Marchio di fabbrica

Door e_skyler_b

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Un'insolita serie di reati informatici attira l'attenzione di Jacen, Sentinella seraniana. Ad affiancarlo nel... Meer

Benvenuto!
PROLOGO
1
2
3 - prima parte
3 - seconda parte
4
5
6 - prima parte
6 - seconda parte
7 - prima parte
7 - seconda parte
8 - prima parte
8 - seconda parte
9
10 - prima parte
10 - seconda parte
11 - prima parte
11 - seconda parte
12 - prima parte
12 - seconda parte
13
14
15 - prima parte
15 - seconda parte
16 - prima parte
17
18 - prima parte
18 - seconda parte
18 - terza parte
19
20
21
22
23
24
25 - prima parte
25 - seconda parte
26 - prima parte
26 - seconda parte
27 - prima parte
27 - seconda parte
28
EPILOGO
GLOSSARIO
*Curiosità*

16 - seconda parte

22 7 8
Door e_skyler_b

Rimase ferma col naso all'insù fino a che l'hovercar scomparve; Jacen stava tornando verso il distretto Echo. Non le aveva detto cosa aveva intenzione di fare e lei era ancora troppo sconvolta per avere la lucidità necessaria a chiedere informazioni. Anche adesso, mentre camminava verso l'ingresso superiore del Tylipse, sentiva che le gambe faticavano a rispondere ai comandi.

Superò le porte scorrevoli e si fermò qualche istante nella hall superiore, guardandosi attorno un po' spaesata.

Individuò una nanobox accanto ad alcuni divanetti in tarlek bianco e vi si diresse subito: aveva intenzione di visionare il ricordo di quella folle notte nella speranza di dare un senso a tutto e aveva bisogno che il proprio bracciale funzionasse a dovere; meglio farlo controllare, visto il colpo che aveva ricevuto nella caduta.

Slacciò il Vortex e lo inserì nella colonnina. La revisione non durò più di una ventina di secondi, ma a Skyler parvero interminabili e li trascorse guardandosi alle spalle come se potesse apparire dal nulla qualche malintenzionato: sapere che il sistema di sicurezza era perfettamente funzionante non le impediva di sentirsi ancora in pericolo.

Ritirò il Vortex e lo riallacciò al polso, quindi si incamminò veloce verso l'appartamento di Jacen. Il sensore all'ingresso si attivò, lasciandola passare appena fu vicina.

"Benvenuta, Skyler. Jacen mi ha dato ordine di lasciarti accedere a ogni cosa, sono a tua disposizione per qualunque richiesta" la informò il sistema automatico che gestiva la casa.

«Grazie» rispose lei. «Al momento ho la necessità di un incremento della sicurezza»

"Come desideri, lo attivo immediatamente"

Ricordando le parole di Jacen si connesse al proprio sistema di gestione casalinga e mise in standby l'homesweep.

Andò in bagno, dove si sottopose alla scansione dell'Homedic per rilevare eventuali danni dovuti alla caduta. Dopo l'applicazione di una pomata sul braccio dolorante tornò nel salone, dove richiamò il ricordo dal momento in cui, sull'anello di atterraggio del Gliphix, i tre uomini avevano dato via all'inseguimento.

Bloccando la scena poté osservarli meglio: solo allora si rese conto che due di loro dovevano avere circa quarant'anni, ma il terzo non era molto più vecchio di lei. Guardò per qualche istante il viso dai lineamenti regolari, la massa di capelli neri dai corti riccioli disordinati e gli occhi scuri. Sarebbe stato un bel ragazzo se quegli occhi fossero stati più espressivi, invece la fissavano con aria vacua, come se non la vedessero nemmeno. E lo stesso valeva per gli altri due uomini.

C'era qualcosa di innaturale in loro, impossibile non notarlo, a una visione più lucida e tranquilla almeno.

Non ricordava di averli mai visti prima d'ora, di sicuro non li conosceva. Avviò una scansione dei loro volti, ricevendo la conferma che non erano presenti nei ricordi precedenti a quella notte: che cosa volevano da lei? Perché era evidente che fosse proprio lei il loro bersaglio, ed erano stati insistenti nel cercare di raggiungere lo scopo, qualunque fosse.

Modificò il wallview in modo da vedere Ambrian: la città era silenziosa e tranquilla, mancava ancora un'ora al suo risveglio.

