<<Tuo figlio è stato messo di nuovo in punizione fino alle vacanze di Natale>> Orion Black era entrato nel salotto come una furia, tra le mani stringeva l'ennesima lettera di Narcissa nella quale erano raccontate le prodezze del figlio.
<<Cosa è successo ora?>> Walburga Black era seduta sulla poltrona, un libro appoggiato sul grembo e una tazza di tea tra le mani.
<<È stato trovato fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco. Aveva una borsa piena di pallottole puzzole e insieme a lui c'era quel Potter, il mezzosangue Lupin e il figlio inetto dei Pettigrew>>
<<Capisco>>
Orion stava camminando nervosamente avanti e indietro per la stanza. Arrivava davanti a lei, si girava e camminava verso la porta socchiusa per poi rigirarsi e tornare da lei. Avrebbero litigato, Walburga lo aveva capito dal primo istante in cui il marito era entrato dentro la stanza. "Avanti Orion", una scarica di adrenalina le percorse per intero la spina dorsale, "Vediamo cosa sai fare", la sua bacchetta nascosta nella manica dell'abito le bruciava contro la pelle.
<<Non capisci Walburga. Tuo figlio sta facendo di tutto per disonorare il mio nome>> l'uomo stava già alzando il tono della voce, dal colletto della camicia era possibile notare la vena del collo aumentare di dimensioni.
<<Quello che capisco è che Sirius è sempre stato solo tuo figlio quando dovevi vantarti con Cygnus. Tu al primo tentativo avevi già l'erede mentre lui aveva avuto solo tre figlie femmine. Ma ogni volta che succede qualcosa Sirius è solo mio figlio>> aveva calcato volutamente il nome del figlio; in silenzio si era alzata dalla poltrona ed era andata a mettersi davanti al marito. Riusciva a guardarlo negli occhi, con il suo sguardo fiero e lo stesso ghigno che Sirius aveva ereditato senza saperlo.
<<Del resto sia Sirius che Regulus hanno ereditato il mio talento. Per fortuna oserei dire>>
Uno schiaffo.
Il suono secco del palmo della mano del marito contro la sua guancia era rimbalzato tra le pareti della stanza, ma oltre a quello non ci fu nessun'altra reazione sul volto della donna. Aveva cercato una reazione da parte dell'uomo e l'aveva avuta. La rabbia le ribolliva dentro, sentiva il sangue pulsarle molto più veloce nelle vene.
<<Walburga non osare...>>
<<Non osare tu, stupido incosciente! Sono una Black quanto lo sei tu. Sono sempre stata parte di questa famiglia anche senza di te, e così sarà per sempre. Non ti devo nulla, anzi sei tu ad essere in debito con me. Potevo avere qualsiasi altro mago purosangue della Gran Bretagna e tu lo sai benissimo, ma ho fatto quello che mi è stato ordinato per il bene della famiglia. Ho accettato di sposare il povero Orion Black, il tanto temuto magonò di casa Black sposato con una delle più abili streghe della sua età>> una risata amara rese le sue parole ancora più glaciali.
Prima ancora che Orion potesse sfoderare la sua bacchetta, Walburga l'aveva già fatto. In posizione da duello, la donna aspettava che il marito facesse una sola mossa. "Forza Orion, colpiscimi vigliacco".
<<Sarò stato uno studente mediocre ma tu sei stata una pessima madre. Non gli hai insegnato nulla in dodici anni e ora stai cercando di rimediare con Regulus>>
La bacchetta di Orion fu la prima a volteggiare per aria, cadendo proprio ai piedi di Walburga. "Sei sempre stato pessimo nei duelli"
<<Non ti permetto di mettere in dubbio il mio lavoro come madre. Ho fatto tutto quello che ho ritenuto necessario per trasmettere i valori della nostra famiglia ai nostri figli. Tu dov'eri? Dimmelo! Chiuso nel tuo studio, solo Salazar sa a fare cosa!
