artista non abbia nulla in contrario." Si abbassa su di me, lasciandomi un bacio sulla guancia. Le sue labbra sono calde e lui profuma di menta. Alcuni ricci mi solleticano il viso mentre si allontana.

"Allora, ciao bellissima." Mi sorride mostrando le fossette, non le avevo ancora viste stasera.

"Ciao, Harry. Grazie per essere venuto." Gli sorrido e lui mi risponde con un occhiolino prima di aprire il portoncino e sparire oltre esso.

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