Chiese informazioni sul distretto Echo e subito ricevette le immagini in tempo reale: l'anomalia energetica si era risolta e ogni cosa era tornata alla normalità. Probabilmente quelli che abitavano nella sua zona si sarebbero svegliati come ogni mattina, ignari di ciò che era avvenuto durante la notte e la maggior parte di loro avrebbe appreso dell'anomalia solo consultando le notizie; qualcuno si sarebbe lamentato e avrebbe richiesto un upgrade urgente del sistema per garantire maggiore stabilità, ma tutti avrebbero vissuto la faccenda con relativa serenità.

Tranne lei. Perché anche ora che era tutto finito e che si trovava in un luogo sicuro non riusciva a placare il proprio cuore: era inquieta e glielo confermò anche il Vortex, che le suggerì una tisana rilassante. Ma Skyler non voleva né tisane né riposo, desiderava solo parlare con Jacen. E Jacen non si decideva a tornare.

Camminò su e giù per quasi un'ora, poi accettò il cioccolato aromatico che la smartchair le offrì.

Quando il padrone di casa rientrò non la trovò addormentata, come aveva sperato, ma in piedi davanti al wallview che osservava l'alba.

«Non hai chiuso occhio» disse.

«Non avrei potuto»

«Lo immaginavo» ordinò due chocodrops. «Mi spiace per quel che ti è accaduto»

Skyler si portò le mani alla testa, massaggiandosi le tempie. «È tutto assurdo»

«Ci hai riflettuto» non era una domanda, ma una considerazione.

«Sì»

«E a quale conclusione sei giunta?»

«Volevano proprio me, non qualcosa che mi appartiene, altrimenti si sarebbero limitati a mettere sottosopra il mio appartamento. L'unica spiegazione è che cerchino qualcosa nel mio Vortex, magari tra i miei ricordi c'è un particolare che non avrei dovuto vedere. Ma quei tre erano per forza degli esecutori, ho controllato i loro volti ed erano sconosciuti, il mandante va cercato altrove»

«Qualche idea?» Jacen prese le due tazze e ne porse una all'amica.

«Grazie. Solo una sensazione: che non fossero del tutto lucidi. E ciò mi fa pensare che fossero condizionati»

«Complimenti, dovresti fare richiesta per entrare nelle Sentinelle, saresti un ottimo detective» disse Jacen. «Almeno uno di loro era un sintetico»

Le raccontò di come fosse tornato dall'uomo immobilizzato e del risultato ottenuto grazie al farmaco di Raven.

«Adesso Urik è con lei. L'ho accompagnato subito da Raven perché abbia una vittima recentissima a disposizione: è convinta che questo le faciliterà molto il lavoro»

Era un'ottima notizia.

«Rory è stato perfetto: gentile e convincente, ha scelto con attenzione le parole per spiegare la situazione senza rivelare a Urik la verità sulla loro origine» disse Jacen.

«Sta migliorando»

Jacen alzò le spalle. «Sì, è da un po' ormai che non lo vedo nervoso, sto quasi cominciando a preoccuparmi; credi che ciò dipenda da quello che ha scoperto?»

«Se penso che scoprire di essere un synth l'abbia portato a riflettere sul proprio atteggiamento? No. Secondo me la spiegazione è un'altra e ha gli occhi azzurri e un carattere deciso»

Jacen la fissò confuso per qualche secondo e Skyler scoppiò a ridere. «È una fortuna che il tuo capitano non sia qui in questo momento, altrimenti avrebbe da ridire sulle tue capacità deduttive, detective Kinall»

«Kirei...»

Skyler annuì. «Proprio lei. Non hai notato che l'ammirazione di Rory per lei è ricambiata?»

«A dire il vero non ci ho fatto caso, ma ora che ci penso avrei dovuto accorgermene. Sono stato distratto dal caso e ora ne pago le conseguenze»

Il tono di Jacen era deluso, impossibile equivocare.

«Sei contrario a una loro relazione?» chiese Skyler, stupita.

Sul volto di Jacen spuntò quell'espressione infantile e furba che tanto le ricordava suo fratello Shan. «Certo che no, ma ho perso un'occasione per canzonarla un pochino»

Skyler alzò gli occhi al cielo, ma era divertita e sentiva che l'affetto per Jacen era cresciuto ancora in quelle ultime ore.

«Ti ringrazio per ciò che hai fatto stanotte» disse. «Se non fosse stato per te non so dove sarei in questo momento»

«È quello che dobbiamo scoprire»

«Posso chiederti una cosa?»

«Sì, ho attivato gli avvisi del tuo distretto per essere informato in tempo reale»

«Ora ti riconosco, detective, il tuo capitano non avrebbe nulla da ridire, hai intuito la mia domanda. Ora però ne ho una seconda: cosa ti ha spinto a farlo?»