Se proprio lo vuoi sapere la maggior parte degli altri maghi purosangue pensa che i metodi educativi della nostra famiglia siano inappropriati. Cos'altro dovrei fare?>>
<<Ci sarebbero...>>
<<Orion ma sei per caso impazzito?>> Walburga era incredula, la rabbia era scemata velocemente per cedere il passo allo stupore, <<Non mi stai per dire che avrei dovuto usare le maledizioni senza perdono su mio figlio per punirlo!>>
<<Deve imparare qual è il suo ruolo. Che gli piaccia o no è l'erede. Nessuno sceglie il suo destino in questa famiglia>>
<<Sono sua madre, non un mostro. Ha dodici anni e già mi odia, non credere che con il passare del tempo cambierà>>
Tutta l'adrenalina per lo scontro con suo marito era totalmente svanita, Walburga lo osservava senza capire. "Perché mi devi fare questo?". Non capiva lui stesso quanto fosse assurdo e completamente inumano chiedere ad una madre di fare una cosa del genere al proprio figlio? "Il mio bambino. È il mio bambino non un cane da addomesticare"
<<Non puoi chiedermi una cosa del genere Orion. È anche figlio tuo>> sentiva le sue ginocchia cedere. Se fosse stato necessario si sarebbe inginocchiata e avrebbe pianto supplicando il marito. Ma per lui ormai la questione era chiusa, aveva lasciato il salotto per ritirarsi nel suo studio.
"I Black sono composti"
"I Black non mostrano platealmente le loro emozioni"
Le stesse parole che ripeteva di continuo ai figli le tornarono in mente nel momento in cui una lacrima le bagnò la guancia.Completamente sconfitta si lasciò cadere sulla poltrona sulla quale era seduta prima, ma nessun'altra lacrima le bagnò il viso.
Rannicchiato in un angolo buio delle scale Regulus aveva assistito a tutto il litigio dei genitori. Non li aveva mai visti così arrabbiati, non li aveva mai sentiti parlarsi in modo così crudele. Non aveva nemmeno mai visto la madre così sconvolta e pronta a supplicare per suo fratello. Già suo fratello, era tutta colpa sua se i suoi genitori avevano litigato ma al contempo Regulus avrebbe voluto avere Sirius lì con lui per mostrargli come la madre non lo odiava, anzi. "Mamma ti avrà fatto male ma papà vorrebbe fartene ancora di più".
<<Padron Regulus>>
Kreacher stava davanti al bambino con sguardo preoccupato.
<<Padron Regulus non dovrebbe essere qui. Adesso Kreacher lo accompagna a letto>> l'elfo prese per mano il bambino e in silenzio lo accompagnò fino alla sua stanza.
Seduto nel proprio letto, con una tazza di latte caldo che Kreacher aveva fatto comparire, Regulus si sentiva ancora profondamente scosso da quello a cui aveva assistito.
<<Padron Regulus non deve pensare a quello che è successo. Deve dormire senza preoccuparsi, i padroni fanno sempre così ma poi fanno pace>>
<<Grazie Kreacher>> la voce del bambino risultò leggermente gracchiante a causa del silenzio e del nodo che gli aveva stretto la gola. L'elfo annuì soltanto iniziando ad uscire dalla stanza, sull'uscio della porta si girò verso il bambino.
<<Kreacher augura una buona notte>>
Regulus era di nuovo solo e al buio.
Buongiorno a tutt*,
come state? Come state trascorrendo la vostra estate?
Comunque riguardo questo capitolo ho un piccolo fun fact, ma partiamo dal principio,ovvero dal fatto che ho iniziato a scrivere questa storia tra la fine di marzo e gli inizi di aprile (penso, non sono sicura. Ho perso ogni cognizione temporale) e inizialmente inviavo i capitoli che scrivevo ad una mia amica che, pur amando Harry Potter si è sorbita tutti i miei scleri. Fatto sta che arrivata a questo capitolo le avevo detto di quanto fossi soddisfatta di quelli che stava diventando la storia e di come mi sarebbe piaciuto pubblicarla ma avevo molti dubbi a riguardo. Non perché non credessi nella storia, semplicemente non credo in me stessa. Con il famoso calcio nel sedere (o minaccia, vedete voi quale versione preferite) santa bbeatrixe_ mi ha spinto a pubblicare il primo capitolo. A lei si è aggiunto anche l'incoraggiamento di littleekiwii,altra santa ragazza a cui non interessa nulla di Harry Potter ma che legge qualsiasi cosa scrivo.
Quindi riassumendo, questo è stato uno dei capitolo che più mi piacciono fino ad ora e quello con cui sono stata spinta a rendere pubblica la mia versione della storia di Regulus.
Mi sono dilungata fin troppo, fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto. Al prossimo martedì.
G🖤