Jacen si avvicinò al wallview e fissò il panorama per qualche secondo: stava albeggiando e la luce dorata che illuminava già gli edifici preannunciava una giornata di sole.

«Mentirei se dicessi che mi aspettavo una cosa del genere. Non lo avrei creduto possibile»

«Però ti sei precipitato nel distretto Echo stanotte, nonostante un'anomalia energetica non sia un fatto grave né pericoloso» disse lei.

«Sì, l'ho fatto. Non ero tranquillo, sapendo che qualcuno traccia i suoi movimenti»

«Sospetti che ci sia Croyle dietro a tutto questo, dunque»

«Tu no?»

«Non saprei chi altro possa interessarsi a me. Eppure non ho idea di quale sia il suo scopo, non c'è nulla dentro il mio Vortex che possa interessargli. Che lui sappia, almeno» aggiunse in fretta, ricordando la visita ai laboratori sotterranei e i risvolti dell'indagine che lo riguardavano.

«Potrebbe non essere felice delle tue frequentazioni» disse Jacen fissandola in modo eloquente.

Skyler gli rivolse un'espressione perplessa, che richiedeva spiegazioni.

«Avrei dovuto dirtelo subito. Ho analizzato il nostro ultimo incontro con Ryben»

Non aggiunse altro, rimanendo in attesa di una reazione.

«Dubitavi di lui?»

«Non mi è mai piaciuto» rispose, un po' impacciato.

«Lo sospettavo. Che risultati hai ottenuto?»

«Ho scoperto che è al corrente della tua tracciabilità»

Aveva creduto di provare almeno un pizzico di esultanza alla rivelazione, ma non fu così. Gli dispiaceva per Skyler, temeva che ne rimanesse delusa e desiderò dare una lezione al collega che l'aveva tradita.

Lei non disse nulla per qualche istante, poi si massaggiò le tempie con le dita e disse: «Ha senso, dopotutto Croyle si fida di lui. E questo spiega diverse cose»

«Ad esempio?»

«Beh, innanzitutto lo stupore di quel giorno, quando mi ha vista dove non avrei dovuto essere. Poi il comportamento che ha con me: alla Livetech sono almeno in cinque ad avere un debole per lui, e sono tutte molto carine, eppure Ryben cerca sempre la mia compagnia. Considera che una di queste è Vita, forse la più bella tra le ragazze della Livetech»

«La tipa smorfiosa? Mi è bastato vederla in qualche frammento di ricordo per trovarla insopportabile. Sarebbe un idiota a preferire lei» una breve pausa, poi aggiunse in fretta: «Beh, comunque, questa scoperta mi ha fatto decidere di prendere qualche precauzione extra. Ryben mi conosce, quindi è scontato che anche Croyle sappia che uno dei tuoi amici è una Sentinella»

«Sì, in tal caso i ricordi immagazzinati nel mio Vortex potrebbero essere interessanti per lui, se teme che il segreto dei baby synth venga a galla e possa creargli problemi»

***

Uscì dalla beautybox con il volto perfettamente truccato e senza alcuna traccia di occhiaie, ma nulla poteva nascondere la stanchezza che emanavano i suoi occhi.

Jacen sorrise intercettando l'occhiata poco soddisfatta che lei aveva lanciato allo specchio. «Stai benissimo»

Sapeva che stava mentendo, ma apprezzò comunque il tentativo.

«Sei certa di volerlo fare?»

«Ne abbiamo già parlato. Non andare a lavoro equivarrebbe a confermare i sospetti di Croyle. Se invece mi comporto come sempre crederà che io sia lontana dallo scoprire la verità, e ciò è positivo»

«Ma pericoloso»

«Abbiamo preso ogni precauzione possibile, sarà come se tu fossi al mio fianco, giusto?»

Jacen annuì, ma non era tranquillo. Certo, avrebbe seguito la giornata di Skyler grazie alla connessione Vortex, ma non era sufficiente.

«Mi raccomando, fai attenzione»



HOMEDIC: dispositivo di diagnostica e cura casalingo, dotato di un sistema di scansione per rilevare fratture e problemi simili

Jacen ha corso un bel rischio a non confidare a Skyler ciò che aveva scoperto su Ryben. Per fortuna la sua prontezza gli ha permesso di intervenire prima che la situazione degenerasse.
Ora però non ci sono più dubbi: la ragazza non è al sicuro.

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